Tares, odissea per i sindaci scatta la rivolta delle imprese
Non sarà facile dipanare il nodo della Tares. Una sola cosa, al momento, è certa: quando entrerà in vigore sarà un salasso. In Campania ogni cittadino dovrebbe versare in media circa cinquantuno euro m più. Tutto il resto è da vedere: il posticipo del pagamento rischia di mettere in ginocchio i Comuni che non incasseranno nemmeno la vecchia Tarsu che la nuova tariffa dovrebbe sostituire, e d`altro canto la sua immediata introduzione renderebbe ancora più difficile far quadrare il bilancio delle famiglie e degli esercizi commerciali. L`unica via praticabile sarebbe quella di mantenere in vita la Tarsu e di procrastinare l`introduzione della nuova tariffa. Secondo il presidente di Confcommercio Campania, Maurizio Maddaloni, infatti, la Tares sarà «Una vera e propria doccia fredda sulle imprese campane già costrette al peso di una zavorra fiscale regionale tra le più alte d`Italia a fronte di servizi spesso insufficienti. È quindi necessario rivedere l`intero impianto della nuova tassa». Secondo Maddaloni «l`elaborazione della nostra confederazione dimostra che l`entrata a regime della Tarsu comporterà, anche in Campania, un incremento medio dei costi per il servizio urbano molto elevato a carico delle imprese. Per alcune tipologie, inoltre, come per la ristorazione e per alcune categorie di rivendita di alimentari si potrà arrivare anche a triplicare le attuali tariffe. Così si rischia il crollo definitivo dell`economia e l`aumento esponenziale della mortalità imprenditoriale». Per la Confcommercio nazionale l`applicazione della Tares, del 290 per cento e per alcune attività incrementi dei costi superiori al 400 per cento, come perla ristorazione, o addirittura al 600 per cento, come per l`ortofrutta e le discoteche. In Campania l`incremento dovrebbe essere meno oneroso che altrove: da noi l`intero costo del ciclo dei rifiuti grava sui contribuenti per effetto della norma del 2009 che ha sancito la fine della fase emergenziale. Ciononostante degli incrementi saranno inevitabili. Spiega Daniele Fortini, amministratore delegato di Asia e presidente di Federambiente, l`associazione che riunisce le aziende pubbliche che operano nel settore dei rifiuti: «La Tarsu subirà un aumento per effetto del prezzo che si dovrà pagare alla Regione per smaltireirifiutiadAcerra». Il Comune di Napoli porta al termovalorizzatore duecentomila tonnellate all`anno: fino a dicembre lo faceva gratis, adesso dovrebbe pagare 70 euro a tonnellata per un totale di 14 milioni. Altri 20 milioni dovranno essere sborsati per coprire interamente i costi di Asia: gM ispettori che hanno setacciato il bilancio hanno verificato che finora il Comune ha sottostimato di venti milioni all`anno la spesa necessaria per mantenere in piedi l`azienda. E poi, spiega Fortini, bisognerà calcolare l`incremento dovuto al pagamento dei cosiddetti servizi accessori, quelli che vanno dalla manutenzione stradale all`illuminazione pubblica e che finora erano stati coperti dai trasferimenti erariali dell`Irper. Questi perii Comune diNapoli ammontavano a 17 milioni che andranno a sommarsi ai 34 precedenti. In tutto 51 milioni che divisi per un milione di cittadini fa 51 euro a testa. «In questo modo attraverso la Tares sotto la voce impropria di tassa per i rifiuti, i cittadini si troveranno a pagare altri servizi che prima venivano coperti dai trasferimenti erariali - dice Fortini - Si continuerà a versare l`Irpef e in più si pagherà anche la Tares: in pratica si sborseranno due volte i soldi per gli stessi servizi».