«C’è pericolo per la salute vasche non impermeabili e liquame nero in strada» Oggi sopralluogo dei tecnici

Superprocura, stop al sito: troppo percolato

Bloccato l’impianto di parco Saurino, nel Casertano. È il primo sequestro disposto dal nuovo organismo
19 giugno 2008 - Lorenzo Calò
Fonte: Il Mattino

Il provvedimento è stato firmato lunedì ed eseguito ieri quando carabinieri e polizia municipale si sono presentati in località Pozzo Bianco, comune di Santa Maria la Fossa, nel Casertano, per porre sotto sequestro la discarica di Parco Saurino 2. Si concretizza così uno dei primi, eclatanti atti compiuti dalla Superprocura guidata da Giovandomenico Lepore che, secondo quanto prescritto dal decreto del governo varato lo scorso 23 maggio, assume la titolarità di tutte le inchieste riguardanti la tematica dei rifiuti in Campania. Un’iniziativa che segue di qualche giorno l’indagine avviata dal pool di dodici pm specializzati in reati ambientali e coordinati dal procuratore aggiunto Aldo De Chiara, incentrata sull’attività del sito di Macchia Soprana, nel Salernitano. Per l’area di trasferenza del Casertano, il decreto di sequestro preventivo è stato firmato dall’ufficio del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Napoli in composizione collegiale, così come prevede la normativa varata dal governo. Secondo i giudici Maria Vittoria De Simone, Tommaso Miranda e Stefano Risolo, il sito di Parco Saurino 2 va sottoposto a sequestro preventivo per la presenza di percolato e per evidenti rischi collegati alla salute dei cittadini nonché all’integrità dell’ambiente circostante. La storia giudiziaria di quest’area - adibita a zona di trasferenza e considerata strategicamente importante per la vicinanza geografica con la discarica di Ferrandella (sempre a Santa Maria la Fossa) e con la superficie individuata per la realizzazione del termovalorizzatore - incomincia nel 2006 per poi approdare al vaglio della Superprocura napoletana. Già nel gennaio di due anni fa, infatti, il gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere nell’ambito di un procedimento avviato a carico di Giuseppe Valente (ai vertici del consorzio Ce 4, competente per bacino) aveva disposto il sequestro dell’impianto: dalla discarica fuoriusciva percolato. Nel provvedimento eseguito ieri si parla di «concreto pericolo che la libera disponibilità del sito possa aggravare o protrarre le conseguenze dannose, consentendo il protrarsi delle operazioni di sversamento anche illecito di rifiuti in una situazione di evidente pericolo per i primari interessi dell’ambiente e della salute». Oggi sarà un sopralluogo tecnico sollecitato dallo staff del sottosegretario all’emergenza rifiuti Guido Bertolaso, a stabilire se alla luce del blocco di Parco Saurino 2 si potrà continuare o meno a eseguire le attività di trasferenza dell’immondizia e di pesatura dei conferimenti destinati poi al vicino impianto di Ferrandella. Ma c’è di più. I giudici - che richiamano un pronunciamento dello scorso marzo del tribunale - citano gli esiti di un accertamento tecnico dal quale sarebbe emersa la presenza «di liquame nero maleodorante che tracimava dalle vasche di raccolta invadendo la strada adiacente e i fossi collocati intorno alla rete metallica di recinzione della discarica, nonché di vasche di raccolta prive della necessaria impermeabilizzazione». Dal punto di vista formale, inoltre, il gip precisa che il sequestro non riguarda un’area di interesse strategico (vale a dire le discariche indicate dall’articolo 9 del decreto 90/2008) e pertanto si procede ai sensi dell’articolo 3 comma 8 dello stesso decreto in base al quale il blocco preventivo degli impianti è possibile «quando ricorrano gravi indizi di reato, sempreché il concreto pregiudizio alla salute e all’ambiente non sia altrimenti contenibile». E dire che il Comune di Santa Maria la Fossa sta attendendo, da tempo, l’avvio degli interventi di bonifica e messa in sicurezza (con relativi ristori economici) proprio per i due maxi-invasi di Parco Saurino.

 

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