Rifiuti, Asìa chiama Londra per scongiurare il collasso

Una societàinglese dovrebbe intercettare gli investitori intemazionali in grado di "acquistare" i crediti
26 marzo 2013 - Conchita Sannino
Fonte: Repubblica Napoli

UN CONTRATTO tra Napoli e Londra per evitare l' ultimo collasso sui rifiuti. E per sottrarsi, parola dei vertici di Asìa, «alla condizione di ostaggio di altre società e di altri enti». Così, alla voce Immondizia, dopo le navi che partono per l' Olanda, ecco i fondi di investimento che arrivano (almeno: dovrebbero) dall' Inghilterra. È l' obiettivo cartolarizzazione, ultima strategia dell' azienda speciale Asìa per sanare i conti, crescere in investimenti, provare a gestire in proprio gli impianti, ed evitare il disastro nella città in cui il sindaco (come altri colleghi italiani)è pronto ad attingere ai fondi vincolati, e a sforare quindi il Patto di stabilità, solo per poter assicurare stipendi e servizi essenziali. L' Asìa - che proprio oggi inaugura due isole ecologiche, a Fuorigrotta e a Capodichino - è tra le più danneggiate dal pre-dissesto. La municipalizzata vanta già 200 milioni di credito nei confronti di Palazzo San Giacomo e, ad esempio, riceverà solo oggi, dopo i soliti 15 mesi di ritardo, i 14 milioni e mezzo del gennaio 2012 dovuti dal Comune. I canoni successivi non si sa quando saranno versati. Uno scenario preoccupante, ma l' azienda per l' igiene urbana invece di chiudere, prova a guardare avanti: soprattutto in vista della nascita degli ambiti "Ato Rifiuti" del prossimo giugno. E per provare a misurarsi con altri competitori, come la Sapna provinciale, chiede aiuto alla "finanza creativa": potrebbero arrivare - condizioni capestro, permettendo - 200 milioni per salvare la municipalizzata dai suoi 180 milioni di debiti,e dai noti crediti dalla precaria esigibilità. E a questo scopo serve il riservato incontro con un pool di cacciatori di fondi fissato per domani, a Palazzo San Giacomo. Da un lato i vertici di Asìa, l' amministratore delegato Daniele Fortini - primo artefice delle riservate trattative che vanno avanti da mesi- con il presidente Raffaele Del Giudice, con il vicesindaco Tommaso Sodano e l' assessore al Bilancio Salvatore Palma. Dall' altra, i tre manager (due inglesi ed un italiano), un team di bankers, rappresentanti di una nota società con sede a Londra, che ha il compito di intercettare gli investitori internazionali in grado di "acquistare"i crediti di Asìa. L' interesse dei capitali stranieri è documentato da un dialogo costante, carte alla mano: avrebbero già visionato tutti i bilanci di Asìa. Un' attenzione che apparentemente stride con il rating ormai declassato del Comune e di Asìa. L' obiettivo ultimo, come sostiene l' ad Fortini, «sarebbe quello di poter mostrare che l' azienda, nonostante le molteplici e note difficoltà che ha incontrato sulla sua strada, ha le potenzialità per crescere e per rispondere alla sfida che già si porrà con la prossima gestione degli Ato». Entro il 30 giugno prossimo, infatti, la Regione dovrà delimitare i nuovi Ambiti territoriali ottimali (Ato). Spiega il presidente Del Giudice: «Stiamo cercando fortemente di efficientare i servizi, abbiamo eliminati appalti e subappalti, ora puntiamo a mostrare che vogliamo essere un' azienda a tutto tondo». Aggiunge Fortini: «Dobbiamo verificare quali saranno le condizioni per avere questi soldi. Non è detto che servano tutti i 200 milioni. In ogni caso, possiamo dimostrare che l' Asìa non è l' impresa di "braccia e carrette" a cui qualcuno voleva relegarla. Anzi, ci candidiamo ad essere gestore unico dell' Ato che dovrebbe comprendere i comuni di Napoli, Volla, Caivano, Casalnuovo, ed Acerra». In questo modo, Asìa gestirebbe direttamente lo Stir di Caivano, impianti di compostaggio e piattaforme della differenziata senza passare per la mediazione della società provinciale Sapna. «Sarebbe auspicabile - sottolineano Fortini e Del Giudice - che non fossimo più ostaggio di decisioni altrui». Buoni propositi che vanno all' aria se la Regione individuerà cinque differenti Ato, uno per provincia. «In quel caso - ribatte Fortini - saremmo di nuovo sottoposti alle decisioni di sub-Ato, e non faremmo mai un salto di qualità nel servizio e nella gestione». Un' altra sotterranea guerra tra enti sembra alle porte.

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