Rifiuti, a maggio maxi-multa Ue alla Campania
BRUXELLES. La pazienza è finita e il conto alla rovescia è cominciato. La Commissione europea si prepara a chiedere una multa di diverse decine di milioni di euro all`Italia nell`ambito della procedura di infrazione per la gestione dei rifiuti in Campania. La decisione sarà presa «in maggio», rivela una fonte comunitaria ben informata. «A meno di progressi straordinari» nei prossimi due mesi, il secondo deferimento dell`Italia davanti alla Corte di giustizia, accompagnato dalla richiesta di una pesante sanzione pecuniaria, è quasi certo. L`esecutivo comunitario non si aspetta un cambio di rotta ³ï così poco tempo. Dopo aver accettato di lavorare sul piano rifiuti presentato dalla regione Campania nel 2011, nonostante i molti dubbi sulla reale capacità di superare la procedura di infrazione, il commissario all`Ambiente, Janez Potocnik, è determinato a passare all`azione. Ufficialmente la Commissione sta ancora «analizzando la situazione», spiega il portavoce del commissario Potocnik, Joe Hennon. E il ministro dell`Ambiente, Corrado Clini, si dice «ottimista». La regione Campania «sta rispettando il timing e sta riportando alla Commissione». Clini, però, ammette che «siamo al limite». Secondo il ministro dell`Ambiente rimangono «dei problemi che riguardano la localizzazione delle discariche di servizio», ma le autorità campane «stanno facendo di tutto per superarli». Soprattutto - sottolinea Clini - «quando siamo venuti qui all`inizio dell`anno scorso, la situazione era disperata». Oggi invece i «numeri sono importanti». A Napoli la raccolta differenziata ha raggiunto il 35% e - per il ministro - è un «risultato straordinario». Una parte di rifiuti va in Olanda, «non è elegante, ma è in linea con le regole europee». Secondo Clini, non ci sarà bisogno di un nuovo inceneritore, se non per risolvere il problema delle ecoballe, il cui materiale «non rappresenta un rischio».
La valutazione della Commissione è diversa, a cominciare dalle ecoballe, che sono uno dei principali punti di contenzioso con le autorità italiane: le 6 milioni di ecoballe devono essere smaltite rispettando le regole ambientali europee. Ma non solo. In una lettera indirizzata all`europarlamentare Enzo Rivellini, lo scorso novembre, i funzionari della Commissione sottolineavano obiettivi molto più ambiziosi per la raccolta differenziata: il 50% entro la fine del 2013 per Napoli, secondo il programma transitorio sottoscritto dall`Italia nel giugno del 2012. Lo scorso anno erano statì sollevati dubbi anche sullo stato di avanzamento delle infrastnitture - discariche, centri di compostaggio e inceneritori - previste dal piano rifiuti.
La decisione sulla multa finora è slittata per dimostra rè la volontà di cooperazione dell`esecutivo comunitario. Il difficile dialogo con le autorità campane è andato avanti con alti e bassi. Più volte la Commissione è stata costretta a inviare lettere di richieste di informazioni, a cuil`Italia ha risposto all`ultimo momento utile. Il cronoprogramma concordato con Bruxelles prevede una verifica trimestrale e gli uomini di Potocnikhanno voluto attendere i dati definitivi del 2012 per la raccolta differenziata prima di dare il loro orientamento sulla multa. Ma la vicenda va avanti da troppo tempo. La prima procedura di infrazione era stata avviata il 27 giugno del 2007. Il 4 marzo del 2010 la Corte di Giustizia di Lussemburgo aveva già condannato l`Italia «per non aver saputo organizzare, in Campania, una rete di impianti sufficienti ad assicurare lo smaltimento del i rifiuti urbani in modo danon danneggiare la salute umana e l`ambiente». Se in maggio la Commissione proporrà effettivamente di sanzionare l`Italia, toccherà agli stessi giudici di Lussemburgo dare il via libera definitivo alla multa. L`ammontare, che sarà calcolato dalla Commissione, è ancora incerto: dipenderà dal Pii del paese, dalla gravita della violazione e dalla sua durata. Alcune stime indicano una cifra di almeno 20 milioni di euro, più una sanzione quotidiana che il ministro Clini ha valutato attorno ai 500.000 euro al giorno.
Il 4 marzo 2010 la Corte di giustìzia condanna l`Italia: il nostro Paese dovrebbe prendere provvedimenti per smaltire i rifiuti senza pericolo per la salute.
Il 23 marzo 2010 i servizi della Commissione si informano sui provvedimenti adottati. Il 12 maggio le autorità chiedono una proroga e rispondono il 4giugno. Viene chiesta un`integrazione entro agosto. Il documento arriva a settembre ed è ancora ritenuta insufficiente. A novembre la commissione torna in Campania.
A gennaio 2011 arriva una nuova lettera di richiamo. A Bruxelles arrivano diverse versioni del piano regionale la cui stesura definitiva arriva solo ad aprile 2011. A settembre il commissario Janez Potocnik da un nuovo ultimatum. A settembre 2011 arriva la messa in mora. A gennaio 2012 la successiva risposta italiana. Da allora i progressi restano più o meno sulla carta.