Rifiuti, incubo Tares in Campania «Senza tasse torna l`emergenza»

La Regione scrive a Monti: 5 mesi senza incassi, si ferma la raccolta
9 marzo 2013 - Paolo Russo
Fonte: Il Mattino

Cinque mesi senza tassa sui rifiuti. Esenzione totale per decreto del governo. Gongolano i cittadini (ignari della beffa che li attende), si disperano i sindaci. Fino ad agosto non incasseranno nemmeno un euro. Non potranno pagare le società e i consorzi, ne garantire la raccolta dei rifiuti, con un unico scenario possibile: di nuovo cumuli di immondizia in strada. Caso nazionale, incubo per la Campania dove gli enti locali sono al tracollo finanziario. Qui la partita dei rifiuti si regge su equilibrio delicatissimo, pronto a saltare con l`arrivo della Tares, la nuova tassa che deve sostituire la Tarsu e la Tia. Semplice la filiera del paradosso: finora i campani come tutti gli italiani hanno pagato la tassasui rifiuti. D`orain poi pagheranno la Tares (tributo che andrà a coprire anche altri servizi come l`illuminazione pubblica), malanuova tariffa per decreto scatterà solo a lu glio. Quindi i Comuni, titolari con le Province del tributo, per legge non possono «mettere a ruolo», cioè inviare ai cittadini le cartelle di pagamento, fino alla prossima estate. Allarme già segnalato, ma la Campania per i suoi decennali peccati originali sul fronte dei rifiuti, è diventata ieri la capofila delle proteste che partono da tutti i Comuni italiani. L`assessore regionale all`Ambiente ha scritto infatti al premier Mario Monti e al ministro Corrado Clini. Un dossier di quattro cartelle che comincia con l`elencazione dei conti in rosso degli entì locali e si conclude con l`unica proposta possibile: rinviare l`introduzione della Tares al 2014 e ruipristinare i ruoli della Tarsu. Si rischia la paralisi, scrive l`assessore. I Comuni non possono materialmente disporre di risorse finanziarie destinate a coprire le fasi del ciclo, da oggi fino ad agosto. Niente pagamenti a ñÛ prowede alla raccolta dei rifiuti (i consorzi di bacino, le società pubbliche e le imprese private) e nemmeno a chi è affidato lo smaltimento (impianti m Campania e fuori regione). Poi i dati del crac: i Comuni campani hanno accumulato passività per 800 milioni, i consorzi di bacino vantano crediti per oltre 200 milioni, e le società provinciali sono in rosso per 350 milioni. Cifre che inchiodano la Campania alla vecchia Tarsu: non si può aspettare la Tares per fare cassa. E soprattutto per pagare chi raccoglie e smaltisce i rifiuti. Inoltre uno dei consorzi, quello di Napoli-Caserta (Cub) ha già annunciato che da lunedì cesserà ogni attività per «l`impossibilità di proseguire l`ordinaria gestione». «Sarebbe un paradosso, un delitto dice à assessore Romano - se la Campania, che sta superando la crisi strutturale del ciclo dei rifiuti e che è arrivata ad essere la quarta regione d`Italia per percentuale di raccolta differenziata, superando il 45 per cento, dovesse ora affrontare una nuova crisi dei rifiuti non dovuta ad aspetti tecnici, ma ad una emergenza finanziaria». Sullo sfondo gli sforzi per costruire impianti, unica soluzione strutturale per uscire definitivamente dall`emergenza che è sempre dietro l`angolo, e per convincere l`Unioone europea a sospendere le sanzioni annunciate. «Due impianti di compostaggio per la frazione organica derivante dalla raccolta differenziata so li decreto no ultimati - spiega Romano - e altri due sono in fase di completamento e saranno in esercizio entro l`anno. Nell`arco di 18 mesi il sistema impiantistico regionale sarà autosufficiente per l`organico derivante da raccolta differenziata anche grazie ai biodigestori programmati all`interno degli attuali impianti di tritovagliatura (Stir)».

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