IL DATO PIÙ DEL 50% DEI RIFIUTI NEGLI SVERSATOI

Discariche ancora troppo "presenti"

8 marzo 2013
Fonte: Roma

NAPOLI. Le tariffe per i rifiuti aumentano di più nelle zone del Paese a basso reddito e il servizio non migliora, al contrario dei costi sopportati dalle famiglie che sono sempre maggiori: è un altro dei dati che emerge dal Dossier rifiuti dell`Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva. «La conseguenza di tutto ciò è che in Italia più del 50 per cento dei rifiuti va ancora a finire in discarica - si legge nel documento -, la raccolta differenziata stenta al Centro e al Sud e il coinvolgimento dei cittadini nella valutazione del servizio, previsto dal 2008, è ancora un`utopia». Si ricorda, poi, in materia di differenziata che la direttiva europea sui rifiuti recepita in Italia nel 2010 supera il concetto di differenziata per dare spazio a quello di recupero della materia. «L`attenzione, dunque, non do vrebbe essere più rivolta tanto alla modalità di raccolta dei rifiuti in sé e alle percentuali di rifiuti raccolti in maniera differenziata, quanto piuttosto all`effettivo riciclaggio della materia raccolta», è scritto. «In Italia solo il 34 per cento dei rifiuti urbani viene recuperato, rispetto alla media europea del 40 per cento - si legge ancora - ; dopo di noi solo due Paesi della "vecchia Europa" : il Portogallo (19%) e la Grecia (18%). La metà dei rifiuti prodotti finisce m discarica, ben 15 milioni di tonnellate ogni anno, mentre in Europa viene mediamente conferito in discarica il 38 per cento dei rifiuti. I Paesi più virtuosi risultano essere Austria, Germania, Belgio e Olanda che dai rifiuti urbani recuperano rispettivamente il 69, 62 e 61% della materia prima, con conferimento in discarica quasi inesistente. Non riciclare in misura adeguata non comporta soltanto costi ambientali, perdite di competitivita e maggiori costi gestionali, ma anche il rischio di multe a carico degli Stati mèmbri dell`Unione europea per mancata adeguamento alla normativa discariche e l`Italia detiene purtroppo il triste primato del numero di procedute d`infrazione avviate. L`ultimo episodio risale all`ottobre 2012, quando la Commissione europea ha deciso di deferire l`Italia alla Corte di giustizia per il mancato rispetto di quanto previsto dalla normativa europea».

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