Loreto Mare, scatta l`allarme camere con vista sui rifiuti
L`appello «Serve subito la bonifica»
I rom sono stati mandati via. Ma sono rimasti i resti delle baracche: materassi, legni, teli, mischiati ad altri rifiuti. Siringhe, cartoni, pneumatici nel centro storico partenopeo, di fronte al «Loreto Mare»: l`ospedale con vista. Sulla discarica illegale. L`ultimo allarme è stato lanciato dagli operatori sanitari, che adesso sollecitano le istituzioni ad affrontare, con un piano di conferimento straordinario, la «fase due» di un`emergenza più che imprevista, che si registra da mesi, dopo l`abbattimento delle case di cartone fino all`estate scorsa abitate dalle famiglie provenienti soprattutto dall`est europeo, l`operazione che avrebbe dovuto porre fine al degrado che invece ancora imperversa. «Si avvertono più forti cattivi odori. C`è preoccupazione per le condizioni igienico-sanitarie dell`area. Serve unabonifica immediata. Non è tollerabile che uno sversatorio illegale si trovi persino nei pressi di una struttura sanitaria, a distanza tanto ravvicinata» dice Pasquale Orefice, componente della Rsu e rappresentante della Cgil Fp. Di «situazione indecorosa», indipendente dall`ospedale, e rischio di «proliferazione di topi» parla anche la direzione che affaccia sullo sconfortante scenario. Siringhe utilizzate da tossicodipendenti si intravedono a ridosso del muretto. Il terreno è ricoperto da cumuli di pneumatici e altri rifiuti, anche pericolosi. La discarica illegale si estende su una vasta area, già negli anni scorsi censita dal Comune e più recentemente ripresa da una troupe di «Striscia la notizia». Pessimo biglietto da visita per la città, anche perché nei pressi della stazione ferroviaria e del porto, tappa obbligata dei bus turistici e simbolo triste di una zona tormentata: la strada-pattumiera off-limits si trova infatti all`intemo del parco mai nato della Marinella. Una distesa di rifiuti al posto di alberi e giostrine per bambini. «Ð parco della Marinella come l`isola che non c`è. Solo che qui la gente del quartiere ormai non ci crede più che il rilancio è possibile». Gianfranco Würzburger, esponente del Pd, ricorda: «Questa storia è iniziata con un bei progetto firmato dal professore Aldo Loris Rossi nel lontano 1997, quando io ero presidente dell`allora circoscrizione Mercato Pendino». Sedici anni dopo: «L`area è sotto sequestro e, dopo lo sgombero del campo rom di luglio scorso, il Comune ha chiesto il dissequestro temporaneo per le operazioni di bonifica, ottenendo l`ultimo disposto agli inizi di gennaio. Durata: sessanta giorni, in scadenza, e il Comune sta per chiedere un altro provvedimento». In fondo, oltre il muretto che delimita l`area, si notano grandi sacchi bianchi. «In questi ultimi sessanta giorni - riepiloga Würzburger - la società Astir, della Regione, doveva provvedere alla differenziazione dei rifiuti con i suoi operai che però hanno lavorato solo 4-5 giorni». Motivo: «Il personale avanza circa otto mensilità di stipendio, quindi ha incrociato le braccia». Come non bastasse, «dei circa 30mua metri cubi di rifiuti vari solo 400 sono stati differenziati e sistemati nei sacchi che l`Asia do vrebbe prelevare con 4 cassettoni posizionati nell`area parco, ma ha un costo smaltire questi rifiuti. E i sacchi già preparati dagli operai delTAstir vengono continuamente aperti dai rom in cerca di rame o altro materiale».