Nella "terra dei fuochi" piombo e cadmio fanno paura Controlli della Guardia forestale in oltre cento appezzamenti
NAPOLI Dal cielo appare come una grande e irregolare macchia nera tra i campi. A terra ci sono cavoli, i famosi "friarelli" napoletani, ingialliti e avvizziti, in mezzo ad altri verdi e rigogliosi. Nel terreno le anaBsi dell`Arpac hanno scoperto quantità di piombo 700 volte superiori ai limiti di legge, 500 volte per il cadmio, analoghi livelli per antimonio e Pcb (le diossine), poco meno per rame e zinco. «Sicuramente qui sono stati scaricati e bruciati rifiuti industriali, probabilmente ceneri e fanghi di fonderie», spiega Sergio Costa, comandante provinciale del Corpo forestale dello Stato. Siamo a Caivano e quel terreno era stato segnalato ben tré mesi fa dal parroco don Maurizio Patriciello, che ne aveva anche scritto su Avvenire. Ora la conferma dei suoi sospetti grazie all`impegno e alle modernissime tecnologie messe in campo dai forestali, coordinati dal "pool" reati ambientali della Procura di Napoli. E due ettari sono stati sequestrati. Ma siamo solo all`inizio. «Stiamo controllando altri cento terreni con anomalie analoghe, sempre nell` area della " terra dei fuochi `, nei Comuni a Nord di Napoli», annuncia Costa. Per giungere a questi risultati i forestali hanno applicato una nuova tecnica investigativa che utilizza il Sistema informativo della montagna, nato per la tutela del paesaggio e in uso da circa 20 anni, che fotografa dall`alto tutta l`Italia. «L`intuizione - spiega ancora Costa - è stata quella di applicano anche per i rifiuti. Abbiamo ripreso le ortofoto (sorta di mappe, ndr) dall`archivio per vedere se ne usciva qualcosa, in particolare anomalie di colore nella "terra dei fuochi"». Sono cosi emerse subito delle chiazze che non avevano un senso tecnico dal punto di vista agronomico: scure, irregolari, come provocate da un incendio. Sono state chieste all`Arpac delle analisi dei primi 10 centimetri di suolo, proprio là dove penetrano le radici delle piante orticole, come i cavoli. E i dati sono sconvolgenti». La tipologia delle aree sotto controllo è tipica di chi appicca i roghi: distanti dai centri abitati, servite da strade di campagna, comode da raggiungere, poco frequentate. «Macchie "spot" o `cotto e mangiato", si brucia e poi si cambia zona». Non poche, visto che ora l`interesse dei forestali è puntato su altre cento. Un impegno frutto del coordinamento del commissario antiroghi, Donato Cafagna. E che sta dando importanti frutti. «Tutti percepiscono il senso emergenziale della situazione - sottolinea Costa -. E chi scarica sta avvertendo la pressione dei controlli e infatti i roghi stanno diminuendo. Ma dobbiamo tenera la guardia alta perché chi scarica illegalmente è pronto a ricominciare».