L'INCHIESTA LA SPAZZATURA FINIVA IN DISCARICA ANZICHÉ NEGLI STIR, JACOROSSI SOTTO ACCUSA

Rifiuti e veleni, condannati in sette

Campania dei veleni, bonifiche e rifiuti: sette condanne per smaltimento illecito
23 febbraio 2013 - Andrea Acampa
Fonte: Roma

NAPOLI. Si è concluso con sette condanne il processo per lo smaltimento illecito dei rifiuti sul lirorale domizio. La sentenza è stata emessa ieri dal giudice monocratico di Pozzuoli che ha accolto le richieste del pm Luigi Canna vale. Tra i condannati per truffa ai danni della Regione Campania e smaltimento illegale anche i dirigenti della società Jacorossi che tra il 2004 e il 2005 ha gestito l`attività nell`area domizia. L`inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Nunzio Fragliasso, ha accertato che i rifiuti urbani invece di essere trattati presso gli impianti Stir venivano gettati direttamente nelle discariche. Gli imputati, tra i quali anche titolari di ditte private, sono stati condannati a pene osculanti dai due a un anno e mezzo di reclusione. Tra i condannati: Michele Regina, dirigente della Jacorossi assolto da un reato e prescrizione per altri due reati. Ernesto Viscione dirigente Jacorossi condannato a due anni dei reclusione per altrettanti reati, assolto da un terzo reato. Iole Mario Rosa rio dirigente dirigente Jacorossi, anche lui condannato a due anni, così come Fabio Pignani. Poi, ci sono i titolari società smaltimento: Michele Della Gatta, Lazzaro Fola, Roberto Maglione, Michele Giglio, Ferdinande Mosca, Michele Liccardo, per tutti un anno e 6 mesi per due reati commessi. Prosciolto, invece, per prescrizione da tutti i reati, Andrea Castaidi. I rifiuti non venivano trattati e gettati così com`erano nelle discariche, senza passare per gli impianti di trito vagliatura. Con l`accusa di smaltimento illecito di rifiuti sono state condannate sette persone, tra le quali i dirigenti della società Jacorossi, al centro di una indagine della procura di Napoli. Un`attività` illegale compiuta tra il 2004 e il 2005, che ha provocato ingenti danni ambientali. Gli imputati, tra cui anche titolari di ditte private, sono stati condannati a pene oscillanti dai due a un anno e mezzo di reclusione. Condannati inoltre al risarcimento quantificato in QOOmila euro. Per il danno economico e ambientale la presidenza del Consiglio ha attivato un procedimento per un danno da 90 milioni di euro. In passato, sulla Jacorossi si espresse anche la Corte dei Conti che prese nel mirino gli appalti e le consessioni. A settembre 2011 i coinolti furono in ventisei, da Bordon a Bassolino, per i giudici erano stati «provocati danni per 72 milioni», in quel caso «nessuno ha tutelato l`erario, c`era il parere contrario dello Stato». Un danno erariale calcolato in circa 72 milioni di euro. Una vicenda ben nota alle cronache che, oggi, torna alla ribalta. I giudici contestarono numerose irregolarità nell`affidamento dei lavori e addirittura tentativi di scavalcare i pareri contrari dell`avvocatura regionale e dello Stato pur di far proseguire il rapporto con l`azienda, ritenuta, peraltro, non in possesso dei requisiti per svolgere l`incarico. Evidenziariono, infatti, come «la Jacorossi non fosse in possesso dell`attestazione Soa relativa alla categoria e qualifica necessaria per realizzare i lavori de quo, acquisita solo in data 27 novembre 2003».

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