Niente bonifica, ma 370mila euro ai tecnici
NAPOLI — I soldi per la bo nifica non ci sono, ma intanto il comune di Napoli deve liquidare la parcella ai sette tecnici della commissione di gara che valutarono l`offerta più vantaggiosa e scelsero la ditta vincitrice, che proprio quella bonifica avrebbero dovuto effettuare. Un conto piuttosto salato: 372.881 euro e venti centesimi, per essere precisi. Ð provvedimento di impegno di spesa di Palazzo San Giacomo reca la firma dell`architetto Giuseppe Pulii, responsabile del dipartimento ambiente del Comune. Prevede di saldare la somma di cui sopra a favore di sette ingegneri: Benedetto Mercuri, Maria Teresa Mincione, Antonio Riccardi, Giuseppe Del Giudice, Massimiliano Fabbricino, Leonardo Pace, Guido Montefortì Specchi. I primi tré sono dirigenti del Provveditorato. Gli altri sono esperti estemi. Montefortì Specchi ha lavorato nella commissione in qualità di legale rappresentante della società JFB Progetti sri. Percepiranno, al lordo, tra i 61.000 ed i 28.000 euro. Sa di beffa, dunque, l`ultimo atto della interminabile e surreale vicenda relativa alla rimozione dei veleni dal mare che bagna la costa occidentale di Napoli. L`appalto della bonifica dei fondali, 48 milioni di provenienza ministeriale, prima tranche di un progetto più ampio da complessivi 130 milioni che comprende anche la rimozione della inquinatissima colmata, fu aggiudicato provvisoriamente a maggio 2012 dal Provveditorato alle Opere Pubbliche della Campania e del Molise, la stazione appaltante, all`associazione temporanea d`imprese costituita da Mantovani, Socostramo sri, Giustino costruzioni. Avrebbero dovuto far seguito in tempi brevi l`aggiudicazione definitiva e l`inizio effettivo dei lavori: rimozione degli strati di sabbia inquinata dai fondali e realizzazione di una barriera soffolta posizionata sette metri al largo, per impedire l`espansione delle sostanze contaminanti durante le operazioni di bonifica. Nulla è stato fatto, però, da maggio ad oggi. Motivo: il ministero dello Sviluppo economico, in autunno, ha cancellato la secon da tranche del finanziamento, i 50 milioni che sarebbero dovuti servire per eliminare la colmata. La sforbiciata è stata determinata dai tagli varati dall`esecutivo Monti per fronteggiare la gravissima crisi finanziaria e, secondo informazioni di un dirigente che chiede l`anonimato, dal ritardo col quale il ministero dell`Ambiente ha risposto alle sollecitazioni del ministero dell`Economia e delle Finanze che chiedeva lumi circa lo stato di attuazione dei progetti in corso d`opera. «Dopo la revoca del finanziamento», ricostruisce il vicesindaco di palazzo San Giacomo, Tommaso Sodano, « la stazione appaltante, non essendoci la garanzia delle risorse per portare a termine l`intera bonifica, non è andata avanti neppure con l`assegnazione definitiva della gara per i fondali, già aggiudicata in via provvisoria». Mantovani, Socostramo e Giustino costruzioni non hanno perciò mai preso possesso dell`area. Nel frattempo, però, i sette componenti della commissione di gara hanno preteso quanto dovuto loro ed hanno citato in giudizio il Provveditorato. Quest`ultimo ha invitato a sua volta il comune di Napoli a pagare. Palazzo San Giacomo, infatti, dal 2011 è subentrato al commissario di Governo per le bonifiche nella titolarità dei rapporti derivanti da convenzioni ed atti per i siti di interesse nazionale Bagnoli - Coroglio e Napoli est. I 372.881 euro che bisognerà liquidare ai mèmbri della commissione di gara saranno prelevati dal fondo di 48 milioni trasferito appunto per Bagnoli dal commissariato al Comune. Soldi per le bonifiche che, ad oggi, non sono serviti a restituire neanche un metro del mare di Coroglio ai napoletani.