IL REPORTAGE LE STRADINE OFF-LIMITS PER ITURISTI. I RESIDENTI: QUANDO CALA IL SOLE SCATTA IL COPRIFUOCO, ESCALATION DI SCIPPI E RAPINE

Rifiuti e degrado, così muore Forcella

10 febbraio 2013 - Roberta De Maddi
Fonte: Giornale di Napoli

Il rovescio della medaglia, vicoli deturpati. L`altra faccia del centro storico, quella meno conosciuta, dove i turisti neanche provano ad avvicinarsi. Qui, per le strade ci sono solo i residenti, abbandonati a loro stessi. Stiamo parlando dei vicoli più piccoli e angusti che si trovano, da ambo i lati, a ridosso di via Duomo. Stradine e vicoletti che rappresentano la Napoli più antica e più genuina. È impossibile camminare senza imbattersi in colonne greco-romane incastonate in ormai fatiscenti palazzoni. Una varietà sconvolgente di etnie in cui vi si imbatte, dialetti dei più variopinti, tra i vicoli che partono da Foria, via Carbonara, via Longo e si dipanano fino alle spalle del Duomo e dietro la sede della Curia, in largo Donnaregina. Purtroppo lo stato in cui versano le strade, è davvero disastroso. Quando il buio cala, alcuni vicoletti, come vico Grotta della Marra, diventano meta preferita di scippatori. Alle prime luci della mattina, raccontano i residenti, è molto facile trovare agli angoli dei muretti, valori di poco conto di chi, forte del buio e con la complicità dell`angusto angoletto, riesce con disinvoltura a svuotare il proprio "bottino", lasciando per terra oggetti di poco valore come trucchi, carte, chiavi. In questi vicoli inoltre, non è affatto difficile trovarsi sotto le suole delle scarpe siringhe usate e lasciate per strada. In alcuni angoli i muretti ne sono pieni zeppi. E non solo siringhe. Scendendo Forcella infatti, ci si imbatte in vicoli che sono diventati vere e proprie discariche. Se si lasciano le strade principali e si decide di avventurarsi per vicoletti più angusti ma non meno caratteristici, ci si troverà a dover letteralmente "guadare" la strada tra cumuli di immondizia. Materassi, mobili, sacchetti, umido, latta. C`è di tutto. Olezzo, puzza e perfino escrementi di barboni o zingari di passaggio. Alcune colonne greco romane sono state "sapientemente" adoperate per depositarci bottiglie di birra vuote. Proseguendo sulla strada dell`Anticaglia, superando largo Donnaregina (dove pure i giardinetti antistanti la Curia sono degradati), nei vicoletti alle spalle del Museo Madre, si trova un campetto di calcio completamente abbandonato. Le porte hanno le reti ovviamente rotte. Tutt`intorno sporcizia e immondizia depositata. La puzza sale sino ai balconi dei primi piani dei palazzi circostanti. D campetto, utilizzato a mo` di discarica, è diventato dimora di piccioni e topi che banchettano indisturbati. A fare da cornice a questo quadretto già di per sé desolante, gli zingari che, accompagnati dai loro carretti, si fiondano con tutto il corpo nei cassonetti per racimolare oggetti, indumenti o cibo.

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