Rifiuti di Roma, il Tar blocca il decreto Clini
ROMA I rifiuti di Roma diventano un caso nazionale. E minacciano, in prospettiva, un`altra odissea come quella vissuta negli anni scorsi da Napoli. Ieri infatti il Tar de! Lazio ha dato ragione ai sindaci della Ciociaria, sospeso il decreto per i rifiuti della capitale varato dal ministro dell`Ambiente Clini che dava mandato al commissario Goffredo Sottile di spedire l`immondizia di Roma, Fiumicino, Ciampino e della Città del Vaticano negli impianti di trattamento meccanico biologico-Tmb, tra gli altri, di Albano Laziale, Colfelice, Viterbo e Frosinone. «Se il Tar dà ragione ai sindaci e boccia il mio decreto Roma è a rischio emergenza rifiuti», aveva detto Clini nei giorni scorsi. E ieri, il ministro ha reagito con stupore alla decisione del tribunale amministrativo. È «incomprensibile» dice Clini e attacca: «Non posso credere che il Òàã abbia consapevolmente deliberato di proseguire in una pratica sanzionata da una procedura di infrazione comunitaria e contraria alla legge», e annuncia: «ricorrerò immediatamente al Consiglio di Stato». Il rischio dell`emergenza rifiuti a Roma, ricorda Clini, «è stato notificato a partire dal 22 luglio 2011, ed è singolare che il Òàã non se ne sia accorto. I dati sono chiari e pubblici. Sulla base dei dati, l`unica possibilità che Roma sia autosufficiente - come ritiene il Tar - sta nella continuazione del conferimento di rifiuti non trattati a Malagrotta». «La Commissione Europea - ricorda Clini - ha aperto nel 2011 (2011/4021) una pesante procedura di infrazione contro l`Italia a causa del conferimento nella discarica di Malagrotta di rifiuti urbani indifferenziati. Per evitare il conferimento di rifiuti non trattati, il ministero dell`Ambiente ha promosso due azioni principali: l`incremento della raccolta differenziata e del recupero dei rifiuti urbani, al fine di raggiungere entro due anni gli obiettivi stabiliti dalla legge (65%), con la sottoscrizione del "Patto per Roma", firmato in data 4 agosto 2012; la piena utilizzazione degli impianti nella Regione per il trattamento meccanico biologico (Tmb) e per il recupero energetico dei rifiuti, con il decreto del 7 gennaio 2013 in attuazione della legge 228 del 2012 (legge di stabilità)». Entrambe le iniziative sono finalizzate a «fronteggiare la situazione di grave criticità nella gestione dei rifiuti urbani nella Provincia di Roma. Successivamente, a causa della contestazione dei dati della Regione da parte delle province di Frosinone, Latina e Viterbo, il ministro dell`Ambiente ha disposto un accertamento da parte del Nucleo operativo ecologico dei carabinieri (Noe) per accertare l`effettiva capacità degli impianti ed il loro funzionamento». Con un rapporto del 1 febbraio 2013, i Noe hanno comunicato che nel 2012, la capacità dei Tmb di Roma è pari a 935.000 tonnellate/anno. Considerando il volume totale dei rifiuti della capitale (depurato del 30% di raccolta differenziata), la quantità di rifiuti da trattare risulta pari ad almeno 1.400.000 tonnellate/anno, owero oltre 450 mila tonnellate in eccesso rispetto alla capacità dei Tmb della provincia di Roma. «Il pieno impiego della capacità residua di tutti gli impianti Tmb della Regione - sottolinea Clini - a partire da quello di Colfelice, che da solo potrebbe coprire oltre il 35 % del fabbisogno, con una capacità residua di 169.986,760 tonnellate annue, è essenziale per far fronte all`emergenza. E la combinazione della raccolta differenziata con il trattamento nei Tmb dei rifiuti indifferenziati, consentirà sia l`eliminazione di rifiuti non trattati sia la drastica progressiva riduzione della quantità dei rifiuti da conferire in discarica».