L`allarme Giugliano: esalazioni nei campi BroccoB freschi coltivati tra i fumi della discarica

Broccoli freschi coltivati tra i fumi della discarica

26 gennaio 2013 - Cristina Liguori
Fonte: Il Mattino

Terra dei Fuochi, nuovo allarme Fumo e veleni nei campi di broccoli Fumo sui broccoli seminati in una radura a Giugliano. Esalazioni dal sottosuolo? «Ho mobilitato ispettori per le verifiche», dice il commissario alle bonifiche, Mario De Biase. «Probabile, anzi certo - dice Raffaele del Giudice, ambientalista e amministratore Asia a Napoli - Qualcuno, magari per proteggere i campi o da inconsapevole, ha seminato broccoli».

GIUGLIANO. Il fumo si addensa a piccole nuvole sui broccoli seminati nella radura. Da dove viene? Improbabile un incendio con le ultime piogge. Che sarà mai? Fumarole? Esalazioni dal sottosuolo? «Ho mobilitato ispettori per le verifiche», avverte il commissario per le bonifiche, Mario De Biase. «Probabile, anzi certo che si tratti di fumarole risponde Raffaele del Giudice (nella foto), ambientalista di lungo corso che nella zona dei Tré Ponti di Parete ha condotto lunghe battaglie e ora è presidente dell`Asia a Napoli -. È da anni che denunciamo il fenome no. Il problema è che qualcuno di recente, magari per proteggere e non abbandonare i campiinmanierainconsapevole s`è messo a seminare broccoli, o meglio, quelli che da queste parti chiamano inanelli». Sì, un ortaggio che d`inverno viene accompa- gnato con le salsicce e un po` di peperoncino. Ecco i campi di broccoli. Le fumarole compaiono a giorni alterni, con l`umidità sono più visibili. «Quando collassa il fondo della discarica - puntualizza Del Giudice - e i veleni tossici dei bidoni che si trovano in profondità si rompono innescando reazioni chimiche a catena che si diffondono nel sottosuolo. Non è un caso che qui 200 pozzi agricoli non possono essere utilizzati. Ma i contadini non lo sanno. Non c`è avviso». Eppure siamo a ridosso di più discariche: Masseria del Pozzo, Schiavi, Novambiente e soprattutto la tossica Resit, nome che compare nella maggior parte dele inchieste sull`ecomafia. E si vedono le fumarole della Resit: il vento porta via il fumo grigio che con il suo carico di sostanze va a depositarsi per chilometri e prima di tutto sui vicini campi di broccoli. Buon appetito. Sarà biogas, saranno fumarole, di certo non ci si riesce a fidare con tutta la storia di veleni che c`è in questa terra. E poi, non è tena vulcanica cornei Campi Flegrei dove le fumarole sono frequenti. Eppure fumarole sono apparse, da diversi giorni, in diversi campi tra brocco õ e fragole. Dalla strada ne sono visibili due. Una sotto alberi secchi, l`altra a lato di un campo. Probabile che i contadini abbiano coperto i fumi con ster paglie . Su una fumarola c`è addirittura sabbia, trasportata per limitare danni e cattivi odori. A fumare da sempre c`è la Resit, per un fenomeno di autocombustione interno che secondo gli esperti durerà decenni. Una situazione, quella delle nuove fumarole invece, venutasi a verificare proprio nei giorni in cui la commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti ha presentato il dossier su quanto accaduto in queste terre. Uno dei relato ri, Stefano Graziano, ddel Pd, originario di Aversa commenta: «Lo abbiamo portato in commissione, ma dovrà essere approvato. La prossima settimana lo presenteremo». Per il commissario alle bonifiche De Biase «purtroppo è un fenomeno abbastanza normale. Per quanto possa essere normale una situazione del genere. Credo si tratti di biogas proveniente dalle sacche di percolato esistenti nel sottosuolo che trovano sbocchi e uscite dai pozzi d`acqua. Abbiamo avuto numerose segnalazioni». Le fumarole sono però visibili soltanto al calar della sera e dell`umidità. Di giorno è diffìcile riuscire a visualiz zarle. Appena si avvicina il tramonto però, le terre intorno alla Resit cominciano a fumare. Tutte insieme, discarica in testa, buttano fuori gas nocivi. "E` una situazione assurda - commenta Lucia De Cicco, dell`associazione E.c.o. della fascia costiera - Ce ne sono diverse in diversi punti. I pozzi dovrebbero tra l`altro essere chiusi, sigillati, con quell` acqua non si possono irrigare i campi». Già le acque. Quelle che secondo uno studio recente, nel 2064, arriveranno ad un punto tale di inquinamento da distruggere tutto.

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