Tares, rinvio a luglio con obiettivo riforma

17 gennaio 2013 - Gainni Trovati
Fonte: Sole 24 Ore

MILANO Dopo l`Imu, un`altro capitolo del Fisco locale entra nel gorgo dei ripensamenti preelettorali. Questa volta tocca alla Tares, il tributo che avrebbe dovuto sostituire le vecchie tasse o tariffe sui rifiuti (Tarsu m 6.700 Comuni, Tia negli altri 1.300) e finanziare i «servizi indivisibili» come l`illuminazione pubblica e la manutenzione delle strade. Ieri il Senato ha approvato lo spostamento a luglio della prima rata, che inizialmente era prevista a gennaio ed era già stata spostata ad aprile dallalegge di stabilità. Il rinvio, introdotto con un emendamento alla legge di conversione del decreto sull`emergenza rifiuti (si veda anche Il Sole 24 Ore di ieri) che ha ottenuto un via libera quasi generalizzato (contraria solo l`Idv, astenuti Lega e Radicali) e che ora passa alla Camera, non cambierebbe nulla dal punto di vista del conto finale per il contribuente ma si tratta solo di un primo passo. L`obiettivo, dichiarato dallo stesso relatore Antonio D`Alì (Pdl), presidente della commissione Ambiente di Palazzo Madama, è quello di dar tempo al futuro Governo di insediarsi e modificare l`intero meccanismo: il nuovo Governo, spiega D`Ali, avrà tempo per «diminuire l`incidenza della Tares sui bilanci familiari, e soprattutto restituirle la sua natura di tariffa contro un servizio corrisposto». Sulla stessa linea il Pd, che con Simonetta Rubinato arriva a prefigurare un rinvio della Tares «fino al termine della sperimentazione dell`Imu (cioè fino al 2014, ndr), perché non si può far pagare ai cittadini due volte gli stessi servizi». Nemmeno le imprese attive nella raccolta e smaltimento rifiuti amano la Tares, perché preferirebbero una tariffa vera e propria, ma con il nuovo rinvio della prima rata Federambiente lancia l`allarme su un rischio default per crisi di liquidità degli operatori. Con la mossa di ieri, insomma, i partiti si lanciano contro «questa vera e propria patrimoniale» (D`Ali), considerata «un obbrobrio legislativo» (Rubinato), ma la sfida non è semplice. La «Res», il tributo su «rifiuti e servizi», nasce nell`ottobre 2011 con il decreto correttivo bipartisan al federa lismo municipale, sul finale del Governo Berlusconi, e sfocia due mesi dopo nella Tares disegnata dal decreto «SalvaItalia» di dicembre, anch`esso bipartisan (ma con il «no» di Lega e Idv). Scopo di tutto il lavoro era proprio arrivare a una formula corrispettiva, sulla base del principio europeo del «più inquini più paghi» che l`Italia prova ad attuare senza successo fin dal decreto Ronchi del 1997. Nella sua forma finale, la Tares prevede una componente legata alla raccolta e smaltimento rifiuti, che deve pagare integralmente il costo del servizio, e una «maggiorazione» da 30 centesimi al metro quadrato (elevabile a 40 dalComune) perpagare i «servizi indivisibili». Un meccanismo che rispetto al 2012 impone un rincaro sicuro da almeno un miliardo di euro per la maggiorazione, e che secondo alcu- ne stime (da ultimo la Cgia di Mestre) con gli adeguamenti della parte «rifiuti» presenta un conto aggiuntivo totale da due miliardi. È proprio quest`ultimo aspetto a essere diventato in digesto ai partiti in vista dell`appuntamento elettorale. Cambiare i conti finali, come accennato, non sarà semplice, ma un primo effetto immediato è sui bilanci delle imprese del settore: «Il rinvio a luglio dell`emissione delle bollette - spiegano da Federambiente - significa incassare a settembre-ottobre, lasciando per io mesi le azien de senza le risorse per sostenere i costi di un servizio pubblico essenziale». Una prospettiva che secondo le imprese «rischia di devastare, fino a un possibile default, le nostre condizioni finanziarie già molto precarie».

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