Camaldoli, rifiuti e veleni sotto la strada degli abusi
Stavano costruendo addirittura una strada che dal complesso «Casal da Padeira», sulla collina dei Camaldoli, arrivasse fino a Pianura. L`obiettivo finale era quello di collegare i due quartieri con una sorta di via privilegiata, cosi da potersi muovere nell`ombra ed evitare il traffico. La scoperta choc è avvenuta grazie ad una vasta operazione congiunta degli agenti della Polizia municipale, Carabinieri, Polizia di Stato e Vigili del fuoco che ha portato al sequestro di una intera struttura abusiva, di 55mila mq in via Soffritto, avvenuto all`alba del 28 novembre, riconducibile a Crescenze Polverino. Da quel giorno fino a ieri gli agenti hanno messo a setaccio tutta l`area. Sono stati trovati trenta appartamenti, oltre a bar, ristoranti, residence, sale per cerimonie, piscine, panifici, per una stima di circa 25milioni di euro, e infine appunto una strada, con lavori non portati a compimento. Si vedono dalla collina però diversi blocchi, che man mano, come un puzzle, stavano portando alla creazione di un asse viario alternativo e ovviamente del tutto abusivo. Sotto il terreno materiale di risulta, rifiuti pericolosi, addirittura una lastra cimiteriale di marmo. Una bomba idrogeologica senza precedenti quella costruita negli anni dai Polverino venendo meno a tutti i vincoli paesaggistid e ambientali di zona e che, secondo il profilo della destinazione e delle registrazioni catastali, andava avanti almeno dal 1984. L`operazione di sequestro è avvenuta dopo due anni di indagini della sezione giudiziaria della Polizia municipale di Napoli, presso la Procura della Repubblica, coordinate dal tenente Gabriele Salomone, condotte dal procuratore aggiunto Nunzio Fragliasso e dal titolare del procedimento Luciano Giuliano, tutti presenti ieri durante il nuovo blitz che ha portato all`apposizione dei sigilli, al quale ha preso parte anche il comandante dei vigili Attilio Auricchio. Nell`impero di Polverino è stato ritrovato inoltre un vasto impianto di videosorveglianza nel vialone che porta da uno dei sette ingressi al centro del mega complesso. Da sottolineare come lo stabile di via Soffritto fosse per Polverino uno dei centri nevralgici della sua attività imprenditoriale destinata, tra le altre cose, alla distribuzione del pane tra Napoli e provincia, sequestrati infatti anche alcuni forni. «Ð sequestro del Casal da Padeira segna un momento significativo del contrasto ai reati ambientali da parte della Procura della Repubblica che è stata indicata come una priorità dal procuratore Colangelo» sottolinea l`aggiunto Fragliasso, che incalza: «L`obiettivo è ottenere la confisca del casale e la condanna de gli autori di questi abusi». Poi riflette rimarcando il fatto che «la partìcella principale dello stabile, sulla quale insistono gli uffici amministrativi, dal 1997 era già stata acquisita dal patrimonio del Comune di Napoli e ciò nonostante erarimastanella sostanziale disponibilità dei Polverino», n comandante Auricchio invece ci tiene a specificare quanto sia stata importante la collaborazione «tra il Comune di Napoli e la Procura nella tutela dell`ambiente e nellalotta all`abusivismo edilizio dimostrando ancora una voltala sensibilità delle istituzioni per questi temi». «La zona dei Camaldoli - spiega Auricchio - è molto delicata e negli anni haricevuto diversi saccheggi sotto il profilo edilizio su gran parte del sito». Poi alla domanda dei cronisti sull`asse stradale in fase di costruzione, che avrebbe dovuto collegare la collina dei Camaldoli con Pianura spiega: «Questa parte progettuale, al momen to del sequestro, non era ancora stata definitivamente realizzata, ma rientra nelle attività illecite di abusivismo delle quali stiamo parlando». Sulla parte strettamente ambientale invece ammette: «Ci sono in corso accertamenti e indagini approfondite sulla caratterizzazione del sito». Comunque, le forze dell`ordine, da ieri, presidiano costantemente il villaggio abusivo.