«Negato per anni il diritto alla salute alla Campania sottratti 350 milioni». Intervista a Stefano Caldoro
«La Campania è stata avvelenata per per troppo tempo e ora qui si vive meno che altrove, il governo non può continuare ad ignorare questi dati. E abbiamo la quota più bassa per cittadino: 350 milioni di euro in meno all`anno». Su rifiuti e tumori il presidente della Regione Stefano Caldoro chiede alla politica nazionale di fare fino in fondo la propria parte: «Per difendere il diritto alla salute dei nostri cittadini non retrocederemo di un millimetro», annuncia.
Sul rapporto tra inquinamento ambientale e aumento di malattie gli scienziati hanno idee diverse. Lei cosa ne pensa? «A prescindere dal fatto se esista o meno un collegamento diretto, il punto è che m Campania abbiamo un`emergenza da affrontare: in alcune aree del territorio, infatti, l`aspettativa di vita è inferiore di un anno rispetto alle regioni del Centro-Nord. Una circostanza assolutamente intollerabile ed inaccettabile».
Perché si vive meno che altrove? «Dobbiamo fidarci del parere degli esperti che non è in discussione e in questo senso è utile il lavoro comune con il governo come proposto dal ministro. Ma pesano certamente le violenze commesse sul territorio così come le condizioni socio-economiche e la scarsa attitudine alla prevenzione che è dovuta essenzialmente agli stili di vita. Noi ci stiamo concentrando sulle soluzioni da adottare». *
I cittadini attendono risposte concrete. Anche la protesta di Aversa dimostra quanta attenzione ci sia sul tema ambientale. «È una sfida cruciale. Per vincerla dobbiamo muoverci a tutto campo. Ci batteremo, m primis, per ottenere la modifica dei criteri di assegnazione del fondo sanitario nazionale e non ci alzeremo dal tavolo finché le nostre richieste non verranno accolte. Il parametro fondamentale dev`essere le aspettative di vita, l`indice di mortalità, per garantire condizioni più giuste da una parte all`altra del Paese. Non accetteremo mediazioni ne trattative».
Quante risorse rivendica la Campania? «Da almeno cinque anni avremmo dovuto avere 350 milioni in più. Sono fondi che ci spettano e dal 2013 ci sarà finalmente il nuovo patto per la salute». Come verrebbero impiegati questi finanziamenti? «Investendo sulla prevenzione e in progetti speciali e mirati per curare determinate patologie nelle zone maggiormente a rischio».
E sul fronte delle bonifiche ? «Molti siti da risanare sono di interesse nazionale. Anche su questo il governo non può voltarsi dall`altro lato. Noi siamo riusciti a rifinanziare i fondi europei inserendo le bonifiche tra i grandi progetti. Ciò d ha permesso di recuperare circa 200 milioni. Ma non bastano. Lo Stato deve assicurare pieno sostegno a questi interventi».
La comunità scientifica accusa la politica di non aver fatto abbastanza per proteggere il territorio. Cosa risponde? «Certamente in passato, come accertato dalle indagini delle Procure di Napoli e Santa Maria Capua Vetere, c`è stata una foltissima disattenzione e spesso anche complicità e connivenze. Oggi, tuttavia, le cose stanno cambiando. L`ambiente è oggetto di grande attenzione sia da parte degli amministratori che della società civile. Tale reazione ha permesso di arginare gli sversamenti illegali che sono stati uno dei business principali della malavita organizzata».
Senza la tracciabilità dei rifiuti, però, le bonifiche rischiano di essere inutili. «Attendiamo da tempo il via libera alla legge nazionale che consentirebbe di superare U meccanismo delle proroghe. Tali norme sono essenziali per poter seguire il percorso dei flussi dall`inizio alla fine. Stiamo sollecitando i livelli nazionali e ci auguriamo che l`iter venga completato il prima possibile».