Veleni radioattivi primi indizi sulla ditta

Fermo il piano per smaltire quattro milioni di tonnellate di rifiuti speciali Ganapini: settore delicato
17 giugno 2008 - Daniela De Crescenzo

È stata individuata la ditta che domenica ha portato in discarica i rifiuti ospedalieri e radioattivi: si tratta di un’impresa di Maddaloni che ha prelevato i rifiuti nel sito di stoccaggio del Pantano di Acerra gestito ancora dalla Fibe. Ora bisognerà chiaririre come lo iodio 131 (è questo l’elemento radioattivo individuato) sia finito ad Acerra dove nei giorni scorsi hanno sversato il comune di Napoli e molti altri della provincia. Ieri pomeriggio il camion, che era stato sequestrato, è stato aperto e il contenuto è stato esaminato dai tecnici dell’Arpac. La procura di Napoli resta in attesa della trasmissione della relazione della polizia giudiziaria e del verbale di sequestro per aprire l'inchiesta che sarà affidata al pool di pm creato dopo il decreto Berlusconi. Quello di Savignano è stato il terzo stop allo sversamento della nostra spazzatura, sempre a causa della presenza di rifiuti ospedalieri, in particolare dello iodio 131 utilizzato in alcuni reparti di radiologia. Il campo dei rifiuti speciali resta evidentemente una giungla. Eppure un piano per smaltire i 4 milioni di tonnellate prodotti ogni anno dalla Campania è stato presentato a fine aprile dall’Arpac e l’Amra (consorzio delle università sul rischio ambientale) alla Regione, ma per il momento resta al palo. Secondo gli esperti per controllare il percorso dei rifiuti si potrebbe installare nei camion una sorta di scatola nera collegata ai computer. E poi bisognerebbe stringere patti con associazioni di categoria e amministrazioni e rafforzare i controlli burocratici in maniera da garantire che in discarica non finiscano oli, vernici, sacche di sangue e prodotti readioattivi. Il progetto, per il momento, è all’esame dell’assessore Ganapini: «Considerata l’enorme delicatezza del tema, giacché si tratta di uno dei settori di maggiore interferenza dell’economia criminale, sono impegnato in una lettura sinottica, analitica e attenta della proposta di piano. Proprio per valutare la bozza ha già avviato consultazioni tematiche con le parti sociali, per ora al livello informale». Inquietanti le cifre che emergono dalla ricerca dell’Arpac, guidata da Luciano Capobianco. In Campania si producono ogni anno quattro milioni di tonnellate di rifiuti speciali (duemila solo per il settore dei calcestruzzi) e 11mila tonnellate di rifiuti ospedalieri. Ma solo il 10 per cento viene smaltito in regione, il resto viene portato in altre aree del Paese o all’estero. Le sostanze vengono affidate a ditte private che ne curano il trasporto e lo sversamento a un prezzo che parte dai 120 euro spesi per liberarsi di una tonnellata di materiali edili ai mille necessari per disfarsi di una tonnellata di vernici. Il costo dello smaltimento dei rifiuti ospedalieri si aggira intorno ai 700 euro. Cifre da brivido, capaci di mobilitare i clan che infatti negli anni passati hanno gestito illegalmente parte degli affari, accumulando enormi ricchezze.

 

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