L`intervista «Un impianto da 450 mila tonnellate all`anno costa circa 500 milioni. La spesa iniziale può rientrare in 8-10 anni»

Termovalorizzatore per Napoli, A2A è pronta all`investimento

Il direttore Paolo Rossetti: allo studio anche l`ecocentro
19 gennaio 2013 - Angelo Lomonaco
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

ACERRA — «La data precisa dello stop del termovalizzatore di Acerra per la manutenzione programmata non è ancora stata fissata. Sarà presto, perché l`intervento è necessario, in particolare la manutenzione della turbina, ma l`inizio dei lavori sarà fissato con i tornitori di parti specialistiche dell`impianto e con le istituzioni caropane, che intanto si sono organizzate».
L`ingegnere Paolo Rossetti è il direttore generale dell`area tecnico-operativa di A2A, spa della quale il Comune di Milano e quello di Brescia detengono il 27,5 per cento ciascuno delle quote. Rossetti ieri mattina era ad Acerra per una serie di riunioni
Direttore, ogni quanto lempo si effettua la manutenzione che richiede il fermo dell`implanto per due settimane?
«A seconda dell`uso, ogni tre-quattro anni. Acena funziona a pieno regime, in linea con le specifiche di collaudo, da oltre due anni. Questo significa che qui si trattano 600 mila tonnellate di frazione secca tritovagliata ogni anno»,
Cioè quasi 1.700 tonnellate al giorno, in media, dei rifluti trattati negii Stir. Di questi, quanti arrivano da Napoli? E comunque, l`impianto potrebbe «assorbire» una quantità maggiore del rifluti prodotti nel capoluogo?
«Non dipende da noi, la decisione è presa dallo specifico settore flussi che pianifica l`alimentazione degli impianti».
La Regione ora è proprietario dell`impianto. Ma ad Acerra conferiscono anche Comuni di altre regioni? «No. E un impianto che opera solo per la Regione Campania».
In Campania ci sono momenti in cui sembra che una nuova emergenza sia alle porte, altre fasi il quadro invece non appare allarmante. Alla vigilia dello stop di Acerra, secondo lei la situazione come si presenta?
«In Campania si producono circa 2 milioni e meso di tonnellate di riflutf solidi urbani all`anno. La quantità pro-capite è in linea con le altre regioni. Cambia però la dpologia: in percentuale c`è più materiale organico umido...».
Significa che si mangia di più?
«In modo diverso. Al Nord, invece, si producono più materiali più secchi. Quindi è necessaria un`attenzione particolare alte specificità della situazione locale. Quanto alla raccolta diBerenziata, mi sembra positivo l`incremento: mediamente la Campania ha raggiunto circa il 38%. I risultati sono molto positivi in provincia di Salemo e di Benevento, ma anche la provincia Napoli è a circa il 30%, con un incremento medio annuale del 6-7%. un trend confrontabile con quello di Milano».
Quindi la differenziata ammonta a drca 930 mila tonnellate, altre 600 mila sono trattate negli Stir e poi nel temiovatorizzatore. Resta circa un altro milione di tonnellate, e anche se la differenziata raggiungesse il 50% in tutta la regione, resterebbe comunque una quota considererole. Come si fa?
«Le istituzioni preposte stanno effettuando studi preliminari sugli ecocentri, una sorta di siti di trattamento e recupero pluri(unrione che impiegano tecnologie più evolute, sono strutture modulari e sono in linea con quanto previsto nei Piano regionale. A seconda dei materiali che s`intende trattare, ad esempio per il materiale organico, si può decidere per la digestione aerobica, anaerobica o per soluzioni miste».
Lei cosa consigna?
«La soluzione mista. Comunque per realizzare una buona filiera occorrono più differenziata, un efficace trattamento dei materiali per la valorizzazione e soluzioni specifiche per i materiali residuali non recuperabili e rsu post-differenaata, che richiedono una termovalorizzazione ad alto recupero di energia e materia».
Si spieghi meglio.
«Per l`ottimiìzazione del recupero, si deve tenere conto che plastica, vetro e altri materiali da raccolta differenziata, non sono puri. Quindi richiedono un ulteriore trattamento al quale potrebbero essere sottoposti negli ecocentri».
Dove si dovrebbero realizzare?
«Ne stanno discutendo le istituzioni. Potrebbero essere realizzati anche dove già sorgono altri impiana. un ecocentro non rilascia né fumi né liquidi: ci sono tutte le condizioni perché sia accettato ovunque».
In ogni caso, per non continuare a mandare rifluti fuori regione, occorrerebbero altri Impianti. la A2A è interessata al termovatorizzatore da costruire a Salerno? E a che punto è la procedura di dialogo competitivo per il tennovalorizzatore di Napoli Est?
«A Salemo ci siamo limitati a tornire supporto, una sorta di consulenza, prima della gara. Quanto all`impianto per Napoli, attendiamo elementi e condizioni per presentare un`offerta economica precisa, anche in caso di collocazione diversa».
Quindi anche se non fosse costruito Napoli Est. I costi sarebbero a vostro carico?
«Sì, se A2A venisse incaricata».
E a quanto ammontano?
«Un impianto da 450 mila tonnellate all`anno richiede un investimento con ordine di grandezza di circa 500 milioni».
Con un termovalorraatore di queste dimensioni, che produce una rilevante quanlità di energia, dopo quanto tempo si rientra dell`investimento?
«Dopo 8-10 anni, se è previsto il Cip 6 e vengono riconosciute tariffe adeguate».
Per la realizzazione quanto tempo occorre?
«Due anni, due anni e mezzo dalla apertura del cantiere».
Invece per un ecocentro?
«Per uno completo, a quattro moduli, occorrono un anno, un anno e mezzo, e un investimento di circa 150 milioni».
Nel corso di incontri e trattative, direttore, che impressione ha tratto: si arriverà a un accordo?
«È in corso uno sforzo per ricercare la sinergia istituzionale necessaria per realizzare infrastnitture così importanti».
Intanto continuiamo a mandare rifluti all`estero. Possibile che sia davvero conveniente?
«Dubito, ma nella situazione attuale non vedo alternative: per mandarli negli impianti italiani è necessario un accordo tra Regioni».
Accade solo in Campania o le decisioni sono sempre così difficili?
«Be`, anche nel Nord non sono percorsi facili perché si tratta di realizzare opere importanti sul piano tecnico e delle infrastrutture».
Nel Piano regionale è previsto un altro termovatoriatatore destinato ai sei milioni di ecoballe accumulate. A2A è interessata?
«Se ci sono le condizioni, si potrebbe anche pensare a un impianto ad alimentazione mista, non dedicato unicamente alle ecoballe».

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