De Magistris cosa fa?

La monnezza di Napoli è costata 13 miliardi

30 dicembre 2012 - Peppe Rinaldi
Fonte: Libero

In Campania, ad eccezione di Acerra, i rifiuti non possono essere bruciati per ragioni note a tutti e che poco hanno a che fare con l`epica di Gomorra. Ma i soldi si, quelli possono essere bruciati anche in quantità industriali. Non esistono stime ufficiali ma secondo i calcoli più attendibili (rimarcati pure dalla Corte dei conti) ammontano a circa 13 i miliardi di euro spesi dal 1994 al 2009, anno della fine dello stato di emergenza decretata dal governo Berlusconi. Ora, se è vero che al nuovo governo cittadino non può imputarsi un solo euro di quella cifra (se non per i ritardi causati dalle guerre ideologico-ambientaliste dei partiti che sostengono De Magistris) lo stesso non può dirsi per quel che cova sotto la cenere di un difficile equilibrio tra enti. Sempre di montagne di danaro pubblico si tratta, dal momento che di impianti per la termodistruzione non se ne parla se non in astnisi protocolli e gare d`appalto in etema fase di preparazione. Per non dire delle cambiali da onorare agli sponsor elettorali di De Magistris, su un terreno dei quali dovrebbe sorgere il secondo termovalorizzatore. Un po` di chiarezza, almeno nel conto finanziario di Napoli, l`hanno fatta gli ispettori del ministero dell`Economia che da poco hanno consegnato la relazione finale. Il quadro emerso non appare molto rassicurante. In primis, non esiste un bilancio unitario delle partite contabili, dei debiti e dei crediti: il che indica che i numeri sfuggono al controllo disperdendosi tra i mille rivoli di Provincia, Comune e Regione. Dalla ricostruzione ispettiva si rileva che Napoli non awebbe migliorato la situazione da quando lo stato di emergenza è cessato. Di certo non per ciò che concerne il rallentamento del debito, dovuto nella sua quasi totalità al pagamento degli stipendi del personale: una specie di beffa per il resto dei cittadini italiani, costretti aversare emolumenti a centinaia di lavoratori che non sempre hanno imbracciato scopa e ramazza. L`Asia, la municipalizzata napoletana a cui il Comune versa 160 milioni à anno, da un lato ha dovuto ridurre di 600 unità le migliaia di lavoratori nel corso degli ultimi anni, dall`altro ha proceduto a nuove infornate di assunzioni non sempre adamantine: almeno secondo la procura della repubblica che sul caso sta indagando dopo le denunce di Raphael Rossi, il managertorinese licenziato da De Magistris esattamente un anno fa e oggi sul libro paga di Vendóla. Nel 2012, infatti, il Comune ha assunto altre 346 persone con procedure finite sotto i riflettori dei magistrati. I debiti con banche e fornitori hanno un trend sempre al rialzo e la trovata delle crociere verso l`Olanda, escogitata dall`amministrazione, continua a costare un mucchio di soldi: 150 milioni solo quest`anno, altri 3 in extremis qualche settimana fa per scongiurare un nuovo disastro. Lo stesso che sembra profilarsi in queste ore: i cumuli crescono, la differenziata che doveva registrare numeri da record è al palo e di bruciarli come si fa nel resto del mondo civilizzato è ancora una bestemmia. In compenso ci sono la «Rivoluzione Civile con Ingroia» e il «Movimento arancione».

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