Ispezione, pesa e scarico ecco il check-in nella discarica
Una domenica in discarica. Una domenica a Pustarza, l’impianto che dovrà evitare alla Campania un’estate con la spazzatura nelle strade. S’inizia a lavorare di prima mattina: alle sette si apre, alle otto via alle operazioni per far entrare i compattatori. Militari e addetti sono al lavoro con le mascherine sul volto per cercare di limitare i danni dovuti alle esalazioni maleodoranti. Qui si scaricano rifiuti «tal quale» e non ecoballe e il tanfo a volte diventa insopportabile. Specialmente quando sversano i compattatori dal napoletano che sono stati fermi nelle stazioni di trasferenza per qualche giorno. I militari effettuano il primo controllo, con gli intensimetri di contaminazione per verificare se nei camion ci sono rifiuti radioattivi, poi il carico passa sotto il controllo degli addetti alla discarica e del Cosmari Av1: si verificano i formulari, la provenienza, il tipo di rifiuti. Quindi si passa alla pesa e allo scarico al quale assistono altri due addetti. «Abbiamo preteso un protocollo rigido - spiega Vincenzo Sirignano, presidente del Cosmari che ha in gestione la discarica - per evitare lo smaltimento di rifiuti speciali e non a norma. Due camion, che avevano passato i precedenti controlli, li abbiamo bloccati perchè i nostri addetti hanno notato che venivano scaricate carcasse di frigoriferi e di materassi». Il «check-in» dei compattatori è severo e ha una tempistica ben precisa: dura dai 12 ai 18 minuti. Si scarica fino alle 19 poi l’impianto chiude. «Di notte stop ai conferimenti - spiegano gli addetti ai controlli - così evitiamo furberie notturne come avvenivano in passato in molte discariche». Ieri al «check-in» sono stati segnalati anche rifiuti radioattivi, in due compattatori provenienti da Acerra. Il sistema di controllo ha funzionato e, isolati i due mezzi, sono arrivati i tecnici dell’Arpac per ulteriori esami. È domenica e la discarica è diventata oggetto di curiosità da parte di tante persone dei comuni limitrofi che vengono a rendersi conto di quello che leggono sui giornali e hanno visto nei Tg nazionali. Resistono, però, una decina di minuti; il tempo di scattare qualche foto con il telefonino con i militari che lavorano con la mascherina sullo sfondo. Poi vanno via, storditi dalla puzza. Per cercare di limitare il cattivo odore gli operai dell’Ibi, la ditta che ha realizzato l’impianto, sistemano i rifiuti in orizzontale e quando sono finite le operazioni della giornata li coprano con uno strato di sabbia di 10 centimetri. Pochi gli ambientalisti che stazionano sul sito. Sono arrivati a metà mattinata e si sono limitati a distribuire qualche volantino, sperando nel fatto che solo la Magistratura a questo punto può cambiare lo stato delle cose. Il primo luglio, infatti, il Consiglio di Stato dovrà pronunciarsi sulla legittimità della localizzazione della discarica e sugli espropri effettuati agli agricoltori della zona. Ma fino ad allora Pustarza avrà inghiottito oltre 200mila tonnellate di rifiuti. Ieri sera, prima della chiusura dell’impianto, arriva anche l’eco dell’unica protesta che si è registrata in questi due giorni di attività: è quella dei residenti di Monteleone di Puglia e Accadia, due comuni pugliesi a confine con l’Irpinia, per il transito dei compattatori che provengono dal casello autostradale di Candela. Ma la struttura di Bertolaso sta studiando una modifica al percorso di ritorno dei camion che dovrebbe distribuire il traffico su diverse direttrici. Chiudono i cancelli, i militari montano la guardia, gli addetti del Cosmari ritornano a casa. «Domani sarà ancora peggio - dicono - sverseranno 1500 tonnellate. Un camion ogni 15 minuti».