E spuntano otto impianti fantasma piano bluff per evitare la multa Ue

Carteggio con Bruxelles: nel piano anche compostaggi e un gassificatore
30 dicembre 2012 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

Un miliardo e mezzo ogni anno per raccogliere e smaltire i rifiuti, ma in Campania mancano ancora due termovalorizzatori, un gassificatore, due impianti di compostaggio. Vanno allargate ancora tre discariche, bisogna costruirne almeno altre tre, ed è necessario riconvertire sei impianti di tritovagliatura. Tutti interfventi previsti dal piano regionale. Tutti interventi che ci siamo impegnati a realizzare al più presto, come risulta dalla lettera inviata a Bruxelles qualche giorno fa. Al massino entro il 2016. Ma finora solo due dei dieci impianti previsti sono stati realizzati: i siti di compostaggio di Salerno e di Eboli.
La differenziata
La raccolta dei materiali da riciclare in Campania continua a crescere e ha raggiunto nel 2011 una percentuale del 40 per cento, n che vuoi dire che ogni anno un milione di rifiuti viene destinato alle piattaforme dove plastica, vetro e alluminio vengono avviati al riciclo mentre la frazione umida viene spedita agli impianti di compostaggio che trasformano i residui organici in concime. Un`operazione perla quale i sindaci sono costretti arivolgersi agli imprenditori privati delle altre regioni spendendo fino a 175 euro a tonnellata. Ma il costo medio si aggira intorno ai 150 euro. Nell`unico sito in funzione in Campania se ne spendono 110. Sulle circa 700 mila tonnellate lavorate le amministrazioni campane sborsano 28 milioni all`anno in più di quello che spenderebbero negli impianti pubblici della regione. Ma da noi i siti di compostaggio sono una chimera. Promessi, annunciati, inaugurati, sono finora rimasti al palo. Ne sono stati completati solo due: quello aperto a Salemo nell`aprile del 2011 e quello di Eboli. Intorno il deserto. Eppure sono stati spesi moltissimi milioni per trasformare quella benedetta (dagli ambientalisti) frazione organica. Il piano presentato all`Europa prevede la costruzione di altri due siti che dovrebbero essere completati a Giffoni Valle Piana e San Tammaro. In tutto, quando le opere annunciate saranno completate sarà possibile lavorare 120 mila tonnellate all`anno.
L`incompiuta
Otto anni non sono bastati a realizzare l`impianto di compostaggio di San Tammaro. E oggi si cerca affannosamente di ricostruire la documentazione per poter completare i lavori. Si scrive all`idraulico, all`elettricista, al muratore... E si aspetta. Quello che è successo, per come la vicenda si ricostruisce dagli atti della Regione, ha dell`incredibile. Nel marzo del 2004 l'allora commissario di governo mise a disposizione 5 milioni e 926 mila euro per costruire un`attrezzatura per la lavorazione della frazione umida in località Maruzzella, comune di San Tammaro. Nel gennaio del 2005 fu assegnata la gara alla Ati composta dalla Castaido Costruzioni Spa, dalla Ibi idroimpianti e dalla Ics sri. La Ibi è stata colpita nel 2010 da interdittiva antimafia ed è attualmente al centro di un`inchiesta giudiziaria per la realizzazione della discarica di Chiaiano.
Nel febbraio del 2010 l`impresa chiese la risoluzione contrattuale. Nel decreto dirigenziale del 19 gennaio 2012 si legge che «non è stato possibile sottoscrivere gli atti contabili» ma secondo i tecnia sono stati eseguiti lavori per 3 milioni e centomila euro anche se per 443 mila euro «non è mai stato emesso relativo certificato di pagamento per mancata sottoscrizione degli atti contabili da parte della Ati esecutrice dei lavori». Intanto, nel corso dell`emergenza del 2008, il capannone era stato utilizzato per de positarvi la spazzatura che traboccava sulle strade. E ruspe e compattatori avevano danneggiato i pavimenti. Per rimetterli a posto servivano, secondo le perizie dei tecnia, 851 mila euro. Una volta liberati i locali, però, nel 2011, la Provincia di Caserta e l`Arpac evidenziarono la necessità di svolgere indagini ambientali per verificare lo stato di inquinamento dei luoghi. La Regione affidò per 75 mila euro l`intervento a una sua partecipata, la Astir, che poco dopo andò in liquidazione. Non prima, però, di aver subappaltato l`intervento alla Getea Italia per 33 mila euro. Nell`agosto del 2012 è stato nominato un nuovo responsabile unico del procedimento e ora si stanno reiscrivendo nel bilancio regionale le risorse necessarie per pagare l`impresa. Non solo: il fallimento della società che ha costruito l`impianto rende difficile rintracciare le certificazioni necessarie perla redazione del collaudo parziale necessario per riaffidare le opere. Perciò, si stanno contattando tutte le ditte che hanno lavorato per ricostruire i documenti. Intanto sono stati stanziati altri 3 milioni e mezzo di euro.
I termovalorizzatori
Nel 2009, a dieci anni dall`affidamento dell`appalto, è entrato in funzione il termovalorizzatore diAcerra. Adesso bisognerebbe costruire altri tre inceneritori (a Napoli est, a Salerno e a Giugliano) e un gassificatore. La gara per il bruciatore cittadino è andata deserta. Allora il commissario Alberto Carotenuto ha organizzato un «dialogo competitivo». L`unica azienda che ha partecipato, la A2A che gestisce anche Acerra, ha chiesto 150 milioni di euro alla Regione per «condividere il rischio». Il governatore Caldoro ha inoltrato la pratica al governo per sapere se potranno essere sbloccati e utilizzati i fondi europei. E le cose sono rese più difficili dall`ostracismo del sindaco de Magistris, che si oppone all`inceneritore. A Salerno le cose non vanno meglio. L`appalto è stato affidato alla Daneco impianti, ma la ditta seconda in classifica ha presentato due ricorsi. Attualmente è in fase di valutazione lo schema di convenzione da sottoscrivere tra le parti. Ð termovalorizzatore di Giugliano dovrebbe bruciare sei milioni di balle che sono, però sottoposte a sequestro giudiziario per il 50 per cento. In attesa di risolvere la controversia è stata disposta la caratterizzazione dei materiali con fondi stanziati dalla Regione. I risultati dovrebbero arrivare a marzo. Poi bisognerà organizzare la gara. Il gassificatore dovrebbe, invece, sorgere a Capua: ma non è certa la proprietà dei suoli. Intanto si studia la documentazione necessaria per l`appalto.
Gli Stir
Ce ne sono sette e dovranno essere tutti riqualificati per produrre al più presto il materiale stabilizzato da inviare m discarica. Le norme europee, infatti, prevedono che negli sversatoi non possano arrivare i sacchetti. Ma i rifiuti «giusti» (quelli classificati con il codice 19.05.03) vengono prodotti solo in via sperimentale a Tufino, Battipaglia, Santa Maria Capua Vetere e Pianodardine (150 tonnellate al giorno per ogni impianto). Per realizzare i digestori anaerobici all`interno degli impianti sono stati nominati sei commissari, ma non è partita nemmeno una gara: si è scoperto che i terreni sui quali sono stati costruiti i tritovagliatori non sono mai stati pagati dalla società che li costruì, Fibe.
Discariche
È stato ampliato lo sversatoio di San Tammaro. C`è il piano esecutivo per l`allargamento di Savignano e si resta in attesa delle decisioni delle autorità giudiziarie per l`allargamento di Chiaiano e Sant`Arcangelo Trimonte. Per la Pro vincia di Napoli, dopo le dimissioni del commissario Annunziato Vardè, il successore Raffaele Ruberto ha confermato la necessità di realizzare discariche a Chiaiano, Giugliano e Sant`Anastasia per portarvi i rifiuti stabilizzati. Nel salernitano dovrebbe essere aperto un sito a Eboli (cava Visconti).
Ci restano quattro anni per costruire otto impianti, rimetterne in sesto altri sei, allargare tre discariche e metterà al passo con l`Europa. Gli impegni presi ci hanno evitato, per il momento, che Bruxelles decidesse una multa salatissima che potrebbe sfiorare il mezzo miliardo. Ma il problema è tutt`altro che risolto: rispettare la tabella di marcia sembra difficile. Quasi impossibile.
L`inchiesta Nella lettera alla Commissione anche il progetto di allargamento di tre discariche per l`emergenza
Il riciclo Raggiunta quota 40% in Campania ma mancano le strutture per produrre il compost L`incompiuta Otto anni non sono bastati per i lavori a S. Tammaro Stanziati 5 milioni
Gli Stir Sono sette ma devono tutti essere riqualificati per produrre materiale stabilizzato

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