Niente impianti, differenziata flop: tutte le cifre dell'emergenza. Lo scandalo dei consorzi: dipendenti pagati senza lavorare

Rifiuti, ecco la montagna dei debiti Il valzer dell`immondizia costa 1.500 milioni all`anno

Niente impianti, valanga di debiti per i viaggi. Il buco nero di Asìa
29 dicembre 2012 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

Nell`attesa che fl commissario perle discariche riesca a convincere i sindaci ad aprime almeno una, la Provincia di Napoli contìnua a inviare mille tonnellate al giorno di spazzatura nelle altre Regioni italiane e in Olanda. Finora sono stati spesi più di cento milioni ( 113 a tonnellata per l`Olanda e in media 144 per gli impianti italiani), e nei giorni scorsi la Regione ha messo sul piatto altri tré milioni. Tutti soldi che hanno fatto lievitare la tarsu che pure, lo hanno rilevato gli ispettori del governo, resta al di sotto della copertura totale delle spese prevista dalla legge. »

Soldi, soldi, soldi. Per togliere la spazzatura dalle strade di Napoli e della Campania si spende ogni anno quasi un miliardo e mezzo. E quando non d sono i soldi, come capita spesso, gli amministratori di Comuni, Province e società partecipate o non pagano, e fanno fallire le imprese creditrici, o ricorrono alle banche. E accumulano debiti. Una montagna di debiti che non è servita ad abbattere le piramidi di spazzatura che ancora si accumulano nei siti di stoccaggio (un modo pulito per descrivere i capannoni dove si nasconde l`immondizia) e nelle piazzole dove restano sei milioni di tonnellate di ecoballe. I conti del Comune Dalla fine dell`emergenza non esiste un bilancio unitario delle spese, dei debiti e dei crediti perché la gestione del ciclo, lo smaltimento e la raccolta sono passati a carico di Regione, Province e Comuni. E le cose non sono andate meglio, come evidenzia la relazione degli ispettori che hanno setacciato i bilanci del Comune di Napoli: il danno provocato all`erario dalla sottostima della Tarsu ammonta dal 2009 a oggi a 88 milioni di euro. Una sottostima dovuta, come sotto lineano gli ispettori, non all`incapacità di fare di conto, ma alla volontà di non gravare i napoletani di tasse. Operazione meritoria se nelfrattempo non si fosse continuato a spendere. E spendere nell`abbinata Comune-rifiuti significa soprattutto garantire uno stipendio al personale. Non bi- sogna dimenticare che l`Asia (la partecipata del Comune addetta alla raccoltaeallospazzamento) è nata nel Duemila assorbendo comunali, dipendenti degli appaltatori e più di 1000 Lsu. E non solo: anche se il numero complessivo degli addetti è diminuito di 600 unità gli ispettori notano che negli ultimi quattro anni ci sono state due nuove ondate di assunzioni. La prima, nel 2009, ha coinvolto i 327 lavoratori dell`ex bacino Napoli 5 perché obbligato dalla legge 26 del 2008. La seconda nel 2012, quando in azienda sono entrati altri 346 dipendenti che lavoravano nelle imprese appaltatrici. L`Asia ha sempre so stenuto che era tenuta ad assumerli per le norme sul passaggio di cantiere e per un patto sindacale siglato al momento della nascita dell`azienda, ma la magistratura ha deciso di approfondire la questione. In ogni caso il Comune non hamai firmato un contratto di servizio con la sua partecipata e ha continuato a certificarne i bilanci senza però versare i canoni preventivati. L`azienda spende circa 185 milioni all`anno e il Comune ne versa meno di 160. Ogni anno la voragine nei conti si allarga: nel 2012 ha raggiunto il 75 ãï³³³îò di euro: 105 milioni sono dovuti alle banche e 70 alle aziende fomitrici. I debiti si accumulano: e si scaricano sulle generazioni future, come hanno spiegato anche gli ispettori.
I miliardi
Quello messo in piedi in Campania alla fine degli anni Novanta, e mai realizzato completamente, è un sistema complesso e costoso. In gran parte dei Paesi europei, e an che in moltissime città italiane, la spazzatura si differenzia e il restante si brucia. Da noi i rifiuti urbani indifferenziati vengono raccolti e inviati agli stir dove vengono divisi e per questa operazione si spendono circa 50euro atonnellata. La frazione secca viene inviata in parte al termovalorizzatore di Acerra e in parte nelle altre regioni italiane. Nel primo caso per il momento non si paga, nel secondo si spendono in media 144 euro a tonnellata. La frazione umida viene spedita nelle discariche della penisola alla stessa cifra. Nella provincia di Napoli si spendono 450 milioni all`anno per la raccolta e il trasporto agli impianti e 150 milioni all`anno per il trattamento e lo smaltimento: in tutto 600 milioni all`anno. Se si calcola che la produzione è circa la metà di quella regionale e si aggiungono i costi del personale dei consorzi di bacino si ottiene una spesa che per la Campania si aggira intorno al miliardo e mezzo.
I viaggi all`estero
La Sapna, la società della provincia si Napoli, ha speso dalla fine del 2011 a oggi almeno centocinquanta milioni di euro solo per i viaggi verso le altre regioni e verso l`Olanda: il termovalorizzatore di Acerra è costato alla Regione 380 milioni di euro, fa incassare ogni anno 100 milioni solo per la produzione dell`energia elettrica e da lavoro a cento persone. I soldi dei «monnezzatour» sono finiti, invece, nelle tasche di aziende siciliane, pugliesi, lombarde, venete e olandesi. In media per spedire i rifiuti in Italia si spendono 144 euro alla tonnellata, per mandarli in Olanda 113. Ma i viaggi sono necessari perché vengono continuamente rinviate la realizzazione delle discariche (i primi cittadini di tutti i Comuni della provincia continuano a opporsi) e del termovalorizzatore di Napoli est che il sindaco De Magistris continua a non volere. L`unica azienda che partecipa al «dialogo competiti vo» organizzato dal commissario Alberto Carotenuto, laA2A che gestisce anche Acerra, ha chiesto 150 milioni di euro alla Regione per «condividere il rischio» del termovalorizzatore prossimo venturo, n governatore Caldoro ha inoltrato la pratica al governo per sapere se potranno essere sbloccati e utilizzati i fondi europei. Intanto l`immondizia continua a viaggiare e a Natale la Regione ha sborsato altri tré milioni per evitare l`ennesima emergenza. Per coprire le spese la Provincia (finita nel mirino della Corte dei conti per le consulenze d`oro della Sapna) ha alzato la tariffa di smaltimento a 147,9 euro a tonnellata.
Gli anni dell`emergenza
Nei quattordici anni di emergenza (1994-2009) sono stati spesi, secondo le stime più attendibili, solo dai commissari che si sono succeduti almeno 13 miliardi di euro. Cifre precise non esistono e la Corte dei Conti lo ha più volte rimarcato. I creditori chiedono ancora 3 miliardi e mezzo di euro come risulta dai dati messi a punto dall`unità tecnico amministrativa guidata dal prefetto Gianfelice Bellesini che dovrebbe chiudere entro lunedì prossimo il conteggio dei debiti accumulati fino al 2009.
Il buco nero dei consorzi
Ieri si è dimesso il commissario liquidatore nominato il 20 dicembre, Massimo Iodice. Il 31 dicembre i consorzi saranno sciolti e ieri l`assessore regionale Giovanni Romano ha scritto a Province e Comuni autorizzandoli di fatto a continuare a utilizzare il personale dei consorzi in attesa di chiarimenti legislativi. Iodice è il terzo liquidatore in fuga dallo scorso mese di luglio.

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