Al Vomero e Fuorigrotta le discariche di Natale

28 dicembre 2012 - Stella Gervasio
Fonte: Repubblica Napoli

IL NEMICO pubblico numero uno sono i botti di Capodanno. I primi cassonetti "liquidi" per i petardi gettati all`interno si vedono già in giro, molti danneggiati irrimediabilmente, giacenti su un fianco o a ruote all`aria. TRE in piazza Miracoli, altri a Fuongrotta e al Vomero. Un alibi in più che invita l`altra parte della cittadinanza poco civile a sversare ai piedi dei cassonetti invece che all`interno. La crisi economica dell`Asia fa prevedere che i contenitori distrutti o grandi ustionatiresterannotalia lungo. Ma d`altra parte neppure le telecamere deterrenti e le scritte di divieto di sversamento, come si vede dalle foto che pubblichiamo, impediscono al si gnore col furgone di disfarsi dello scomodo fardello ai confini travia Consalvo e Fuorigrotta. A contribuire, la lentezza degli Stir più carenti, come Giugliano e Caivano, ma anche l`aumento dei consumi natalizi, inbarba alla crisi: la provincia intera è in difficoltà, Castell ammare e gli altri centri vesuviani tra i primi. Per quanto riguarda Napoli, Coldiretti ha rilevato un dieci per cento in più di acquisti alimentari e il dato è tutto riscontrabile negli scarichi abusivi. Non solo umido, ma anche molti imballaggi, che, nel dubbio, sono finiti anche su strada. Come gli incarti argentati o il solito polisti rolo del pesce. Per questi, Asia con il suo presidente Raffaele Del Giudice — che ha trascorso le feste di Natale a fare sopralluoghi sugli Stir per verifícame il funzionamento — aveva indetto apposite campagne, come quella per il vetro o per gli imballaggi. Nonostante le isole ecologiche itineranti, però, gli ingombranti si vedono un po` dappertutto, sopra ogni altro rifiuto regna il televisore. Molti gli arredi in legno smembrati e lasciati in giro. E ogni tanto c`è qualche ritiro Asia non effettuato. «I più preoccupanti Stir sono quelli di Giugliano e Caivano — spiega Del Giudice — Napoli è riuscita a fare come poche volte la sua parte con l`Icm, che sta diventando un polmone sempre più strategico per la provincia. C`è un bei gioco di squadra, la filiera istituzionale sta funzionando bene. Ma qualche sofferenza c`è e testimonia la fragilità del ci clo». Dipende dai numeri ancora ridotti della differenziata? «No, perché affligge anche i Comuni ricicloni, ai quali Napoli andrebbe peraltro aggiunta — continua il presidente Asia — La struttura non è ancora completa per la destinazione finale dei rifiuti trattati che escono dagli Stir, manca il famoso revamping degli impianti che speriamo la Regione acceleri nel 2013». Intanto dai Verdi Ecologisti arriva un allarme "pre-emergenza" di mancata raccolta natalizia e per gennaio-febbraio quandol`impiantodiAcerra«resterà fermo per diverse settima ne per la revisione della turbina». Del Giudice risponde: «Stiamo mettendo m atto altre misure per l`Icm, cercando di non tenere i camion fermi in fila e di non bloccare la differenziata perdendo personale e mezzi. Facciamo di tutto per evitare che si verifichi il solito fenomeno del cane che si mordela coda, prologo a una crisi dell`intero sistema». Un annuncio di allarme arriva anche da Caserta, dove il presidente della Provincia, Domenico Zinzi, parlando di default del Consorzio Unico di Bacino, ha auspicato che «anche Napoli dovrà dotarsi di impianti come il termovalorizzatore: credo che de Magistris si renderà presto conto dell`importanza di realizzarlo a Napoli Est». Ma è un`idea che non sfiora nemmeno il sindaco di Napoli.

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