Lo scandalo dei consorzi di bacino: Rifiuti, 103 milioni di contributi non versati

Consorzi, evasi 103 milioni per le pensioni

Contributi non versati dal 2009, la Finanza denuncia 4 manager. Ora si rischia il fallimento
Sulle buste paga regolari ritenute ma i soldi mai versati agli enti previdenziali
Assunzioni in surplus e dipendenti lasciati senza lavorare per anni
L`indagine delle Fiamme Gialle sul mancato pagamento dei contributi, sono partite, come anticipato lo scorso mese di agosto dal Mattino, dal ritrovamento di una nota interna dalla quale emergeva, tra l`altro, una consistente esposizione debitoria da parte dell`ente consortile nei confronti dell`erario e degli Istituti previdenziali. I lavoratori hanno più volte denunciato anche il mancato versamento dei soldi prelevati dai loro stipendi alle socie finanziarie con le quali avevano contratto debiti.
21 dicembre 2012 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

Sono centotre i milioni di contributi non versati dal Consorzio di bacino di Napoli e Caserta all`erario e agli enti previdenziali ed assistenziali tra il 2009 e il 2012. È stato accertato dal nucleo di polizia tributaria della Finanza di Caserta nell`ambito delle indagini coordinate dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere e i quattro responsabili del consorzio nel periodo esaminato sono stati denunciati. Ora toccherà agli enti previdenziali inviare le cartelle esattoriali e pretenderne il pagamento: se, come è probabile, i soldi non saranno versati al commissario liquidatore non resterà altro da fare che portare i libri contabili in tribunale e dichiarare il fallimento.
Una situazione drammatica che ha portato nelle scorse settimane alle dimissioni del commissario liquidatore, Claudio Crivaro e alla sua sostituzione con Massimo Iodice, commercialista, candidato a sindaco di Casona nelle ultime elezioni per il Pdl.
Rimettere le cose a posto non sarà facile:i finanzieri hanno accertato che il Cub, pur avendo regolarmente operato le ritenute sugli stipendi dei dipendenti e dei collaboratori esterni, non ha versato i corrispettivi nelle casse dello Stato, delTmpdap, delTmps e dell`Inaii. E questo è solo uno dei filoni di un`indagine più complessa e ricca di aspetti penali: le fiamme Gialle del comando provinciale coordinato dal colonnello Vincenzo Amendola, stanno setacciando centinaia di fascicoli e faldoni per verificare anche, assunzioni, promozioni, contratti con le ditte esterne, a cominciare da quelle ritenute vicine alla malavita organizzata. Tra à altro da quattro anni mancano i bilanci certificati e quindi è arduo anche ricostruire la contabilità. Ma, lo conferma il commissario liquidatore, la pratica di pagare solo gli stipendi senza i contributi, è tuttora utilizzata e solo in questi giorni sono state versate ai dipendenti dell`articolazione napoletana le mensilità di luglio e metà di quella di agosto.
La crisi del Cub, del resto, si trascina ormai da anni: fino al 2010,quando è cessata l`emergenza, i lavoratori venivano assunti dai consorzi formati dai Comuni, ma pagati dallo Stato. Già nel 2007 una serie di inchieste giudiziarie, a partire da quella sulla Eco4 che ha coinvolto l`onorevole Nicola Cosentino e che ha portato in carcere i fratelli Orsi, hanno travolto i bacini di Napoli e Caserta. Poi, il 1 giugno, l`uccisione di Michele Orsi ha riacceso i riflettori sulla vicenda. Per tentare di arginare il malaffare è stato inviato dal sottosegretario Guido Bertolaso, un commissario ad Acta, Alberto Stancanelli, che prima di restituire il potere ai Comuni hatracciato nella relazione finale del suo mandato una quadro devastante della situazione evidenziando una serie di anomalie che non erano mai state nemmeno affrontate prima: contributi non versati, bilanci inesistenti, promozioni inutili, gestione approssimativa.
La legge che ha dichiarato conclusa l`emergenza ha stabilito che fosse approvata una pianta organica e poi le competenze passassero alle Province. Il sottosegretario Bertolaso stabili 424 esuberi che sono rimasti sempre solo sulla carta. E questo anche se gli 884 dipendenti di Napoli sono in gran parte disoccupati: meno di duecento lavorano per la Sapna (la società provinciale), gli altri servono due piccoli Comuni per un totale di 26 mila abitanti. Dal 2010 i dipendenti sono stati pagati grazie alle anticipazioni della Sapna, dalla scorsa estate, dopo una cessione di credito da parte della Protezione civile, sono finite anche quelle e in cassa entrano solo i soldi del servizio di guardiania. Anche a Caserta la situazione resta difficile perché molti Comuni usufruiscono del servizio ma non lo pagano. Il consorzio dovrebbe cessare di esistere il 31 dicembre, ma i dipendenti sperano nella proroga. E il neo commissario liquidatore, Massimo Iodice spiega: «La politica deve decidere quale deve essere Ö futuro dei bacini, la Regione, in particolare, deve intervenire». Ma l`assessore regionale, Giovanni Romano, spiega: «Per potere intervenire abbiamo bisogno di un quadro legislativo chiaro a livello nazionale, e questo, al momento, manca. Noi abbiamo pronto il nuovo modello di gestione del ciclo, ma per partire bisogna armozzarlo con le contraddittorie norme nazionali».

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