"Ricicloni", Napoli resta nel baratro

13 dicembre 2012 - Claudia Sparavigna
Fonte: Roma

NAPOLI. Per capire l`andamento della raccolta differenziata nei Comuni della Campania, basta dare uno sguardo alla classifica dei "Comuni Ricicloni", presentata ieri mattina da Legambiente, durante la cerimonia di premiazione, tenuta all`Hotel Ramada. Sono i piccoli Comuni a fare della Campania la migliore regione del Sud, in materia di riciclo. Circa un milione e mezzo di abitanti, pari a 500mila famiglie, superano il 55% di raccolta differenziata e rappresentano una regione che cerca riscatto dall`annosa emergenza rifiuti. Secondo i dati, in piccoli Comuni si toccano punte di eccellenza, con il 90% di differenziata, cui segue Salerno con quasi il 70%. Un dato che pone il capoluogo salernitano al primo posto tra i capoluoghi di provincia del Mezzogiorno e nei primissimi posti in Italia, confrontandolo con città delle stesse dimensioni. Nella top ten dei vincitori assoluti, nelle prime dieci posizioni si trovano altrettanti comuni del Salernitano. Tra le prime dieci posizioni dei comuni con meno di 1.000 abitanti, otto sono occupate da comuni in provincia di Salerno e due da comuni dell`avellinese. La provincia di Salerno riempie anche tutte le posizioni della classifica dei comuni tra i 1.000 e i 10.000 abitanti e ne occupa nove nella categoria fino a 20.000, dove Calvizzano rappresenta, al decimo posto, la Provincia di Napoli. Per quanto riguarda i Comuni più grandi, con un numero di abitanti compresi tra i 20.000 e i 50.000, spicca Nocera Superiore al primo posto, seguita da Vico Equense. Salerno è vincitrice nella classifica delle città con più di 50.000 abitanti, seguita da Cava de`Tirreni, Benevento e Portici. Solo al 523 posto troviamo Napoli, considerando che i Comuni presi in esame in Campania sono 551, il dato non è ne confortante, ne lusinghiero. «A Salerno - ha spiegato Michele Buon orno, presidente di Legambiente Campania - il ciclo integrato dei rifiuti è quasi chiuso». Ben diverso il giudizio di Buonomo su Napoli. «Chiediamo all`amministrazione comunale di Napoli di provare a realizzare quanto promesso in campagna elettorale sul fronte della raccolta differenziata. Passare da una promessa del 70% a un dato del 18%, mi sembra un gap troppo grave». La città e la provincia di Napoli risultano essere in forte ritardo rispetto alle promesse fatte e rispetto agli altri Comuni della Campania. Per uscire da questo tunnel dell`incremento della raccolta differenziata, Legambiente vede una sola soluzione: il Comune potrebbe accedere alle risorse della Cassa Depositi e Prestiti per dotarsi di impianti e avviare su tutto il territorio cittadino la raccolta porta a porta sia della frazione secca che dell`umido. Buonomo denuncia anche l`assenza sul territorio regionale di impianti di compostaggio, di impiantistica di base, necessari per far fronte alle esigenza dei Comuni virtuosi che «rischiano di pagare di più perché costretti a portare la frazione organica in altre Regioni, mentre ha concluso il leader regionale di Legambiente - con quanto si spende ogni anno per i trasferimenti, si potrebbe dotare il territorio regionale di impianti».

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