Sostanze radioattive una sola pista: Acerra
17 giugno 2008 - Antonio Corbo
Fonte: Repubblica Napoli
Ancora tracce di sostanze radioattive. Ancora Acerra. Ancora allarmi in questa infinita emergenza. Alle 16 di ieri l´ultimo cumulo di materiali pericolosi smaltiti da centri privati è stato scoperto dai Vigili del Fuoco. Hanno specialisti e mezzi sofisticati per individuarli.
È il quarto sequestro in otto giorni: da Acerra arrivavano anche i due camion con "Iodio 131" bloccati nei pressi della discarica di Savignano, appena aperta in provincia di Avellino. I rifiuti sanitari ritrovati fanno scoprire l´ultimo business che sparge paura e veleni in Campania: lo smaltimento clandestino di lastre, isotopi e forniture mediche.
Il procuratore Giandomenico Lepore ha già aperto un fascicolo. Indagini sono già scattate ad Acerra per scoprire il centro privato o la casa di cura che di nascosto infilano nei cumuli di immondizia sacchi neri con rifiuti sanitari, della categoria "speciali" che andrebbero invece affidati a ditte autorizzate. L´Arpac ha già consegnato una bozza di piano per i rifiuti speciali, ma la Regione non l´ha ancora adottato. Attende forse il parere Vas (valutazione ambientale strategica). Un vuoto normativo che rischia di favorire l´illegalità.
I Vigili del Fuoco contano fino a cento interventi al giorno per spegnere roghi. Dopo la segnalazione dei tedeschi che avevano scoperto tracce di radioattività nei rifiuti spediti in treno, fu costituita una task force di specialisti: ai 5 che partecipano ai controlli preventivi delle discariche, si sono aggiunti 12 per le verifiche negli spazi ferroviari e nei siti di trasferenza. I loro certificati sono i soli considerati validi e credibili dalle autorità tedesche. Allo scalo di Marcianise l´otto giugno i primi materiali radioattivi ("Iodio 131") trovati dal comando provinciale di Napoli. Il prefetto Giuseppe Pecoraro, capo del dipartimento al Viminale, ordinò di informare subito il Commissariato di Bertolaso e tenere segreta la notizia. Tre giorni dopo, l´11, fu ritrovato un altro isotopo, "Indio 113", usato nella diagnosi per immagini di alcuni tumori, in un capannone di Acerra. Il 13 giugno ben due i ritrovamenti, ieri l´ultimo nello stesso capannone, sempre "Iodio 131". I controlli sono estesi ad Acerra, Pomigliano e Ponticelli. Ma solo ad Acerra si trovano residui radioattivi. Il sindaco Espedito Marletta ha chiesto a Bertolaso la rimozione urgente dai siti di via Pantano di tutti i rifiuti stoccati. Probabile che la Procura chieda subito i rapporti dei Vigili del Fuoco, che il Commissariato rifiuti ha già ricevuto. Sorprende che tra gli specialisti dei vigili e i militari non vi sia ancora adeguato coordinamento. Fino a ieri si sapeva solo del blitz dei militari a Savignano.
L´inchiesta si allargherà a tutto il business dei rifiuti sanitari: la regione ne produce oltre settemila tonnellate l´anno. La maggior parte il Cardarelli e l´Asl 1. Antonio Pedicini, presidente di Arsan, che coordina la sanità campana, ha chiesto alle Asl di compilare i questionari. Vuole un censimento sempre aggiornato per controllare i centri privati convenzionati: come smaltiscono tutto il materiale usato?
Il Cardarelli ha un ciclo corretto. Esaminarlo consente di capire quanto sia ampio il vantaggio economico per i privati che violano le procedure. Con il direttore generale Enrico Iovino, sia il direttore amministrativo (Gino Patrone) che quello medico (Franco Paradiso) vigilano giorno per giorno. «Un milione di chili l´anno, costo un euro al chilo», la sintesi dell´impegno. Si rispettano i codici Cer (Catalogo europeo rifiuti) raccogliendo in cartone giallo il 54 per cento (materiali di corsia, sangue, cateteri), il 36 per cento con codice 180106 i residui pericolosi o tossici (come citostatici e sale operatorie), per il restante 10 farmaci o batterie. L´appalto è di "Ecologica Sud", la stessa che opera per il Santobono, la Finanza e le questure. I rifiuti ospedalieri vanno in un centro di sterilizzazione (10 per cento) della stessa "Ecologica Sud", il resto negli inceneritori di Melfi ("Fenicia"), Taranto ("Ecologica Taranto") e Cerignola ("Ecocapitanata"). La stessa società fu chiamata a rilevare su richiesta dell´Arpac 90 quintali di rifiuti pericolosi bruciati di nascosto a Miano. Non si è mai saputo da chi. I costi sono alti: un euro al chilo, il trasporto costa 0,45. Spese che tutta la sanità pubblica regionale affronta. E gli altri? L´ad di Ecologica Sud, Bruno Cesaro, tace. Si limita a dire che come la sua operano altre dieci aziende.
Ma c´è chi è disposto a spiegare il fenomeno dei rifiuti sanitari smaltiti di nascosto dai privati. Un giro clandestino di oltre cento tonnellate. Ecco: «I prezzi lievitano ogni giorno anche per il rincaro dei carburanti, quindi dei trasporti. Una clinica privata dovrebbe pagare almeno dieci milioni al mese. Molte lo fanno...». Tutte? «Non credo. Sversano una parte secondo le regole. E hanno una formale ricevuta di scarico. Bisogna controllare il Mud: modello unico di dichiarazione. L´ospedale che consegna i rifiuti, il trasportatore che li raccoglie o soltanto riceve, l´inceneritore infine. Nella sanità pubblica ci sono i riscontri incrociati. Non si può sbagliare di un chilo». E i privati? «Qualcuno, diciamo qualcuno, tra case di cura e soprattutto studi privati punta al risparmio. Sono cifre grosse». Accade anche con i residui radioattivi? «Ancora peggio. In Campania non c´è una sola ditta autorizzata. Sono sei o sette in Italia, quasi tutte di Roma. Costano, e quanto costano. Tanto vale... Ha capito ora?».
Il procuratore Giandomenico Lepore ha già aperto un fascicolo. Indagini sono già scattate ad Acerra per scoprire il centro privato o la casa di cura che di nascosto infilano nei cumuli di immondizia sacchi neri con rifiuti sanitari, della categoria "speciali" che andrebbero invece affidati a ditte autorizzate. L´Arpac ha già consegnato una bozza di piano per i rifiuti speciali, ma la Regione non l´ha ancora adottato. Attende forse il parere Vas (valutazione ambientale strategica). Un vuoto normativo che rischia di favorire l´illegalità.
I Vigili del Fuoco contano fino a cento interventi al giorno per spegnere roghi. Dopo la segnalazione dei tedeschi che avevano scoperto tracce di radioattività nei rifiuti spediti in treno, fu costituita una task force di specialisti: ai 5 che partecipano ai controlli preventivi delle discariche, si sono aggiunti 12 per le verifiche negli spazi ferroviari e nei siti di trasferenza. I loro certificati sono i soli considerati validi e credibili dalle autorità tedesche. Allo scalo di Marcianise l´otto giugno i primi materiali radioattivi ("Iodio 131") trovati dal comando provinciale di Napoli. Il prefetto Giuseppe Pecoraro, capo del dipartimento al Viminale, ordinò di informare subito il Commissariato di Bertolaso e tenere segreta la notizia. Tre giorni dopo, l´11, fu ritrovato un altro isotopo, "Indio 113", usato nella diagnosi per immagini di alcuni tumori, in un capannone di Acerra. Il 13 giugno ben due i ritrovamenti, ieri l´ultimo nello stesso capannone, sempre "Iodio 131". I controlli sono estesi ad Acerra, Pomigliano e Ponticelli. Ma solo ad Acerra si trovano residui radioattivi. Il sindaco Espedito Marletta ha chiesto a Bertolaso la rimozione urgente dai siti di via Pantano di tutti i rifiuti stoccati. Probabile che la Procura chieda subito i rapporti dei Vigili del Fuoco, che il Commissariato rifiuti ha già ricevuto. Sorprende che tra gli specialisti dei vigili e i militari non vi sia ancora adeguato coordinamento. Fino a ieri si sapeva solo del blitz dei militari a Savignano.
L´inchiesta si allargherà a tutto il business dei rifiuti sanitari: la regione ne produce oltre settemila tonnellate l´anno. La maggior parte il Cardarelli e l´Asl 1. Antonio Pedicini, presidente di Arsan, che coordina la sanità campana, ha chiesto alle Asl di compilare i questionari. Vuole un censimento sempre aggiornato per controllare i centri privati convenzionati: come smaltiscono tutto il materiale usato?
Il Cardarelli ha un ciclo corretto. Esaminarlo consente di capire quanto sia ampio il vantaggio economico per i privati che violano le procedure. Con il direttore generale Enrico Iovino, sia il direttore amministrativo (Gino Patrone) che quello medico (Franco Paradiso) vigilano giorno per giorno. «Un milione di chili l´anno, costo un euro al chilo», la sintesi dell´impegno. Si rispettano i codici Cer (Catalogo europeo rifiuti) raccogliendo in cartone giallo il 54 per cento (materiali di corsia, sangue, cateteri), il 36 per cento con codice 180106 i residui pericolosi o tossici (come citostatici e sale operatorie), per il restante 10 farmaci o batterie. L´appalto è di "Ecologica Sud", la stessa che opera per il Santobono, la Finanza e le questure. I rifiuti ospedalieri vanno in un centro di sterilizzazione (10 per cento) della stessa "Ecologica Sud", il resto negli inceneritori di Melfi ("Fenicia"), Taranto ("Ecologica Taranto") e Cerignola ("Ecocapitanata"). La stessa società fu chiamata a rilevare su richiesta dell´Arpac 90 quintali di rifiuti pericolosi bruciati di nascosto a Miano. Non si è mai saputo da chi. I costi sono alti: un euro al chilo, il trasporto costa 0,45. Spese che tutta la sanità pubblica regionale affronta. E gli altri? L´ad di Ecologica Sud, Bruno Cesaro, tace. Si limita a dire che come la sua operano altre dieci aziende.
Ma c´è chi è disposto a spiegare il fenomeno dei rifiuti sanitari smaltiti di nascosto dai privati. Un giro clandestino di oltre cento tonnellate. Ecco: «I prezzi lievitano ogni giorno anche per il rincaro dei carburanti, quindi dei trasporti. Una clinica privata dovrebbe pagare almeno dieci milioni al mese. Molte lo fanno...». Tutte? «Non credo. Sversano una parte secondo le regole. E hanno una formale ricevuta di scarico. Bisogna controllare il Mud: modello unico di dichiarazione. L´ospedale che consegna i rifiuti, il trasportatore che li raccoglie o soltanto riceve, l´inceneritore infine. Nella sanità pubblica ci sono i riscontri incrociati. Non si può sbagliare di un chilo». E i privati? «Qualcuno, diciamo qualcuno, tra case di cura e soprattutto studi privati punta al risparmio. Sono cifre grosse». Accade anche con i residui radioattivi? «Ancora peggio. In Campania non c´è una sola ditta autorizzata. Sono sei o sette in Italia, quasi tutte di Roma. Costano, e quanto costano. Tanto vale... Ha capito ora?».