SANTA LUCIA NO A CASSA INTEGRAZIONE, SÌ AD INSERIMENTO IN RUOLI VACANTI NELLA REGIONE

Astir: "copriamo" i buchi in altre società

6 dicembre 2012 - Valeria Bellocchio
Fonte: Roma

NAPOLI. "Caldoro, se ci sei batti un colpo". Vanno diritto al sodo i dipendenti dell`Astir società partecipata interamente a capitale pubblico, che da sei mesi non percepiscono stipendio. La società è uno dei buchi neri della Regione Campania. In pochi anni i debiti accumulati hanno di fatto reso la partecipata un pozzo incolmabile. Fallito il tentativo di accedere ad un concordato, e perso nei meandri delle commissioni europee l`idea di far confluire in una nuova società, la Campania Ambiente, pulita e senza debiti, i dipendenti della vecchia Astir, la Regione sta tergiversando cercando soluzioni ad un teorema davvero complicatissimo da far quadrare. Intanto i dipendenti sono alla fame, quella reale. Da mesi tirano avanti come possono e c`è chi non ha più i soldi per mettere il piatto in tavola in famiglia. Una situazione di disperazione aggravata dal fatto che non si vede via d`uscita.
Una proposta però loro ce l`hanno. E non è quella della cassa integrazione in deroga, anticamera della mobilità, che rigettano fosse anche come ultima ipotesi. Si tratta, invece, di coinvolgere l`assessore Pasquale Sommese, assessore al Personale di Palazzo Santa Lucia, in una mobilità orizzontale tramite il riassetto regionale. In soldoni significa riempire i posti vacanti nelle aziende e nelle società a partecipazione regionale con i dipendenti dell`Astir. Questo senza arrivare all`estrema ratio che potrebbe essere, come pressano i sindacati «di sforare il patto di stabilità e attingere alle casse regionali che non sono certo vuote». Un`idea che i sindacalisti Ciro Di Gennaro, Vincenzo Pirozzi e Antonio Belli, lanciano come provocazione ricordando che ê470 persone, e altrettante famiglie, non possono finire in strada».
L`Astir nasce sotto la stella bassoliniana e con il placet dell`allora assessore Corrado Gabriele da una costóla della Recam. Ma da subito mostra problemi e cedimenti. Fino addirittura ad interessare la magistratura, appena qualche mese fa, su assunzioni a persone che non ne erano neanche a conoscenza avvenute senza colloquio pochi giorni prima delle elezioni del 2010. Le indagini si fecalizzano su 38 contratti a tempo determinato, interrotti poi nel luglio del 2011 proprio da Caldoro, con un deliberato che ha violato ³1 patto di stabilità.
Eppure la società si interessa di un settore che proprio in Campania dovrebbe essere prioritario, l`ambiente. Lo sa la Giunta di Santa Lucia, che il 5 dicembre scorso in Aula porta una delibera di salvataggio con una variazione di bilancio di 17 milioni. Ma tutto finisce nel nulla generando una fortissima tensione tra e da parte dei dipendenti che si sono visti sfuggire la salvezza standoci ad un passo appena. Il Consiglio non ha voluto mettere mano al potafoglio per un «disastro - ha detto nell`occasione il consigliere Pietro Diodato - che è figlio della scellerata politica assistenzialista del centrosinistra». Un disastro che ha finito per diventare ingestibile e che ora rischia di trascinarsi dietro centinaia di famiglie.

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