Crisi rifiuti, la norma salva-Napoli all' esame del Consiglio dei ministri
C' È un' altra norma salva-Napoli che sarà esaminata, a giorni, dal pre-Consiglio dei ministri. E stavolta non riguarda le casse disastrate del Comune, ma le montagne di rifiuti che ingolfano gli Stir (e in generale i siti di trasferenza), minacciando a periodi alterni la paralisi dello smaltimento nella provincia partenopea, che a dispetto della legge non si è più dotata né di una discarica né dell' inceneritore. Analogo allarme in Lazio, dopo i timori di esaurimento della vecchia discarica di Malagrotta. Il ministro Corrado Clini aveva già avvertito: «Non capisco perché i rifiuti di Napoli debbano andare in Olanda e non a Bologna. Qui c' è un blocco politico che impedisce di mandare nelle regioni del nord dotate di infrastrutture i rifiuti delle regioni meridionali». Così Clini è passato all' azione. Il Consiglio dei ministri sta per varare un nuovo "via libera" ai viaggi dei rifiuti nel territorio italiano. Lo prevede un articolo del nuovo decreto legge che sarà esaminato in settimana dall' esecutivo e che Repubblicaè in grado di anticipare. Il governo prevede di autorizzare lo smaltimento tra regioni, in extrema ratio anche in assenza di un accordo preventivo tra gli enti. Ribaltando la regola di oggi. Un cambio di passo, si sottolinea a Roma, ritenuto indispensabile per due circostanze: un recente parere dell' Ispra che, qualificando i carichi di Napoli come «semplici rifiuti urbani», di fatto ne vieta i trasferimenti fuori Campania senza previo accordo tra Regioni; e l' imminente sentenza del Consiglio di Stato, prevista per gennaio, che potrebbe essere influenzata proprio da quel parere. Il provvedimento è intitolato "Decreto-legge recante disposizioni urgenti per l' attuazione di obblighi derivanti dall' appartenenza dell' Italia all' Unione europea". E, all' articolo 31, si propone di adottare soluzioni-tampone nei casi che ricalcano proprio i rischi di Napoli e Roma. Ovvero: «Nel caso in cui in alcuni territori dello Stato si verifichino gravi situazioni di criticità del sistema di gestione dei rifiuti urbani (...) con conseguente possibile apertura di procedura di infrazione della Commissione europea, i predetti rifiuti, anche al fine di prevenire, ove possibile, il ricorso alla dichiarazione dello stato d' emergenza o alla sua protrazione ai sensi della vigente normativa, possono essere avviati per un periodo di tempo predeterminato, qualora non vi siano nella Provincia di produzione le necessarie capienze impiantistiche, a recupero o a smaltimento presso idonei impianti autorizzati ubicati in altre regioni del territorio nazionale». Nei commi successivi, si affrontano i nodi dei contributi dovuti agli enti, del periodo di accoglienza, del cronoprogramma e della trasparenza dell' operazione.