Rifiuti, tregua Comune-Sapna ma resta il rischio della paralisi
IL COMUNE di Napoli corregge la sua ordinanza contro la società provinciale Sapna, e quest' ultima rinuncia al ricorso già annunciato al Tar e si impegna a rimuovere, «almeno in parte», la montagna di rifiuti che ingolfa ormai il sito di stoccaggio temporaneo di via delle Brecce a Napoli est. Uno stop che minaccia la paralisi per i trasportatori di Asìa e quindi la raccolta dell' immondizia in città. Risultato: dopo l' incontro in extremis tra il vicesindaco Tommaso Sodano e l' ad di Sapna Enrico Angelone, già da oggi i rifiuti napoletani parcheggiati nell' area della ex Icm potrebbero essere smaltiti - al ritmo lento di 200 o 300 tonnellate al giorno, a dispetto delle 7mila da sistemare - nello Stir di Pianodardine, in Irpinia, a prezzi relativamente modici. Lo sfondo però resta immutato: la crisi a Napoli c' è e continuerà ad aleggiare almeno fino all' anno nuovo come un' ombra cupa sulle festività natalizie. La scena delle tonnellate di rifiuti in strada dovrebbe essere però scongiurata. «Almeno per questo fine settimana, per i prossimi giorni, poi chi sa...», dice la Sapna. E dopo? «Sul dopo nessuno può garantire nulla», spiega paziente l' ad di Sapna, Enrico Angelone. «Volete sapere come nasce quest' emergenza? Bastano tre casualità di poco peso: si rompe una linea dello Stir di Tufino e va in tilt una pressa nello Stir di Caivano, proprio mentre il termovalorizzatore va un po' a rilento. Il ciclo si rallenta. E la paralisi diventa più vicina». Ma oggi, qual è la soluzione? Angelone cerca il bandolo della matassa: «Il punto è questo: ora aderirò, come società, all' ordinanza del sindaco, una volta che hanno corretto il dettaglio che sarà Asìa e non noi a rimuovere i rifiuti. Io devo assicurare il contratto con l' impianto ricevente, che mi auguro possa essere lo Stir di Pianodardine. E posso assicurarmi che il prezzo sia il più conveniente sulla piazza. Ma i problemi strutturali purtroppo resistono. Le navi per l' Olanda sono ferme, e per andare in altre regioni occorre comunque l' autorizzazione dei nostri dirigenti in Provincia: ma poiché quei viaggi costano troppo, nessun dirigente, norme alla mano, si assume la responsabilità di ulteriori aggravi di costi per la collettività. Aggravi su cui come sappiamo interviene spesso la Corte dei Conti». Così il braccio di ferro trasversale continua. Il Comune che preme sulla Sapna, la Sapna che essendo una società partecipata ovviamente deve essere autorizzata dall' ente provinciale e la Provincia che non assume decisioni, visto che i suoi dirigenti si rifiutano letteralmente di accordare il permesso a trasferimenti e viaggi dei rifiuti. Occorrerebbero almeno1 milionee 700mila euro per garantire lo svuotamento di tutte le tonnellate in attesa di esser smaltite: il denaro non c' è in Provincia. Intanto attende il via operativo la gara appena chiusa dalla Sapna, per lo smaltimento di 200mila tonnellate di rifiuti l' anno, aggiudicata a 12 imprese. Quando partirà? Angelone si stringe nelle spalle: «Non sono operazioni che partono in un giorno. Nella nostra tempistica era previsto metà gennaio, vediamo di fare anche prima, ma abbiamo avanti settimane difficili».