Commento al DL 23 maggio 2008, n. 90

In base ai dati disponibili si ritiene che il citato decreto legge sia stato emanato senza una necessaria istruttoria tecnica che evidenziasse le caratteristiche geoambientali e di inquinamento delle aree sulle quali insistono i siti individuati.
Nel DL non si fa alcun riferimento ai dati tecnici che avrebbero dovuto sostenere la idoneità dei vari siti che devono essere adibiti a discarica per rifiuti contenenti anche rifiuti pericolosi.
Il citato DL sembra, pertanto, seriamente minato dalla mancanza di dati e conoscenze tecnico-ambientali a favore dell'inserimento dei siti da adibire a discarica.
16 giugno 2008 - Prof. Franco Ortolani

In base ai dati disponibili si ritiene che il citato decreto legge sia stato emanato senza una necessaria istruttoria tecnica che evidenziasse le caratteristiche geoambientali e di inquinamento delle aree sulle quali insistono i siti individuati.
Nel DL non si fa alcun riferimento ai dati tecnici che avrebbero dovuto sostenere la idoneità dei vari siti che devono essere adibiti a discarica per rifiuti contenenti anche rifiuti pericolosi.
Il citato DL sembra, pertanto, seriamente minato dalla mancanza di dati e conoscenze tecnico-ambientali a favore dell'inserimento dei siti da adibire a discarica.

Il citato DL fa riferimento ai seguenti punti riportati in corsivo:
"Ritenuta la straordinaria necessita' ed urgenza di adottare adeguate iniziative volte al definitivo superamento dell'emergenza nel settore dei rifiuti in atto nel territorio della regione Campania;
Considerata la gravita' del contesto socio-economico-ambientale derivante dalla situazione di emergenza in atto, suscettibile di compromettere gravemente i diritti fondamentali della popolazione della regione Campania, attualmente esposta a rischi di natura igienico-sanitaria ed ambientale;
Considerate le ripercussioni in atto sull'ordine pubblico;
Tenuto conto della necessita' e dell'assoluta urgenza di individuare discariche utilizzabili per conferire i rifiuti urbani prodotti nella regione Campania;
Considerato il continuo svilupparsi di incendi dei rifiuti attualmente stoccati presso gli impianti di selezione e trattamento, ovvero abbandonati sull'intero territorio campano, e della conseguente emissione di sostanze altamente inquinanti nell'atmosfera;
Ravvisata l'ineludibile esigenza di disporre per legge l'individuazione e la realizzazione delle discariche necessarie per lo smaltimento dei rifiuti, tenuto conto delle tensioni sociali che rendono oltremodo critica la localizzazione degli impianti a servizio del ciclo di smaltimento dei rifiuti, con riflessi dannosi di portata imprevedibile per la salute delle popolazioni della regione, e della conseguente necessita' di procedere immediatamente allo smaltimento dei rifiuti giacenti o comunque sversati sulle strade e nei territori
urbani ed extraurbani;

Commento

In relazione a questa parte del DL si fa notare che lo scandalo-emergenza rifiuti in Campania è ruotato e ruota attorno alla figura istituzionale del Commissario di Governo che agisce con poteri straordinari. Dopo 14 anni di emergenza la Campania non solo non ha avuto i benefici attesi in seguito alle enormi cifre di denaro pubblico spese "liberamente" ma sta attraversando una gravissima crisi istituzionale ed economico-ambientale. A tale disastroso risultato hanno attivamente contribuito Presidenti del Consiglio dei Ministri e rappresentanti delle Istituzioni campane espressione di varie coalizioni partitiche. Ma qual'è il riferimento giuridico che ha consentito e consente tuttora di tenere in vita una struttura così devastante per i cittadini della Campania e così generosa per coloro che hanno eseguito progetti e lavori. Tutte le ordinanze del Presidente del Consiglio e del Commissario di Governo di turno relative all'emergenza rifiuti iniziano sempre con la frase "Visto l'art. 5 della Legge 24 febbraio 1992, n. 225". Anche la n. 3639 del 11 gennaio 2008 "Disposizioni urgenti per fronteggiare l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania e per consentire il passaggio alla gestione ordinaria" con la quale è stato nominato Commissario di Governo il Dr. De Gennaro si basa sulla legge n. 225 "Istituzione del servizio nazionale della protezione civile" che ha come fine la tutela dell'integrità della vita, dei beni, degli insediamenti e dell'ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e da altri eventi calamitosi. Si evince che l'emergenza rifiuti degli ultimi 14 anni si è basata sulla continua persistenza dello "Stato di emergenza" nel territorio regionale che ha autorizzato il Presidente del Consiglio dei Ministri di turno a ricorrere al "potere di ordinanza" avvalendosi di "commissari delegati" ai quali sono stati conferiti poteri straordinari da usare in deroga alle leggi vigenti, come risulta dalle varie ordinanze emesse nelle quali sono contenute le indicazioni delle principali norme a cui si poteva derogare con le debite motivazioni. Si sottolinea che solo se si verificano le condizioni previste all'articolo 2, comma 1, lettera c della legge 225 (tutelare la integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l'ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e da altri eventi calamitosi), il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, può deliberare lo stato di emergenza, determinandone durata ed estensione territoriale in stretto riferimento alla qualità ed alla natura degli eventi. Riflettendo scientificamente su quanto accaduto, si prospettano due soluzioni. Una prima soluzione, buonista, impone di credere che per 14 anni lo Stato Italiano, impiegando poteri speciali, non sia riuscito a risolvere il problema della raccolta e smaltimento dei rifiuti in Campania. Ciò sarebbe stato possibile solo se i poteri speciali fossero stati sistematicamente attribuiti da Presidenti del Consiglio dei Ministri incapaci di controllare l'operato delle persone, di loro fiducia, rivelatesi sempre assolutamente non idonee a risolvere l'emergenza rifiuti. Un'altra soluzione, sconcertante, si basa sulla possibilità che si sia fatto un malizioso e improprio uso del contenuto della legge 225 del 1992 per ottenere benefici a scapito dei cittadini campani. In particolare sarebbe stato artatamente mantenuto in vita uno stato di emergenza con la conseguente necessità di intervenire con poteri speciali. Gli avvenimenti degli ultimi mesi forniscono dati per un serio ragionamento teso a definire il quadro nel quale si sta concludendo la disastrosa emergenza rifiuti, ormai diventata "scandalo rifiuti". Il 5 luglio 2007, nel pieno dell'ennesima crisi ambientale con i rifiuti accumulati lungo le strade, sistematicamente incendiati da ignoti, è stata emanata la legge n. 87 che doveva salvare definitivamente la Campania in quanto conteneva l'individuazione delle discariche da realizzare tassativamente. Il Prefetto Pansa ha sostituito il Dr. Bertolaso come Commissario di Governo con il dovere di attuare la legge n. 87. Per sei mesi Pansa non ha attuato la legge e alla fine del 2007 ha proposto vari siti da usare come discariche. Molti siti, considerata la loro reale non idoneità ambientale, hanno provocato le reazioni dei cittadini, come accaduto a Pianura. In tal modo si sono create tensioni sociali e gravi situazioni ambientalmente emergenziali nel territorio regionale. Rileggendo l'ordinanza n. 3639 dell'11 gennaio 2008 con la quale è stato incaricato il Dr. De Gennaro si riscontra che la sua nomina si fonda sulla "...estrema gravità della situazione emergenziale in atto, tenuto conto delle tensioni sociali che impediscono la localizzazione degli impianti a servizio del ciclo di smaltimento dei rifiuti con riflessi dannosi di portata imprevedibile per la salute delle popolazioni della regione, e la conseguente necessità di procedere immediatamente allo smaltimento dei rifiuti giacenti o comunque sversati sulle strade e nei territori urbani ed extraurbani...". Circostanza veramente singolare dal momento che il suo predecessore non ha attuato la legge 87 determinando l'aggravamento della crisi. Il Dr. De Gennaro, in questi giorni, sta cercando di iniziare a realizzare le discariche che doveva costruire Pansa ben nove mesi fa. Certamente l'inattività di Pansa è stata la causa oggettiva dell'estrema gravità della situazione emergenziale senza la quale non si sarebbe potuto nominare un nuovo Commissario Governativo che con nuovi poteri speciali sta regolarmente procedendo ad affidare incarichi per la costruzione di nuove e costose opere, sempre in deroga alle leggi che regolano gli appalti di opere pubbliche. Negli ultimi 14 anni nessuno dei parlamentari (tra i quali vi sono stati eminenti avvocati e giuristi) e nessuna Istituzione Locale della Campania ha richiesto la chiusura dell'evidente anomalia. La legge 225 del 1992 va subito modificata introducendo il limite massimo della durata dello stato di emergenza che non può perdurare per più di 6-12 mesi. La fiducia dei cittadini va riconquistata anche con questi atti.
Non si può non osservare che negli ultimi 14 anni si è imposta una sola volontà: sfruttare l'incapacità dei rappresentanti delle Istituzioni Campane nel garantire la raccolta e smaltimento dei rifiuti per creare un'emergenza continua la cui risoluzione richiedeva l'uso dei "poteri speciali".
Quello che interessava ai rappresentanti delle Istituzioni nazionali e locali era l'uso spregiudicato dei poteri speciali per spendere ingenti somme di denaro pubblico senza osservare le leggi che regolamentano le attività degli Enti Pubblici.
L'uso dei poteri speciali è stato attuato in accordo con (e per favorire) imprenditori di "vario tipo", di livello nazionale e locale, senza risolvere i problemi.
L'uso dei poteri speciali è stato "legittimato" dalla applicazione dirompente di alcuni articoli della legge istitutiva della Protezione Civile (legge n. 225 del 1992) il cui uso si è basato su situazioni definite di scontro sociale e di pericolo per le persone e l'ambiente.
Lo spietato abuso della legge 225 ha premeditatamente richiesto la ricorrente determinazione di artificiose situazioni di pericolo connesso al problema rifiuti.
I vari Commissari Governativi non hanno mai operato per risolvere definitivamente i problemi eseguendo gli "ordini governativi".
I poteri speciali hanno elargito benefici di vario tipo anche ai rappresentanti delle varie istituzioni locali e dei partiti a livello regionale.
Non sfugge che allo scadere dei mandati conferiti ai vari Commissari di Governo si sono verificati sistematicamente gli stessi eventi che hanno aggravato le varie crisi ambientali, quali ad esempio: - esaurimento delle discariche; - scontri sociali provocati dai cittadini che si ribellavano alla ubicazione di discariche nei loro territori; - rifiuti non raccolti che infestavano le vie cittadine; - incendi dei rifiuti; - qualche impianto CDR intasato o che andava fuori uso per qualche motivo; - autotrasportatori che scioperavano perché non retribuiti; - qualche impianto inquinante mal realizzato messo sotto sequestro dalla magistratura.
L'incalzare delle varie crisi ha imposto artificiosamente scelte provvisorie ed improvvisate; ha sempre "vietato" una pianificazione competente delle attività necessarie per chiudere definitivamente il problema.
Nel presente mese di giugno 2008, allo scadere del mandato a De Gennaro, così come a dicembre 2007 allo scadere del mandato al Commissario di Governo Pansa, così come nel maggio-giugno 2007 allo scadere del mandato a Bertolaso, così come nell'autunno 2006 allo scadere del mandato al Commissario Catenacci, si sono ripetute sempre le stesse azioni e gli stessi eventi.
Lo sbocco delle varie crisi è sempre stato il rilancio dell'uso dei poteri speciali; mai si è avviata la definitiva risoluzione del problema.
La risoluzione dell'incancrenito e costoso (socialmente ed economicamente) problema prevede che i rappresentanti delle Istituzioni e principalmente il Presidente del Consiglio e i nuovi ministri abbiano la "Volontà" di risolvere il problema. Se c'è la volontà il problema si risolverà rapidamente.
Si risolverà bene se si useranno scienza e tecnica amalgamate dal buon senso e trasparenza e se si ricorrerà al dialogo con i cittadini e si individueranno soluzioni giuste e condivise.
L'uscita dallo scandalo richiede un periodo di almeno due anni. Fra circa un mese la discarica di Macchia Soprana di Serre sarà esaurita (come si sapeva dal luglio scorso). Entro un mese circa saranno attivate, molto probabilmente, le discariche di Savignano Irpino e di Sant'Arcangelo Trimonte previste dal D.L. n. 61 dell'11 maggio 2007 e, nonostante l'urgenza, non attuate dal Commissario di Governo Pansa durante il suo mandato di Commissario di Governo dal luglio a dicembre 2007.
Queste due discariche garantiranno alcuni mesi di smaltimento dei rifiuti regionali.
Due anni di tregua sociale potrebbero essere garantiti dalla realizzazione di una discarica modello non inquinante nella vasta area militare (circa 500 ettari) in Provincia di Salerno.
In questi due anni va avviata la risoluzione definitiva dello scandalo mediante la realizzazione ed attivazione di una adeguata e nota impiantistica.
Il serio problema è rappresentato dalla riduzione dei rifiuti prodotti nella Provincia di Napoli e nella Piana Campana, dove andrebbe attivato immediatamente un progetto strategico per ottenere una raccolta differenziata spinta e una catena di riciclaggio in modo da ridurre drasticamente gli scarti da smaltire, e dai milioni di balle di rifiuti accatastati in siti non idonei che continueranno ad aumentare.
Ritenuto altresi' di inserire le misure emergenziali in un quadro coerente con l'esigenza del definitivo superamento del problema dello smaltimento dei rifiuti in Campania, anche individuando soluzioni alternative al conferimento in discarica dei rifiuti urbani mediante il relativo smaltimento in impianti di termodistruzione;
Ritenuta la necessita' di disporre in via legislativa interventi di bonifica e di compensazione ambientale finalizzati ad assicurare adeguata tutela al territorio della regione Campania, nonche' interventi per la raccolta differenziata dei rifiuti nello stesso territorio;
Tenuto conto degli esiti dei molteplici procedimenti giudiziari che hanno evidenziato il coinvolgimento della criminalita' organizzata nelle attivita' di gestione dei rifiuti nella regione Campania e considerata la necessita' di fornire adeguate risposte, anche in termini di efficienza, nello svolgimento delle attivita' di indagine in ordine ai reati commessi nell'ambito delle predette attivita' di gestione dei rifiuti;
Tenuto conto dei reiterati e motivati provvedimenti giudiziari cautelari che hanno disposto il sequestro degli impianti di produzione dei combustibili da rifiuti (CDR) esistenti nella regione Campania;

Art. 1.

Nomina del Sottosegretario di Stato presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri

1. Al Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri e' attribuito il coordinamento della complessiva azione di gestione dei rifiuti nella regione Campania per il periodo emergenziale stabilito ai sensi dell'articolo 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225.

2. In deroga all'articolo 1, commi 376 e 377, all'articolo 3, comma 44, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, agli articoli 2, 5 e 10 della legge 23 agosto 1988, n. 400, e agli articoli 4, 14 e 16 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, in via di assoluta irripetibilita' e straordinarieta' per far fronte alla gravissima situazione in corso, e, comunque, fino al 31 dicembre 2009, alla soluzione dell'emergenza rifiuti nella regione Campania e' preposto un Sottosegretario di Stato presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri,

Art. 2.
Attribuzioni del Sottosegretario di Stato

2. 1. Ai fini della soluzione dell'emergenza rifiuti nella regione Campania, il Sottosegretario di Stato, anche in deroga a specifiche disposizioni legislative e regolamentari in materia ambientale, paesaggistico-territoriale, di pianificazione del territorio e della difesa del suolo, nonche' igienico-sanitaria, e fatto salvo l'obbligo
di assicurare le misure indispensabili alla tutela della salute e dell'ambiente, provvede, mediante procedure di affidamento coerenti con la somma urgenza o con la specificita' delle prestazioni occorrenti, all'attivazione dei siti da destinare a discarica, cosi' come individuati nell'articolo 9.

3. Al fine di evitare interruzioni o turbamenti alla regolarita' della complessiva azione di gestione dei rifiuti e della connessa realizzazione dei necessari interventi ed opere, ivi compresi i termovalorizzatori, le discariche di servizio, i siti di stoccaggio provvisorio e ogni altro impianto, il Sottosegretario di Stato puo' disporre l'acquisizione di ogni bene mobile funzionale al corretto espletamento delle attivita' di propria competenza, riconoscendo al proprietario gli indennizzi relativi alle spese sostenute rivalutate a norma di legge, a valere sul fondo di cui all'articolo 17.

4. I siti, le aree e gli impianti comunque connessi all'attivita' di gestione dei rifiuti costituiscono aree di interesse strategico nazionale, per le quali il Sottosegretario di Stato provvede ad individuare le occorrenti misure, anche di carattere straordinario, di salvaguardia e di tutela per assicurare l'assoluta protezione e
l'efficace gestione.

5. Fatta salva l'ipotesi di piu' grave reato, chiunque si introduce abusivamente nelle aree di interesse strategico nazionale ovvero impedisce o rende piu' difficoltoso l'accesso autorizzato alle aree medesime e' punito a norma dell'articolo 682 del codice penale.
6. I poteri di urgenza, previsti dalla normativa vigente in materia ambientale e di igiene pubblica comunque connessi alla gestione dei rifiuti della regione Campania, o comunque anche indirettamente interferenti sulla gestione stessa, sono esercitati dalle autorita' competenti, d'intesa con il Sottosegretario di Stato.

7. Al fine di assicurare piena effettivita' agli interventi ed alle iniziative occorrenti per fronteggiare l'emergenza in atto nella regione Campania, il Sottosegretario di Stato e' assistito dalla forza pubblica ed a tale fine le autorita' di pubblica sicurezza e le altre autorita' competenti garantiscono piena attuazione alle
determinazioni del Sottosegretario medesimo. Il Sottosegretario di Stato richiede altresi' l'impiego delle Forze armate per l'approntamento dei cantieri e dei siti, per la raccolta ed il trasporto dei rifiuti, nonche' il concorso delle Forze armate stesse unitamente alle Forze di polizia, per la vigilanza e la protezione
dei suddetti cantieri e siti.

8. Il Sottosegretario di Stato richiede alle autorita' competenti, in termini di stretta funzionalita' rispetto alle competenze di cui al presente articolo, l'adozione di ogni provvedimento necessario all'esercizio delle prerogative di pubblica sicurezza previste dal relativo testo unico di cui al regio decreto 18 giugno 1931, n. 773.
9. Fatta salva l'ipotesi di piu' grave reato, chiunque impedisce, ostacoli o rende piu' difficoltosa la complessiva azione di gestione dei rifiuti e' punito a norma dell'articolo 340 del codice penale. 10. Chiunque distrugge, deteriora o rende inservibili, in tutto o in parte, componenti impiantistiche e beni strumentali connessi con la gestione dei rifiuti, e' punito ai sensi dell'articolo 635, secondo comma, del codice penale.
di cui al comma 1. In deroga alle disposizioni relative alla valutazione di impatto ambientale (VIA) di cui al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, come modificato dal decreto legislativo 16 gennaio 2008, n. 4, nonche' alla pertinente legislazione regionale in materia, per la valutazione relativa all'apertura delle discariche ed all'esercizio degli impianti, il Sottosegretario di Stato procede alla convocazione della conferenza dei servizi che e' tenuta a rilasciare il proprio parere entro e non oltre sette giorni dalla convocazione. Qualora il parere reso dalla conferenza dei servizi non intervenga nei termini previsti dal presente comma, il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, si esprime in ordine al rilascio della VIA entro i sette giorni successivi. Qualora il parere reso dalla conferenza dei servizi sia negativo, il Consiglio dei Ministri si esprime entro i sette giorni successivi. In deroga alle disposizioni in materia di disciplina degli scarichi di cui all'articolo 18, e' autorizzata, per il periodo di tempo strettamente necessario, l'immissione nei corpi idrici ricettori degli scarichi provenienti dagli impianti di depurazione, nella misura non superiore al 50 per cento rispetto ai limiti fissati dal decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni, previa valutazione da parte di un apposito gruppo di lavoro, istituito, senza maggiori oneri, dal Sottosegretario di Stato e composto da esperti individuati nell'ambito delle amministrazioni statali e regionali competenti per materia, cui non spetta alcun compenso, avente il compito di valutare la presunta entita' e durata degli effetti in relazione alle specifiche caratteristiche ambientali e del sistema antropico dei siti che ospitano i predetti impianti. Art. 19. Cessazione dello stato di emergenza nella regione Campania. Lo stato di emergenza dichiarato nella regione Campania, ai sensi dell'articolo 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225, cessa il 31 dicembre 2009.

 

Commento

Si fa presente che negli anni scorsi i Commissari di Governo hanno continuato ad effettuare individuazione di discariche da attivare senza avere un quadro regionale dei siti idonei geologicamente ed ambientalmente. Le scelte sono state estemporanee e spesso sbagliate mancando di una necessaria istruttoria tecnica propedeutica, come dimostrato dalle smentite effettuate dagli stessi Commissari di Governo.
Si ricordano gli errori palesi di individuazione effettuati negli ultimi mesi, a cavallo tra il 2007 e il 2008, quali ad esempio le proposte di discariche da realizzare a Pignataro Maggiore e Carinola in Provincia di Caserta, Morcone in Provincia di Benevento, Ex Manifattura Tabacchi e Pianura a Napoli, Padula e Caggiano in Provincia di Salerno, Somma Vesuviana in Provincia di Napoli. Le estemporanee proposte commissariali sono state riconosciute come errori dagli stessi Commissari di Governo. Se fossero state realizzate tali discariche si sarebbero determinati seri problemi ambientali e gravi ripercussioni sulla salute dei cittadini che è tutelata dall'Art. 32 della Costituzione Italiana.
E' il caso di evidenziare anche alcuni fatti strani che rivelano l'improvvisazione con la quale è stato elaborato il D.L. dell'11 maggio 2007 n. 61, trasformato nella legge n. 87. Tale legge prescrive la realizzazione di una discarica nel Comune di Sant'Arcangelo Trimonte in Provincia di Benevento, dove in questi giorni con oltre un anno di ritardo è in corso la realizzazione della discarica. I cittadini sono sicuri che l'individuazione del sito nella citata legge discenda da una preventiva e accurata valutazione della fattibilità, in base ad una severa istruttoria tecnico-amministrativa. Niente di tutto ciò! La proposta di S. Arcangelo Trimonte viene presentata al Commissario Straordinario Bertolaso, inaspettatamente, il giorno 9 maggio 2007 (due giorni prima dell'emanazione del decreto legge n. 61 poi trasformato nella legge n. 87/07) con una lettera (prot. N. 0006029) del Presidente della Provincia di Benevento, On. Carmine Nardone, nella quale si evidenzia che vi era una criticità sociale per il sito di Paduli e un contenzioso giudiziario in atto sul sito di Morcone (allora sotto sequestro per una sospetta implicazione di personaggi non proprio trasparenti). In tale lettera Nardone propone il sito di S. Arcangelo Trimonte affermando che "da un primo studio effettuato, sembra che sussistano tutte le condizioni per l'idoneità del sito stesso salvo, poi, verificarle con tecnici nominati dal Comune interessato (non è stato possibile farlo data l'esiguità del tempo a disposizione". Due giorni dopo il sito è stato inserito nel DL n. 61 e successivamente nella legge n.87 come discarica che deve essere realizzata. Il DL n. 61 ha anche reso disponibile il sito sotto sequestro giudiziario di Morcone che è successivamente stato proposto e fermamente sostenuto da Pansa e dal Presidente Nardone tra novembre e dicembre 2007 fino a quando ne è stata dimostrata la non idoneità per insuperabili problemi geologici. Anche per i siti di Savignano Irpino e Terzigno non è stata attuata una rigorosa istruttoria tecnico-amministrativa. Il sito di Savignano Irpino indicato nella legge era diverso da quello dove è attualmente in via di ultimazione la discarica.
Circa la prevedibilità del numero e capacità recettiva delle discariche necessarie in Campania si fa presente che in Campania vi sono 551 comuni e 5.701.931 abitanti così suddivisi: Provincia di Avellino, 432.000 abitanti, densità 155 ab/Km²; Provincia di Benevento, 286.500 abitanti, densità 138 ab/Km²; Provincia di Caserta, 855.000 abitanti, densità 324 ab/Km²; Provincia di Napoli, 3.076.000 abitanti, densità 2627 ab/Km²; Provincia di Salerno, 1.076.000 abitanti, densità 219 ab/Km².
La produzione media annua di rifiuti supera i 2.500.000 ton, equivalenti a circa 1.200.000-1.500.000 mc di immondizia tritata dagli impianti CDR (Combustibile da Rifiuti), che dovrebbero produrre balle da bruciare ma che invece tritano solo la spazzatura.
La produzione mensile media di rifiuti è compresa tra 100.000 e 120.000 mc tritati. Per rendere un'idea di quanto siano, si tenga presente che ogni mese i rifiuti regionali riempiono un volume equivalente ad uno stadio (campo di calcio con pista di atletica) delimitato da una tribuna alta circa 15 metri. Ogni anno, pertanto, occorrono volumi (leggi discariche) pari a circa 12-15 stadi da riempire. E' evidente che la Provincia di Napoli produce la maggior parte di rifiuti e che per caratteristiche geologiche e l'elevata densità abitativa è quella con minore territorio utilizzabile per discariche; ne discende che è la provincia più interessata alla raccolta differenziata e al riciclaggio. Più è efficace la raccolta, meno rifiuti esporta nelle altre province.
Analizzando la mappa delle discariche disponibili attualmente in Campania, si rimane allibiti. Tra un mese circa sarà satura la discarica di Macchia Soprana di Serre e saranno attivate le discariche di Svignano Irpino e S. Arcangelo Trimonte.
Affrontando scientificamente la situazione si evince che per uscire degnamente dall'emergenza occorreranno alcuni anni durante i quali gli scarti da accumulare in discarica saranno sempre consistenti.
Vuol dire che si devono individuare altre aree equivalenti ad alcune decine di stadi da colmare di rifiuti. Basandoci sulle conoscenze scientifiche e tecniche e sulle esperienze maturate sul campo, entriamo nel merito dell'attuale situazione emergenziale che richiede la realizzazione, subito, di una discarica regionale "modello", non inquinante, che dia la possibilità di smaltire i rifiuti per diversi mesi, come ho già descritto in precedenti articoli. Attuando una sempre più spinta raccolta differenziata ed un efficace riciclaggio, entro pochi anni il volume di rifiuti da smaltire dopo il trattamento previsto per legge in impianti moderni e adeguatamente funzionanti, diminuirà progressivamente e con esso il numero degli "stadi" da riempire di scarti.
E' evidente che non si deve attendere altro tempo per affrontare professionalmente la risoluzione dell'attuale problema rappresentato dalla localizzazione delle discariche. Non solo per evitare lo sconcio attuale e i rischi di epidemie sanitarie ma anche perché le discariche devono essere realizzate in modo da non danneggiare le risorse ambientali, l'assetto socio-economico e la salute dei cittadini, tenendo presente che tutti i cittadini hanno gli stessi diritti.
E' dovere primario per i rappresentanti di Pubbliche Istituzioni assicurare che nella realizzazione di una discarica, che può avere un notevole impatto sull'ambiente, siano considerati gli obiettivi di proteggere la salute e di migliorare la qualità della vita umana, provvedere al mantenimento della varietà delle specie e conservare la capacita' di riproduzione dell'ecosistema, di garantire l'uso plurimo delle risorse e lo sviluppo sostenibile, di valutare gli effetti diretti ed indiretti sull'uomo, sulla fauna, sulla flora, sul suolo, sulle acque di superficie e sotterranee, sull'aria, sul clima, sul paesaggio e sull'interazione tra detti fattori, sui beni materiali e sul patrimonio culturale ed ambientale, di garantire in ogni fase della procedura l'informazione e la partecipazione dei cittadini. I poteri "straordinari" devono essere usati in maniera straordinariamente positiva da persone che sappiano governare le situazioni emergenziali con professionalità, prontezza, trasparenza, con i contributi della scienza, della tecnica e sempre ispirati al buon senso. Solo con l'autorità e l'improvvisazione non si esce indenni da situazioni di emergenza. Si corre sempre più il rischio che per togliere i rifiuti dalle strade si distruggano anche le risorse ambientali con gravi e irreversibili minacce all'assetto socio-economico basato sulle risorse naturali (acqua e suolo).
Appare evidente che l'attuale Giunta Regionale non solo non gode della necessaria credibilità ma si dimostra anche incapace di affrontare e risolvere definitivamente e presto il deleterio scandalo, sempre prima della prossima stagione estiva.
Per risolvere immediatamente il problema rappresentato dai rifiuti non raccolti occorrerebbe un impegno governativo concreto a realizzare una nuova discarica regionale modello, non inquinante, ad esempio su alcune decine di ettari di una grande area militare della Campania (Persano in Provincia di Salerno) in modo da non creare conflitti con le popolazioni. Necessita anche un impegno del parlamento a varare una legge che limiti ad un massimo di un anno la durata di eventuali strutture con poteri straordinari e che escluda la possibilità di derogare alle leggi di tutela dell'ambiente.

L'attuazione di questi punti consentirebbe di avere rapidamente a disposizione una discarica superprotetta nella quale attuare un sito di stoccaggio per accumularvi tutti i rifiuti giacenti attualmente lungo le strade (da accatastare successivamente nella discarica definitiva con durata almeno biennale la cui costruzione inizierebbe immediatamente). Il ritorno alla normalità va ragionevolmente raggiunto in un periodo di circa due anni durante i quali nuovi, credibili, capaci, trasparenti e non compromessi amministratori regionali devono fermamente attuare:

- la ricomposizione di un rapporto di fiducia reciproco tra cittadini e rappresentanti delle istituzioni locali;

- l'aggiornamento e adeguamento dei piani territoriali provinciali e regionali;

- la realizzazione dell'adeguata rete impiantistica che completi il ciclo dei rifiuti.

 

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