Sversamenti illegali di scorie, dossier choc del ministero. Picco di mortalità nel Vesuviano e nel litorale Domizio-flegreo

Rifiuti dal Nord, boom di tumori Veleni dal Nord, i rifiuti uccidono come all'Ilva

Allarme in 88 Comuni tra Napoli e Caserta: stesse patologie delle grandi aree industriali
Boom di tumori in 88 Comuni del Vesuviano, dell`Agro Aversano e del litorale Domizio-flegreo
9 novembre 2012 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

Terribile il verdetto degli scienziati che hanno seguito il progetto Sentieri e hanno preparato il rapporto su 44 dei 57 Sin (Siti di interesse nazionale) da bonificare: in Italia si muore per i veleni delle industrie, m Campania per quelli dei rifiuti. Nella nostra regione esaminati solo 2 dei 5 sin presenti (esclusa, per esempio, l`area di Bagnoli). In tutto esaminati 88 comuni nei quali abitano 776.544 persone: un sesto su un totale di 5.834.056. Nei due siti studiati, quello del litorale vesuviano (11 Comuni con 462.322 abitanti) e del litorale domizio-flegreo e agro aversano (77 comuni con 141.793 abitanti) si registra un eccesso di mortalità generale per tutti i tumori rispetto alla media: apparato respiratorio, digerente e genitourinario. Su base 100, nel Vesuviano per le malattìe dell`apparato genitourinario (uomini 109, donne 128) e nella seconda area per l`apparato digerente (114 per uomini e donne). La mappa
In Italia si muore per i veleni delle industrie, m Campania per quelli dei rifiuti. Lo spiegano gli scienziati che hanno seguito il progetto Sentieri, finanziato dal ministero della Salute, e hanno preparato il rapporto su 44 dei 57 Sin (Siti di interesse nazionale) da bonificare. Lo stesso rapporto che ha portato all`inchiesta della magistratura sull`Ilva di Taranto e alla chiusura di alcuni repartì.
In Campania sono stati messi sotto la lente d`ingrandimento solo 2 dei 5 sin presenti sul territorio. Dallo studio è restata esclusa, ad esempio l`area di Bagnoli. In tutto sono stati esaminati 88 Comuni nei quali abitano 776.544 persone, quasi un sesto della popolazione della Regione (5.834.056). In tutti e due i siti studiati, quello delle aree del litorale vesuviano (11 Comuni con 462.322 abitanti) e quello Litorale Domizio Flegreo e agro aversano (77 comuni con 141.793 abitanti si registra un eccesso rispetto al paramentro me dio di riferimento, per la mortalità generale, per tutti i tipi di tumore, per quelle dell`apparato respiratorio, dell`apparato digerente, dell`apparato genitourinario. Fatta base cento, gli sfioramenti più significativi si registrano nel vesuviano per le malattie dell`apparato genitourinario (uomini 109, donne 128) e nella seconda area perl`apparatodigerente(114peruomini e donne). E, in riferimento all`area del litorale Vesuviano, si legge nel rapporto: «in singoli comuni sono stati osservati eccessi della mortalità per il tumore del polmone, dello stomaco e della vescica per gli uomini e del tumore del fegato per entrambi i generi». E anche nella zona Domizia si notano patologie in eccesso anche al di là di quelle misurate dallo studio Sentieri e richiamate nel rapporto. Si legge, infatti; per alcuni Comuni del Sin si notano «eccessi di mortalità per tumore epatico, della pleura, della laringe e per malattie circolatorie».
I dati si riferiscono al periodo tra il 1995 e il 2002, ma, a quanto pare, la progressione continua: in Campania, diversamente da quanto si verifica anche nell`area Italsider di Taranto, ci si ammala sempre di più, come conferma anche la ricerca del 2006 ordinata dall`istituto superiore della Sanità. Non solo: nella tragedia dell`Italsider sono coinvolti 216.618 abitanti, meno di un terzo di quelli interessati nella nostra regione.
La tragedia della Campania ha due origini: la presenza di amianto in alcuni siti industriali e gli sversamenti dei rifiuti tossici. Il primo dato viene confermato anche da un procedimento in corso: quello contro i vertici dell`ex Alfasud dove negli ultimi cinque anni si è notata la morte per mesotelioma (il tumore provocato dall`amianto) di dieci lavoratori. E nelle considerazioni conclusive per entrambi i siti campaniirelatorisottolineano che le aree sono caratterizzate oltre che da numerose discariche, anche dalla presenza di siti di smaltimento illegale e di combustione dei rifiuti sia urbani sia pericolosi. Gli scienziati per entrambe le zone raccomandano studi per la valutazione dell`inquinamento ambientale presente nell` area. E raccomandano di prevedere «percorsi di comunicazione con gli stakeholder, compreso l`associazionismo presente sul territorio». Ma, nonostante il continuo peggioramento della situazione, ancora nulla è stato fatto. Eppure, scorrendo l`elenco dei siti altamente inquinati esaminati nello studio, ricorrono i nomi di tutte le aziende che hanno sversato per anni rifiuti tossici nel cosiddetto triangolo della morte, quello che comprende l`area a nord di Napoli e a Sud diCaserta, come haraccontato il pentito Gaetano Vassallo. Un`altra conferma dello scempio è arrivata dalla relazione del perito Giovanni Balestri sulla Resit di Giugliano. Il geólogo ha sottolineato che il deposito di veleni di ogni tipo nella discarica non a norma provocherà entro il 2064, in assenza di interventi efficaci, un vero e proprio disastro industriale. In Campania attraverso i rifiuti le imprese del Nord hanno esportato la morte.
Il confronto
Sversamenti illegali nel mirino L`analisi nel report sul caso Taranto

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