Ambiente Il presidente Del Giudice: gli impianti sono in sofferenza

Rifiuti, allarme di Asìa Del Giudice: «Sos rifiuti, temo una nuova crisi»

«Preoccupati, può tornare l'emergenza»
Il presidente di Asia allarmato perché mancano i fondi «Differenziata al palo e niente centri di compostaggio»
8 novembre 2012 - Fabrizio Geremicca
Fonte: Corriere del mezzogiorno

NAPOLI — «Sono seriamente preoccupato che possa tornare una situazione di emergenza». Raffaele Del Giudice, esponente storico di Legambiente, prima che il sindaco de Magistris lo nominasse alla presidenza di Asia, vive giornate difficili e non nasconde il rischio che si ripresentino giornate neppure troppo lontane, quelle i cumuli di spazzatura in strada.
Qual è la situazione in queste ore?
«Dalle notizie che ho io, gli impianti sono in sofferenza. Gli impianti di tritovagliatura stentano a lavorare l`immondizia in arrivo. Va a rilento, di conseguenza, l`evacuazione dei materiali verso le discariche nelle altre regioni».
Il termovalorizzatore di Acerra sta funzionando oppure no? A2a sostiene che è in atto la normale manutenzione di un forno. Lei che notizie ha?
«Mi risulta che ci siano problemi anche Ãé e che ci siano rallentamen ti nelle operazioni di scarico dei compattatori».
Quali sono i nodi irrisolti?
«Troppi. Il primo è legato alla vicenda del compostaggio. Il sito di compostaggio di San Tammaro, che garantirebbe una capacità di trattamento per almeno 40.000 tonnellate annue di umido, continua ad essere chiuso. La Regione più volte ha detto che sarebbe entrato in funzione a luglio. Siamo a novembre e non ne so nulla. Ð bello è che quel sito è praticamente pronto. Se io non fossi il presidente di Asia, ma un cittadino della Campania senza incarichi istituzionali, occuperei San Tammaro fino a che non apre».
Anche il Comune di Napoli ha più volte annunciato siti di compostaggio sul suo territorio. I lavori non sono neanche iniziati. Ne ha parlato col sindaco?
«Ne parlo con chiunque, ogni volta che posso. Anzi, più che parole, fornisco numeri. Asia spende 180 euro a tonnellata per spedire a Padova gli scarti alimentari e di vegetazione raccolti attraverso la differenziata. Considerando che differenziamo circa 30.000 tonnellate ogni 12 mesi, i calcoli sono facili. Se ne vanno più di 5 milioni di euro. Ð tutto in una situazione di gravissima difficoltà finanziaria per Asia».
Scusi, ma Palazzo San Giacomo non aveva annunciato che avrebbe trasferito alla società 16 milioni di euro al mese,nel 2012, per il funzionamento ordinario della società e per l`ampliamento della raccolta differenziata porta a porta?
«Ne abbiamo avuto la metà, ad oggi. Così come non sono arrivati i fondi europei che avrebbe dovuto girarci la Regione. Circa 8 milioni. Neanche abbiamo visto i 5 milioni di euro stanziati dal ministero, anch`essi finalizzati al progetto di ampliamento del porta a porta».
Che va avanti, però.
«Certo, è prioritario, ma per raggiungere quota 500.000 abitanti servono fondi. Senza i quali, si rischia perfino di tornare indietro. E accaduto, mesi fa, che non avessimo le risorse per acquistare i sacchetti dell`umido da distribuire nei quartieri del porta a porta. Ecco, non possiamo permettercelo, perché si demotivano i cittadini».
Altro tema: la ristrutturazione degli impianti di tritovagliatura. A che punto è?
«I lavori a Giugliano non sono ancora partiti. Eppure sarebbero indispensabili a realizzare un impianto capace di produrre almeno la frazione organica stabilizzata. So che c`è un commissario per la procedura. La rifunzionalizzazione, però, non ancora iniziata».
Intanto, soprattutto m periferia, troppe strade sono ancora deturpate da mobili, batterie, apparecchi elettrici, scarti edili. Possibile che non si riesca ad intervenire?
«Asia interviene e bonifica le aree, ma pochi giorni dopo ci ritroviamo punto e a capo. E` evidente che i controlli non sono adeguati. Ogni bonifica d costa migliaia di euro, ma è vanificata in pochissimo tempo. Si aggiunga che continua il fenomeno della migrazione dei rifiuti dai Comuni limitrofi e si comprenderà bene per quale motivo la periferia di Napoli sia ancora, a volte, così sporca».

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