L`allarme II vicesindaco Russo: liquami prodotti dalla spazzatura tracimano e infiltrano i campi coltivati La rabbia Il sindaco Papa: in nome della crisi le piazzole provvisione di stoccaggio trasformate in sversatoio

Laghi di percolato e montagne di rifiuti ecco lo scempio della discarica Ferrandelle

La magistratura autorizza la visita all`impianto di Santa Maria la Fossa sorto sui terreni della camorra
8 novembre 2012 - Fabio Mencocco
Fonte: Il Mattino

Si aprono i cancelli di Ferrandelle, la discarica presente sul territorio di Santa Maria la Fossa, finita di recente per l`ennesima volta nell`occhio del ciclone a causa dei rifiuti sversati illegalmente all`interno delle piazzole. Il tour all`interno della megadiscarica, autorizzato dalla magistratura per un gruppo di giornalisti, tra cui le telecamere di Rai news 24, è strettamente sorvegliato dai carabinieri.
Al sopralluogo partecipano anche il sindaco di Santa Maria la Fossa, Antonio Papa e il vicesidanco Salvatore Russo, oltre a un rappresentante della polizia municipale che guida un fuoristrada, mezzo necessario per superare le tantissime pozze d`acqua disseminate già poco dopo l`ingresso. I recenti arresti e il parziale sequestro della discarica hanno rallentato le attività di routine dell`invaso male ruspe e i mezzi di movimento sono ancora all`opera e producono un rumore che viene attenuato solo dalla vastìtà dell`area. Proprio l`estensione del terreno, una volta appartenuto ad uno dei capi storici del clan dei Casalesi, Francesco Schiavone detto Sandokan, è una delle prime cose che colpisce. Guardandosi intorno non si vedono che rifiuti ammassati, anche se alcuni sono coperti da teloni, come quelli della piazzole Charlie e Delta, mentre altri come quelli della piazzola Golf sono praticamente sprovvisti di copertura: lo spiega il sindaco mentre ci si avvicina a questo spiazzo che assomiglia più a una piccola collina, poiché i rifiuti mischiati con la terra con il tempo hanno generato numerosi fili d`erba che in parte ricoprono l`ammasso di sacchetti della spazzatura. Uno scenario desolante se si tiene conto della grandezza della piazzola che si estende per metri e metri anche in altezza, tanto da offuscare «la vista dei terreni coltivati che confinano proprio con la discarica e che subiscono l`intrusione di percolato quando le vasche di accumulo non riescono a contenerlo» dice Russo che, guardando all`orizzonte, proprio dietro la montagna di rifiuti riconosce alcune abitazioni «di una delle frazioni del nostro paese che in linea d`aria dista solo poche centinaia di metri dalla discarica».
L`intera piazzola ancora da svuotare non è però l`unica completamente a cielo aperto, poiché basta spostarsi di pochissimi metri, disturbati costantemente da una miriade di mosche e vespe, per trovare una piazzola in fase di svuotamento che assomiglia molto a una di quelle cave presso cui le aziende prelevano la ghiaia per la produzione di calcestruzzo. Una ferita ancora aperta all`interno di una massa di rifiuti in putrefazione che «già da tempo dovevano essere portati nella vicina discarica di Marruzzella ma che invece sono ancora fermi in questo invaso» dice il sindaco spostando lo sguardo sulle ruspe ferme e sulle due piazzole già svuotate che sono però ancora completamente ricoperte da «quei rifiuti che non è possibile sollevare con i mezzi meccanici».
All`intemo di queste aree, dove una volta giacevano i sacchetti, non c`è più traccia di quei rifiuti speciali finiti sotto la lente di ingrandimento degli investigatori, ma è facile notare «le piscine di percolato nero che si sono formate a causa delle piogge e che sono lasciate qui a ristagnare» incalza il primo cittadino. Inseminala situazione visibile ali`interno dell`invaso è decisamente critica e tanti altri dettagli potrebbero uscire fuori dall`inchiesta aperta nelle ultime settimane. Rifiuti ammassati sotto cumuli di cemento superando il limite di capienza, percolato che finisce nelle campagne circostanti e nella falda acquifera sono dei fattori che cittadini, amministrazione comunale e associazioni ambientaliste avevano in qualche modo previsto anche prima dell`arrivo del primo camion di rifiuti, eppure nel 2008 in nome «della crisi dei rifiuti di Napoli fu permesso qualsiasi scempio» dice Papa che aggiunge: «Inoltre è stato permesso di trasformare un sito di stoccaggio provvisorio, come doveva essere Ferrandelle, in una vera e propria discarica che ha funzionato per quattro anni e non per diciotto mesi, così come era previsto».
In quel periodo a nulla servirono i sit-in organizzati, a nulla servirono le richieste dell` amministrazio ne comunale che chiedeva solamente di utilizzare quel terreno per far crescere frutta e verdura, assecondando la natura del territorio, testimoniata in maniera evidente anche dal «rudere per l`immagazzinamento del grano che è ancora presente all`interno della discarica» a pochissimi metri da una delle montagne di rifiuti.

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