Traffico di rifiuti elettronici Inquinano, ma valgono oro
Altro che gioiellerie. Il 7,7% della produzione mondiale di oro (320 tonnellate) nel 2011 è finita dentro a computer, teleioni cellulari e apparecchiature elettroniche, oltre a 7.500 tonnellate di argento. Perciò l`immondizia elettronica fa gola, in barba ai rischi per la salute dei consumatori e delle popolazioni dei Paesi poveri che vivono nelle pattumiere tecnologiche globali. Quando non riesce a essere esportato il Raee, che sta per Rifiuti elettrici ed elettronici, finisce in una qualche cava clandestina o, neanche a dirlo, nella Terra dei fuochi. L`Unep (il programma ambientale delle Nazioni Unite) stima che venga riciclato solo il 10% dei 50 milioni di tonnellate prodotti ogni anno nel mondo. Circa il 13% della produzione europea di Raee viene inghiottita dagli inceneritori, mentre úß 54% viene dirottato verso Cina, India e Africa (soprattutto in Nigeria e Ghana) e solo la restante parte è smaltita correttamente. Nel nostro Paese il sistema ufficiale di gestione della spazzatura elettronica sfiora un costo di 180 milioni di euro che, secondo stime, nel 2019 potrebbe superare i 700 milioni di euro. Il cosiddetto canale informale di smaltimento è invece costituito da operatori privati, prevalentemente intermediari, riciclatori, recuperatoridi metalli e organizzazioni per il riutilizzo che raccolgono, trattano e smaltiscono almeno il 35% dei rifiuti elettronici: oltre ÇÎÎò³²à tonnellate. Secondo uno studio di ReMedia, uno dei principali "sistemi collettivi" no-profit per la gestione eco-sostenibùe di tutte le tipologie di scarti elettronici, i Raee generati in Italia nel 2011 ammontano a circa 880mila tonnellate, pari a 14,6 chili per abitante, ma i "sistemi collettivi" ne hanno raccolti soltanto 4,3 chili per persona, pari al 37% dei flussi complessivi. Circa 5 chilogrammi per abitante vengono gestiti dal "canale informale" e altri 5 chili vanno a comporre il "disperso". Come se 10 chili per italiano non seguissero il flusso ufficiale generando un grave danno a livello ambientale, economico e della salute dei cittadini.
«I dati e l`analisi dei flussi del settore sono un elemento fondamentale per evidenziare le problematiche della filiera dei Raee, considerando le evoluzioni future e i nuovi obiettivi imposti dall`Ue», spiega Danilo Bonato, direttore generale di ReMedia. «Alla luce della situazione che emerge dallo studio, è chiaro - insiste Bonato che serve un cambiamento a livello normativo che impedisca agli operatori non ufficiali di sottrarre una parte consistente di rifiuti tecnologici causando danni di grande rilevanza». Per averne conferma è bastato che Greenpeace nascondesse un segnalatore satellitare all`intemo di un vecchio televisore. Era il 2009 quando l`elettrodomestico fu affidato all` UK`s Hampshire County Council, il servizio di riciclo della Gran Bretagna, che avrebbe dovuto smaltire la tv nel Regno Unito o in un Paese Uè. Qualche mese dopo il tracciato satellitare si fermò in Nigeria. L`azienda di riciclo BJ Electronics aveva esportato l`apparecchio come bene di seconda mano, un modo per aggirare i controlli doganali e destinarlo ad una discarica africana risparmiando sui costi di smaltimento.
Di recente 85 compressori di frigoriferi usati sono stati scoperti dalla Guardia di finanza di Ravenna, nascosti all`intemo di un container in partenza per Dakar. L`esportatore senegalese non ha voluto rivelare l`origine e la provenienza dei rifiuti speciali. «Negli ultimi anni - spiega un rapporto della Guardia di finanza - è aumentato il preoccupante fenomeno dell`esportazione di rifiuti verso i Paesi del terzo mondo, divenuti mete preferite per riuscire a tagliare significativamente i costi di smaltimento di sostanze pericolose. Con i conseguenti rischi per salute e ambiente».
Migliaia di rottami elettronici lasciano ogni giorno l`Europa, dove ogni anno si producono 12 milinni di tonnellate di Raee. Destinazione Africa, nonostante il divieto del Regolamento comunitario di esportare rifiuti nocivi. «Non possiamo più permetterci di sprecare i nostri rifiuti», ha sostenuto Karl-Heinz Florenz, relatore di un provvedimento al parlamente Europeo. Tutti, dal produttore al consumatore, devono fare la loro parte e garantire la raccolta e il riciclo di una quantità maggiore dei nostri prodotti elettrici ed elettronici».
Questi scarti per Paesi come la Ciña e per le pattumiere asiatiche e africane, rappresentano un business che sembrerebbe di scarso valore, ma tutto in crescita: circa 75 milioni di dollari per recuperare rame, ferro, acciaio, alluminio, vetro, argento, oro, piombo. Secondo il Waste and resource action programme (Wrap) l`organismo inglese che coordina le iniziative di corretta gestione dei rifiuti, l`ingente volume di vecchi telefoni cellulari, elettrodomestici e apparecchiature rappresentano un`opportunità di riciclaggio equivalente a 7 miliardi di sterline (oltre 12 miliardi di euro), recuperabili nell`arco del prossimo decennio.
Jim Willis, segretario esecutivo delle convenzioni di Basilea, Rotterdam e Stoccolma dedicate proprio ai rifiuti tecnologici, sottolinea che «la gestione corretta delle apparecchiature elettriche ed elettroniche rappresenta per numerosi Paesi una seria sfida in materia di salute e di ambiente, ma offre anche delle possibilità potenzialmente importanti di creare ecoimprese e lavori verdi». L`esposizione alle sostanze pericolose nei siti di smontaggio dei Raee e nei loro dintorni pone molteplici rischi per la salute e la sicurezza delle persone che raccolgono e riciclano i rifiuti e per le popolazioni vicine. Un`indagine dell`agenzia Onu per l`ambiente ha rivelato che «l`impiego di bambini è normale nelle imprese di recupero di ferraglie nell`Africa Occidentale, Le attività di raccolta e di smontaggio sono effettuate di bambini di età minore di 12 anni, ma perfino bambini di soli 5 armi vengono reclutati per lavori leggeri, compreso lo smontaggio di piccoli pezzi e la cernita dei materiali».
320 TONNELIATE L'ORO UTILIZZATO OGNI ANNO NELLA PRODUZIONE Dl APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE
880MILA TONNELLATE i RIFIUTI DI QUESTO TIPO PRODOTTI OGNI ANNO IN ITALIA
13% LA PERCENTUALE SMALTITA REGOLARMENTE IN EUROPA
54% QUELLA INDIRIZZATA ILLEGALMENTE NEI PAESI DEL TERZO MONDO