Arpac-geologi, scatta la guerra delle perizie

Manzo: domani nuovo sopralluogo dei tecnici della struttura regionale
15 giugno 2008 - Petronilla Carillo
Fonte: Il Mattino Salerno

I magistrati della superprocura di Napoli sono al lavoro sul caso Serre. Il fascicolo è ora alla diretta attenzione del procuratore capo Giovandomenico Lepore. «Lo sto esaminando, fatemi lavorare», risponde ai cronisti che lo interpellano. Intanto domani mattina una squadra di tecnici del commissariato e dell’Arpac saranno a Serre per dei controlli. L’annuncio lo da il presidente dell’Arpac Salerno, Giuseppe Manzo. Ma il sopralluogo, secondo indiscrezioni, avrebbe una duplice funzione: non soltanto di verifica ambientale ma anche tecnica. Una giornata di lavoro al termine della quale verrà presentata una dettagliata relazione al sottosegretario ai Rifiuti Guido Bertolaso per consentirgli di sciogliere la riserva e decidere su quale delle tre proposte di ampliamento puntare. Ovvero: su un aumento delle volumetrie esistenti; oppure sulle realizzazione di un nuovo sito a specchio dell’esistente, in territorio di Postiglione o di Serre. La volontà del Governo, infatti, resta quella di andare avanti: a Serre come a Savignano Irpinia come da decreto Berlusconi. Mentre un’altra copia dello stesso verbale sarà consegnata ai magistrati napoletani che stanno indagando. Intanto si infittisce il giallo sulla relazione tecnica arrivata sul tavolo dei magistrati della superprocura napoletana. Dalla prefettura di Salerno arriva una secca smentita del prefetto Claudio Meoli il quale categoricamente afferma di «non aver mai formulato nè segnalato nulla all’autorità giudiziaria». Dall’Arpac arriva la conferma del presidente Giuseppe Manzo: «Le analisi da noi eseguite sono buone e non rivelano alcuna anomalia». Ma è lo stesso Manzo a gettare un sassolino nello stagno. «Esiste una relazione del geologo Franco Ortolani nella quale si avanzano una serie di ipotesi per le quali quel territorio non è adatto ad ospitare un sito - spiega - non dimentichiamo che il sindaco di Serre, Palmiro Cornetta, sta giocando una importante partita politica in difesa del proprio territorio e che quella è una relazione redatta da privati per fermare lo Stato. Noi Arpac rappresentiamo lo Stato e se ci fosse qualcosa di sbagliato lo avremmo sicuramente detto». Ma Manzo ci va giù duro e prosegue. «Ritengo che i cittadini di Serre stiano facendo una battaglia sbagliata. A differenza di quelli di Campagna, non hanno mai chiesto all’Arpac un presidio permanente in discarica. Come fu fatto l’altea volta a Campagna quando i nostri tecnici controllavano l’immondizia camion su camion prima di autorizzarne l’accesso. Allora fu anche posizionato, all’interno dell’invaso, uno sfiatatore. Ovvero, un tubicino che consentiva la fuoriuscita di gas. Noi siamo un ente pubblico e non abbiamo competenza diretta su questa materia. Non possiamo intervenire d’arbitrio ma soltanto su richiesta delle parti interessate. Se davvero volessero monitorare il territorio ci chiederebbero una presenza permanente. A quasi un anno dall’apertura del sito, ciò non è accaduto». Anche dal consorzio di bacino Sa2, che gestisce il sito, arrivano conferme sulla «correttezza assoluta nella gestione della discarica», si legge in una nota del presidente Dario Barbirotti. E ancora: «Anche l’ultimo verbale del 12 giugno, redatto dall’Arpac, non ha evidenziato alcuna irregolarità. Ovviamente, mai è avvenuta alcuna dispersione di percolato dall’invaso della discarica. Ad oggi è stato smaltito correttamente tutto il percolato prodotto, quindi la discarica è perfettamente impermeabilizzata e il recupero del percolato avviene in modo efficace con pozzi di raccolta e cisterne in vetroresina. Le analisi sulla qualità del percolato vengono fatte ogni 15 giorni. In discarica i controlli sono continui. Ogni giorno un funzionario del Ministero dell’Ambiente effettua riscontri ed elabora un reportage fotografico».

 

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