Serre

Macchia Soprana, nuovi lavori sulla discarica

Pericoli di smottamenti, costruito un nuovo muro di contenimento per maggiore sicurezza
15 giugno 2008 - Oreste Mottola
Fonte: Il Mattino Salerno

Macchia Soprana Lavora a pieno ritmo una squadra di sei operai, con un paio di grossi escavatori e diversi camion che vanno avanti ed indietro. Le operazioni alle quali attendono sono quelle di pulitura di alcuni pozzi di servizio. Il grosso del lavoro, un contromuro a T, una vera e propria muraglia cinese, che dovrebbe arginare ogni possibile sommovimento, è stato approntato nei giorni scorsi. Il cemento, ad occhio, appare fresco. Nei giorni scorsi l'ultimo muro di contenimento della vasca dei rifiuti più esterna ha ceduto. Una piccola breccia, subito tamponata. Non si sa se è accaduto per gli smottamenti nel terreno sottostante, o per il peso del paio di centinaia di migliaia di rifiuti che forma ognuna delle piccole montagnole che qui sono state erette per dare una forma ordinata ai rifiuti scaricati dai camion compattatori. La scena è possibile osservarla dal bosco circostante. La circostanza l'hanno segnalata ex cercatori di asparagi che conoscono la zona ed i tanti viottoli che permettono di arrivare al confine del cuore dell'area di Macchia Soprana eludendo ogni sorveglianza. «Non è un salotto, è una discarica», dice Dario Barbirotti, presidente del Corisa2. Ed è difficile non dargli ragione. Macchia Soprana vista da sotto, dal lato dove si sente scorrere il fiume Sele quando c'è silenzio, è a meno di trecento metri , si offre da un'angolazione molto diversa. Dall'ingresso principale tutto è mitigato da un panorama superbo sulla Valle del Sele. Sul lato est, ci sono le frazioni rurali di Campagna e poi di Buccino. Postiglione e Scorzo di Sicignano sono davvero ad un tiro di schioppo. Il bosco vicino ovatta i rumori e modifica le distanze. Percolato non se ne vede, almeno ad occhio nudo. Terreno impastato con rifiuti gettato, oltre il muro di recinzione, ai confini con il bosco del comune Postiglione, sì, ed in più punti. Con pezzi di gomma ed altri residuati non naturali. Il "giallo" è proprio una consulenza dei tecnici dell'Arpac (Agenzia regionale protezione ambientale della Campania) che nelle ultime settimane avrebbero "testato" le perdite di percolato e di materiale di risulta dalle vasche di Serre. Cosa hanno scritto? Che la situazione è sotto controllo lo giura anche Cornetta, sindaco di Serre: «Per mia cultura istituzionale non commento le iniziative della magistratura, ove ce ne siano. Questa volta, pur non conoscendo gli atti, mi chiedo a chi giova sollevare il polverone». Cornetta poi diventa furente: «Siamo a 615mila tonnellate, molto vicini al traguardo della chiusura, delle 700 mila tonnellate complessive, come da patti». Il giro di coloro che sono pià vicini al battagliero primo cittadino azzardano che c'è in corso una guerra dei nervi con l'obiettivo di "illuminare" di nuovo la zona di Valle della Masseria. Una denuncia sul percolato però c'è. È stata fatta alla fine del mese di novembre del 2007, da Baldassarre Chiaviello: «Nel mio esposto ho documentato come il percolato scendesse direttamente nel fiume ed il pressapochismo usato per bonificare l'ex discarica provinciale. Il direttore dell'impianto mi disse che quella era semplice acqua corrente». Anche Gaetano De Simone, esponente della rete "Rifiuti Zero", ha più volte evidenziato come Macchia Soprana non fosse gestita a norma. «Nessuno mi ha voluto ascoltare» racconta. Per l'assessore provinciale Carmine Cennamo: «Meglio un eccesso di zelo nei controlli che la leggerezza».

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