I NUMERI LEGAMBIENTE: LA CRIMINALITÀ SI E INFILTRATA E HA SPECULATO

Oltre 5mila siti inquinati, solo 13 risanamenti

Segnalati numerosi casi di ditte che hanno coperto le cave adoperate come discariche abusive con un misto fatto di compost e rifiuti pericolosi
26 ottobre 2012 - maro
Fonte: Roma

NAPOLI. Sono decenni che si parla di bonifiche ed altrettanto tempo in cui sembrano arrivare soldi pubblici a destra ed a manca proprio per risanare un territorio regionale particolarmente avvelenato. In Campania, infatti, sono oltre 5.200 i siti potenzialmente inquinati e 461 quelli con un alto livello di inquinamento ufficialmente censiti dall`Arpac. Dati che emergono dal rapporto di Legambiente del 2010 in cui si dice che soltanto 13 siti sono stati realmente risanati, ottenendo la certificazione di avvenuta bonifica. Le stime del rapporto "Ecomafie", inoltre, parlano che nella fascia di territorio tra Napoli e Casería appena il 15% degli invasi sia stato trattato in modo tale da aver perso la sua potenza inquinante. Sempre Legambiente, su questo passaggio, dice tuttavia che non è corretto parlare di vera e propria bonifica, poiché si tratta spesso e semplicemente di una rimozione  di rifiuti mentre le sostanze inquinanti non sono mai state rimosse dai terreni in cui sono avvenuti gli sversamenti e ne, ancora peggio, dalla falda acquifera in cui gli agenti velenosi sono potuti penetrare nel corso degli anni. L`associazione ambientalista, tuttavia, parla inoltre di casi eclatanti di bonifiche che venivano effettuate da imprese che utilizzavano compost che era stato prima miscelato con altri rifiuti tossici per la ricomposizione del terreno. Insomma, a Napoli si direbbe "cornuti e mazziati", poiché i cittadini hanno creduto a lungo che le loro terre fossero state veramente liberate dai veleni tossici. A causa della situazione gravissima, nel 2001 è stato costituito il Commissariato di Governo per l`Emergenza Bonifiche e Tutela delle Acque nella Regione Campania. Visti i consistenti fondi destinati a quest`organo, non si sono fatte attendere le infiltrazioni da parte di criminali che hanno fiutato un`occasione unica di guadagno, dando il via al fenomeno delle cosiddette "bonifiche fantasma": bonifiche per le quali vengono pagati fior di quattrini a imprese che poi eseguono i lavori male, come ad esempio il caso citato del misto tra compost e rifiuti speciali per riempire le cave adoperate come discariche abusive. Una su tutte, la bonifica affidata alla Jacorossi di una parte del sito d`interesse nazionale "Litorale Domitio-Flegreo ed Agro Aversano". Le bonifiche, in questo caso, sono state eseguite da ditte terze e solo in maniera molto parziale. I rifiuti tossici raccolti sono stati solamente spostati da un posto all`altro e mai smaltiti a norma di legge.

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