«Bonifiche, danni allo Stato per 43 milioni»

La Corte dei Conti chiede i soldi a Bassolino, Nicolais, Bordon e altri 14 politici
26 ottobre 2012 - Fabrizio Geremicca
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

Bonifiche fantasma: la Procura della Corte dei Conti ha notificato un atto di citazione a giudizio a 17 persone. Ipotizza che abbiano cagionato, complessivamente, un danno all`erario per complessivi 43 milioni di euro. Nomi noti: l`ex ministro dell`Ambiente, Willer Bordon; l`ex sottosegretario al Lavoro, Raffaele Morese; Antonio Bassolino, Luigi Nicolais (attualmente presidente del Centro nazionale per le ricerche), Rosalba Tufano. L`indagine verte sull`affidamento a Jacorossi spa della bonifica del sito di interesse nazionale litorale domizio negreo ed agro aversano. Valore dell`appalto: 117 milioni di euro. Secondo la Procura della Corte dei Conti, l`atto è viziato da almeno tre irregolarità.

NAPOLI — Bonifiche fantasma: la Procura della Corte dei Conti notifica un atto di citazione a giudizio a 17 tra politici e tecnici. Ipotizza che abbiano cagionato, complessivamente, un danno all`erario per complessivi 43 milioni di euro. Nomi noti: l`ex ministro dell`Ambiente, Willer Bordon; l`ex sottosegretario al Lavoro, Raffaele Morese; Antonio Bassolino, che è stato presidente della giunta regionale campana e commissario straordinario per l`emergenza rifiuti. Ancora: gli ex sub commissari Angelo Vanoli ed Arcangelo Cesarano; l`ex vicepresidente della giunta regionale, Antonio Valíante; gli ex assessori Adriana Buffardi, Vincenzo Aita, Gianfranco Alois; Luigi Anzalone, Teresa Armato (attualmente parlamentare del Pd), Ennio Cascetta, Maria Fortuna Incostante (anch`ella oggi parlamentare del Pd), Federico Simoncelli, Marco Di Leilo, Luigi Nicolais (attualmente presidente del Cnr), Rosalba Tufano. La Corte dei Conti accende i riflettori, in particolare, sulla mancata bonifica del sito di interesse nazionale litorale domizio flegreo ed agro aversano, affidata alla società romana Jacorossi.

La convenzione
Quest`ultima entra m gioco grazie alla convenzione stipulata il 22 maggio 2001 tra il ministero del Lavoro, il ministero dell`Ambiente, il Commissariato di governo per l`emergenza rifiuti e la Regione Campania. Affida a Jacorossi la bonifica del litorale domizio - flegreo e dell`agro aversano, in cui saranno impiegati 380 lavoratori socialmente utili. Valore dell`appalto: 117 milioni di euro. Secondo la Procura della Corte dei Conti, l`atto è viziato da almeno tré irregolarità. La prima: l`impresa è individuata senza alcuna gara pubblica. La seconda: è scelta nonostante i pareri negativi dell`agenzia nazionale per la protezione ambientale. La terza: manca la prevista certificazione Soa, indispensabile a comprovare la capacità tecnica ed economica dell`azienda. Fu una decisione politica, argomentano i giudici, legata anche alla necessità di assumere. Scrive, in particolare il viceprocuratore Pierpaolo Grasso:
  «Per risolvere nel brevissimo periodo e senza alcuna prospettiva le problematiche occupazionali, si è proceduto ad affidare senza alcuna valida istruttoria l`appalto».
I lavoratori, sottolinea, «non sembra fossero stati prima mai applicati alla complessa attività delle bonifiche». Sostiene: «Sin da tale primo atto è possibile individuare la gravita dell`operato delle più alte sfere istituzionali dell`epoca le quali hanno, in maniera assolutamente superficiale, proceduto a portare avanti l`affidamento dell`appalto alla Jacorossi spa, in assenza dei benché minimi requisiti sostanziali per tale operazione». Grasso fa poi riferimento anche alle due inchieste penali sul caso Jacorossi, condotte dai pm La Ragione e Woodcock. Sottolinea: «Hanno svelato il carattere fondamentalmente politico delle scelte effettuate, tenuto conto dei chiari e non negati rapporti di amicizia che legavano l`amministratore delegato della Jacorossi ad alcune alte figure di primario rilievo istituzionale».

Il contenuto del contratto.
Secondo gli inquirenti, Commissariato di Governo e Regione si fanno carico nel 2002, all`atto della stipula, di obblighi ai quali sanno già di non potere ottemperare, «sia per i tempi di esecuzione troppo ristretti, sia per le forti opposizioni, da parte delle comunità locali, all`apertura di nuovi siti». Un chiaro riferimento, quest`ultimo, alla clausola che pone in carico alla pubblica amministrazione l`obbligo di individuare i siti in cui realizzare le discariche speciali destinate ad accogliere i materiali prelevati da Jacorossi. Proprio sulla mancanza di tali discariche e sulla necessità di inviare i rifiuti speciali oltre regione, infatti, punterà poi la società romana per giustificare le sue inadempienze e per reclamare ulteriori emolumenti, legati ad un presunto aumento dei costi. Saranno ad essa riconosciuti nel 2007. Anche quest` ultimo atto è oggetto di contestazioni da parte della Procura della Corte dei Conti. Con esso. Commissariato alle Bonifiche e Regione riconoscono a Jacorossi 21,8 milioni a titolo di risarcimento danni. Dispongono inoltre - «inspiegabilmente» secondo la Procura della Corte dei Conti - un ulteriore affidamento alla società dei servizi di asporto rifiuti e bonifica.

Il danno
Questi i punti salienti delle contestazioni. Il danno erariale, si diceva, ammonterebbe a 43 milioni: 21,8 per l`accordo del 2007,17 quali maggiori costi per lo smaltimento dei rifiuti presso terzi e circa 4 milioni per quanto pagato dall`Inps, a titolo di cassa integrazione, ai 380 lavoratori socialmente utili nei periodi di fermo delle attività di bonifica. L`ex presidente della giunta replica alle contestazioni rivendicando la correttezza del suo operato: «Abbiamo cercato di risolvere coi ministeri competenti, attraverso un risanamento ambientale, un problema che rigiiardava tanti lavoratori. Non mi pare una colpa».

Bonifiche: un capitolo aperto
L`inchiesta della Corte dei Conti punta a far luce, dunque, su un periodo di circa sei anni, quello che inizia con l`affidamento a Jacorossi delle bonifiche e si conclude con l`usata di scena della società. Resta tuttora aperto il drammatico capitolo delle bonifiche nel territorio campano, avvelenato da discariche illegali; legali ma gestite in maniera criminale; veleni industriali. Alcuni luoghi simbolo, per esempio Calabricito ad Acerra, restano in attesa di interventi definitivi e risolutivi. Quella rimozione dei veleni che altrove - per esempio nell`ex bacino industriale della Rhur, in Germania, è avvenuto in tempi relativamente brevi, m Campania pare impossibile da realizzare. In compenso, anche le presunte bonifiche, proprio come i rifiuti, hanno assorbito una voragine di denaro.

Sono 380 i dipendenti , della Jacorossi, la società romana ormai in liquiadazione. Per i dipendenti un dramma umano e occupazionale. molti di loro stanno usufruendo degli ultimi. periodi del sussidio di disoccupazione, dopo di che assai difficilmente potranno essere ricollocati in altre aziende per la bonifica delle aree inquinate. Secondo La Corte dei Conti l`appalto pubblico alla Jacorossi sarebbe stato concesso soltanto per poter - , assumere ex Lsu e quindi si sospetta per creare un serbatoio elettorale per molti politici. Ma il paradosso, non l`unico della vicenda, è che la Jacorossi ha poi licenziato le persone che aveva assunto, dopo aver chiesto i danni alla Regione Campania perché non avrebbe potuto operare sul territorio per mancanza di siti-discariche che dovevano essere individuati dalla Regione Campania o dal Commissariato rifiuti

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