La protesta I dipendenti delle società consortili occupano il Maschio Angioino «Subito i salari»

Consorzi e viaggi della spazzatura: ecco la voragine dei debiti

Tra i costi alle stelle per il caos rifiuti il peso dei maxi-affitti dei siti
Il disastro senza fine dell`emergenza
26 ottobre 2012 - d.d.c.
Fonte: Il Mattino

Soldi, soldi, soldi: il settore rifiuti continua a macinare, e a sprecare, milioni di euro.
Alla Protezione civile, incaricata di chiudere i conti dell`emergenza, sono arrivate richieste per più di tre miliardi da parte di imprese, consorzi e Comuni che dicono di aver accumulato crediti milionari. Da incassare, invece, ci sono solo 250 milioni che dovrebbero sborsare i Comuni. La Corte dei conti ha chiesto ragione della mancata consegna dei bilanci relativi al 2007 e al primo semestre 2008.
E poi c`è il buco dei consorzi di bacino. Ieri i lavoratori hanno esposto su una delle torri del Maschio Angioino uno striscione con la scritta: «I disperados». E non hanno tutti i torti: non prendono lo stipendio ormai da molti mesi. Ma, d`altra parte, in gran numero non hanno nemmeno un lavoro da svolgere. Meno di 200 degli 884 dipendenti dell`articolazione napoletana hanno qualcosa da fare, tutti gli altri non hanno uno straccio di incarico. Nel 2010 l`allora sottosegretario Guido Bertolaso firmò una pianta organica che prevedeva 424 esuberi: non è mai stata attuata e così tutti continuano ad avere diritto a uno stipendio che nessuno riesce a incassare. D`altra parte la Sapna che avrebbe dovuto avere la responsabilità dell`intero ciclo dei rifiuti non ha mai varato un piano industriale, anche perché non esiste un piano provinciale. Intanto per diversi mesi ha anticipato gli stipendi totalizzando la bella cifra di sei milioni e ottocentomila euro versati senza alcuna giustificazione.
Quella delle anticipazioni è una prassi troncata dall`attuale amministratore unico Enrico Angelone che ha anche disdetto un patto integrativo che permetteva a ogni dipendente di intascare fino a 596 euro in più al mese con una spesa totale per l`azienda di 121 mila euro al mese, 1 milione e 400 mila euro all`anno.
Ma non è finita. I rifiuti napoletani fanno il giro d`Italia. Ma a caro prezzo. Si sono spesi più di cento milioni senza fare uno stralcio di appalto. Non a caso sui munnezza tour c`è un`inchiesta della magistratura. Secondo il perito della Procura, Luigi Boeri, negli anni passati la Sapna ha affidato servizi anche a ditte che non avevano partecipato ad alcuna manifestazione di interesse e m alcuni casi i pagamenti sono avvenuti anche in mancanza dei documenti di regolarità contributiva. n lievitare delle spese ha procurato un buco di 15 milioni nel bilancio dell`azienda e la tariffa di smaltimento è lievitata a 147,9 euro a tonnellata.
Non è andata meglio con il compostaggio. Attualmente la frazione umida viene lavorata a duecento euro a tonnellata nelle altre Regioni. ANapoli il capannone dell`Ex lem che doveva eessere destinato a questo scopo dopo una serie di interventi e bonifiche è stato declassato a sito di stoccaggio. L`impianto di San Tammaro ha ospitato le balle durante l`ultima emergenza e quindi va nuovamente caratterizzato dopo essere stato ripavimentato. Dello stabilimento dell`Igica di Caivano si sono perse definitivamente le tracce dopo che per anni il sindaco aveva chiesto che fosse liberato dai rifiuti. Con le bonifiche non è andata meglio: la società «gemella» della Jacorossi è la Astir che ha accumulato debiti per più di 50 milioni riuscendo a malapena a ripulire i Regi Lagni e appaltando gran parte del lavoro all`estemo.E non si devono dimenticare i mezzi abbandonati: vagli, impianti di compostagio prêt a porté, bob cat e camion in disuso abbandonati nei pressi degli impianti dismessi.

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