Savignano si sveglia tra puzza e compattatori
È irrespirabile l'aria nella zona circostante la discarica di Pustarza. Almeno in un raggio di 400 metri. All'interno dell'impianto bisogna essere muniti di mascherina. I rifiuti scaricati, anche a causa di un venticello che qui sembra essere di casa, emanano un cattivo odore perchè già marciti da tempo e conferiti in una vasca che assomiglia di più ad un campo di calcio. Vengono sistemati, infatti, in orizzontale in attesa che di sera gli operai dell'Ibi li coprano di uno strato di sabbia di 10 centimetri. Sono rifiuti che arrivano da Napoli e dalla provincia di Avellino. Nel primo giorno di conferimento non proprio secondo le cifre indicate dal generale Franco Giannini (1500 tonnellate, di cui 500 di Avellino). Qualcosa in meno perchè la macchina organizzativa deve ancora entrare in pieno esercizio. Ad ogni modo si è cominciato ieri di buon mattino. I compattatori che seguono il percorso annunciato (uscita al casello autostradale di Candela e marcia in direzione di Accadia e Monteleone di Puglia) stazionano a cento metri dall'ingresso nell'impianto, in attesa di poter scaricare. La coda è composta da almeno dieci-dodici compattatori. Una volta entrati nell'impianto, vengono sottoposti a controllo dai militari, soprattutto per quanto riguarda la radioattività. Per i percorsi cambierà qualcosa. Sono allo studio altre soluzioni, che comunque, prevedono l'esclusione del passaggio dei mezzi sia per il centro di Savignano che di Ariano Irpino. Mentre si va avanti con i primi conferimenti, proseguono i lavori per la seconda vasca e per la deviazione delle condotte situate a valle. Questa operazione viene considerata prioritaria. La commissione di collaudo ha, infatti, ridotto la capacità di accoglienza della prima vasca. Bisogna completare questi lavori obbligatoriamente nelle prossime settimane. Diversamente, dopo un mese, Pustarza risulterebbe già inutilizzabile. Ma a questa prospettiva nessuno crede. I lavori si faranno subito. Anche perchè come ha spiegato il generale Giannini «Pustarza rappresenta un svolta nella tormentata vicenda dell'emergenza rifiuti». Poter smaltire 1000 tonnellate di rifiuti del Napoletano al giorno, a cui vanno ad aggiungersi quelli di Avellino, significa essere certi che non ci saranno problemi nei mesi estivi. Ma già a partire dai prossimi mesi non dovrà essere più così. Le quantità da conferire dal Napoletano si devono ridurre, in modo che la discarica di Pustarza possa accogliere solo rifiuti della provincia per alcuni anni. Probabilmente a questa eventualità si lega il destino del Formicoso. Solo la realizzazione delle altre discariche e in particolare di quella di Chiaiano può rimettere in discussione la scelta per la piattaforma per i rifiuti dell'Alta Irpinia.