Rifiuti, le consulenze d`oro della Sapna

La Corte dei conti sequestra 700mila euro al presidente dimissionario della Provincia per un danno di un milione e 600 mila
18 ottobre 2012 - Conchita Sannino
Fonte: Repubblica Napoli

La voragine di Sapna, società provinciale, rischia di inghiottire anche Luigi Cesaro. La Corte dei conti ha appena disposto per lui un sequestro di 700 mila euro. Motivo? "Improduttivo esborso di denaro pubblico legato agli inutili conferimenti di incarichi e consulenze". È l'infinita abbuffata dei rifiuti.
Cala la scure della magistratura contabile su indennità, beni e sui conti correnti del presidente dimissionario della Provincia, nonché deputato Pdl, Cesaro. La notizia è di qualche giorno fa: su richiesta del sostituto procuratore generale Ferruccio Capalbo, il presidente della sezione giurisdizionale campana della Corte dei Conti, Fiorenzo Santoro, ha autorizzato il sequestro conservativo di 700 mila euro a carico del parlamentare perché ritenuto responsabile, per la sua parte, del danno arrecato alla società in house della Provincia, Sapna, a causa di "inutili conferimenti di incarichi esterni" che hanno prodotto un danno erariale quantificato precisamente in "1 milione e 559mila 798 euro".
Tra le consulenze finite sotto accusa, vi sono anche quelle da oltre 400mila euro al direttore tecnico della società Giovanni Perillo e quella, da quasi mezzo milione di euro, allo studio Cimadomo di Napoli. L'avviso di "invito a dedurre" è stato notificato a Cesaro proprio nelle ore in cui il presidente avviava l'iter-bluff della sua incompatibilità (tra i due incarichi) per poter legittimamente candidarsi alle prossime politiche e lasciare in carica la propria giunta. Un provvedimento che segue di pochi mesi l'analogo sequestro che la magistratura contabile ha disposto anche per Corrado Catenacci, Umberto Vecchione, Carmela Miele come vecchi dirigenti della società.
Ora, però, i magistrati ricostruiscono, con nomi e insegne di studi professionali, il giro di consulenze considerate superflue e comunque gravemente dannose per le casse dell'ente e ne addebitano gran parte della responsabilità al mandato diretto del presidente Cesaro. Questo lo snodo sottolineato dalla Corte dei Conti, che accoglie gli elementi presentati dalla difesa dell'allora assessore al Bilancio Armando Cascio, che subito dopo si dimise.
Eccola, dunque, l'altra verità che si spalanca dietro la voragine dei conti di Sapna, non soltanto dovuta ai continui trasferimenti all'estero dell'immondizia napoletana. La società è minacciata da un disavanzo di circa 15 milioni, un buco per il quale Sapna ha già avvertito, in una lettera al prefetto, che potrebbero tornare problemi di smaltimento, e che la tariffa di smaltimento è già aumentata dai 112 euro di qualche anno fa ai 147 euro a tonnellata di oggi; con successivo, ulteriore aggravio della Tarsu, la tassa che già pesa come la più alta d'Europa nelle tasche dei cittadini.
Due le principali violazioni contestate dalla Corte dei Conti. La prima: Cesaro è venuto meno agli obblighi della "autosufficienza organizzativa", in virtù della quale l'amministrazione "è tenuta ad espletare le funzioni istituzionali ricorrendo alle risorse interne". La seconda: la mancata trasparenza e concorsualità per incarichi che sopravanzano ( e di molto) i 15mila euro l'anno.
Ma quali sono e quanto sono costate le consulenze che oggi mettono Cesaro sul banco degli imputati? Ben 443mila 658 euro sono stati riconosciuti all'ingegnere Giovanni Perillo, con l'incarico di "direttore tecnico" della Sapna.
Costa come e più di un "super mutuo" la consulenza allo studio Bruno Cimadomo: ben 491mila e 734 euro; 35mila e 437 euro al ragioniere Nicola Guarino con l'incarico di assistenza diretta alla direzione generale; 26mila 250 alla dottoressa Giovanna Scarano e 15mila 750 alla collega Elena Barbato come addette all'ufficio stampa.
Diversi gli studi professionali coinvolti nel giro di incarichi: quasi 95mila euro vanno allo Studio Impresa dei dottori commercialisti associati di Napoli; 133mila allo lo studio Esterino Cafasso come consulenti del lavoro; 48mila euro complessivamente alla "Ernst & Young Financial Business Advisor" con sede a Milano. E ancora: costano gli incarichi ai professori Giovanni Leone, Angela Maria Proto e Concetta Russo "come membri della commissione aggiudicatrice della gara per l'affidamento in concessione del servizio della gestione Tarsu e Tia per la provincia di Napoli", in particolare 30mila euro alla professoressa Proto la cui nomina, per il magistrato, duplica inutilmente le competenze già incarnate dagli altri due; 69mila euro e 846 allo studio legale associato Castellano; 34mila 320 al professore Andrea Amatucci.
Ancora: 15mila vanno allo studio legale di Firenze Mariani, Menaldi & associati; citato anche l'incarico all'ingegnere Paolo Viparelli come "direttore tecnico per la gestione della discarica dei rifiuti non pericolosi di Chiaiano"; mentre continua a costare 46mila e 800 euro la media mensile della fantomatica "consulenza", poi trasformata in "successiva assunzione a tempo indeterminato" del signor Vincenzo Ammoscato, ovvero un autista della società. L'uomo continua a percepire ovviamente uno stipendio di 1800 euro al mese Una circostanza, quest'ultima, che negli atti è descritta di particolare gravità perché trattasi "delle mansioni ordinarie e pienamente fungibili di autista" che implica "altresì la violazione del divieto imperativo di conversione, da parte della pubbliche amministrazioni, dei rapporti a tempo determinato in rapporti a tempo indeterminato"
Scrive il magistrato contabile: "Trattasi in definitiva, con riferimento a tutti gli incarichi sopra elencati, di una spesa "inutile" potendo la Sapna acquisire le prestazioni di cui agli atti di conferimento in esame ricorrendo alle professionalità intern". Continua ancora il magistrato: "Fermo restando il profilo di illiceità appena descritto, assorbente ai fini della valutazione in tema della suscettibilità delle somme spese a tal fine ad essere classificate come danno erariale, rileva altresì anche la totale assenza di ogni evidenza pubblica".
Ci si trova dunque,, conclude dunque l'istruttoria, di fronte a"incarichi di consulenza che non solo risultano inutilmente dati ma sono anche inefficaci, in quanto nulli, nei confronti della Sapna stessa risultando conferiti in assenza di ogni procedura comparativa diretta a selezionare l'offerta maggiormente conveniente".
L'udienza è fissata il 12 novembre per la comparizione delle parti dinanzi al giudice Maria Cristina Razzano.

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