Il dossier choc dell`Arpac

Roghi e veleni 160 discariche da risanare

Non solo la Terra dei fuochi anche nei parchi protetti scarichi e fuochi con diossina
La Prefettura ha inviato l`elenco ai Comuni
Ma mancano soldi per avviare ¡ piani delle bonifiche
17 ottobre 2012 - Nello Fontanella
Fonte: Il Mattino

Centosessanta siti di sversamento e combustione di rifiuti. Veleni da rimuovere e smaltire. E non solo nella terra dei fuochi. Un lungo elenco di discariche abusive individuate, censite e, molte delle quali, già sotto sequestro, trasmesso dal Dipartimento provinciale di Napoli dell`Arpac alla Prefettura: rifiuti pericolosi, speciali, eternit, residui ferrosi, pezzame. Bombe ecologiche, un costante pericolo per la pubblica e privata incolumità sul territorio della vasta provincia di Napoli, anche perché la maggior parte è materiale incendiato. E quindi fonte di diossina.
Molti siti ricadono nella perimetrazione di aree protette come il Parco nazionale del Vesuvio e di particolare interesse paesaggistico come gli Astroni e i Camaldoli nel Comune di Napoli.
La Prefettura ha girato di pari passo l`elenco ai Comuni (Acerra, Afragola, Agerola, Arzano, Bacoli, Barano d`Ischia, Boscoreale, Boscotrecase, Brusciano, Caivano, Casoria, Castellammare di Stabia, Cercóla, Crispano, Ercolano, Frattamaggiore, Giugliano, Gragnano, Marigliano, Massa Lubrense, Melilo, Napoli, Ottaviano, Palma Campania, , Pomigliano d`Arco, Pozzuoli, Procida, Qualiano, Sant`Anastasia, Sant`Antonio Abate, San Giuseppe Vesuviano, San Paolo Bei Sito, San Sebastiano al Vesuvio, Somma Vesuviana, Terzigno, Torre del Greco, Trecase, Tufino, Villaricca e Volla) accompagnandolo con poche righe nelle quali richiama l`attenzione dei sindaci «sugli adempimenti di competenza». Ovvero la rimozione. Perché compete all`ente comunale essendo gli stessi classificati come rifiuti urbani. Tonnellate di rifiuti il cui onere economico per lo smaltimento resta a carico dei bilanci comunali e per i quali non sarà certo facile agire. Molti enti locali sono al limite del dissesto economico e le casse non consentono l`esborso di centinaia di migliaia dieuro perla rimozione e lo smaltimento. Per non dire dell`iniziativa in corsoda parte dei comitati antìroghi, che hanno raccolto 32.500 firme per una querela contro Regione, Province di Napoli e Caserta e 42 comuni per individuare le responsabilità di chi negli anni doveva vigilare e non ha vigilato contro gli incendi di immondizia. Denuncia consegnata a tre Procure.
Nell`elenco trasmesso dall`Arpac alla Prefettura spicca comunque la consistenza di siti racchiusi in un vasto triangolo che comprende i Comuni di Terzigno (12), Palma Campania, Poggiomarino e fino a Sant`Antonio Abate. Rifiuti soprattutto derivanti da scarti di lavorazione di aziende tessili, molte delle quali gestite da cittadini cinesi. Oquelli individuati e censiti nella perimetrazione dell`area protetta del Vesuvio (Trecase, Boscotrecase, Ercolano, Pollena Trocchia, Sant`Anastasia, San Giuseppe Vesuviano). Discorso a parte merita la cosiddetta terra dei fuochi, dal litorale Domitio Hegreo e Agro Aversano: da Marigliano fino alla zona del Lago di Patria nel Comune di Giugliano, passando per Acerra, Caivano, Afragola, dove non c`è soluzione di continuità con centinaia di micro discariche realizzate anche lungo le strade di collegamento provinciale. È infatti l`intera provincia interessata, isola d`Ischia compresa, dal fenomeno dell`emergenza roghi rifiuti che la Prefettura sta cercando di debellare con un`attività di prevenzione e monitoraggio. È prevista per questa mattina nella sede di Piazza del Plebiscito una riunione per un punto sulla situazione e, probabilmente, per assegnare alle diverse forze di polizia che fanno parte della taskforce, delimitate zone di azione. Resta però il nodo della rimozione.

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