Disastro ambientale: sette ai domiciliari, c'è anche un dirigente della Provincia

Le accuse si riferiscono alla gestione dell'emergenza nel 2008. Si sospetta inquinamento falde acquifera
23 ottobre 2012
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

CASERTA - Emergenza rifiuti: sette persone, tra cui il dirigente del settore Ambiente della provincia di Caserta, Paolo Madonna, tre ufficiali dell'esercito e due geologi sono agli arresti domiciliari nell'ambito di una inchiesta della procura di Napoli sulla gestione durante l'emergenza in Campania del sito di discarica Ferrandelle nel comune di Santa Maria La Fossa, nel casertano.

DISASTRO E TRUFFA - Le ipotesi di reato contestate sono di concorso in disastro ambientale, truffa aggravata ai danni dello Stato e falsità ideologica in atti pubblici. Sequestrati inoltre, a titolo preventivo, a due imprenditori coinvolti beni per 3 milioni di euro.

FALDE ACQUIFERE - Secondo la ricostruzione dei pm della Procura e dei carabinieri i sette non avrebbero ignorato la presenza di una falda acquifera e causato così un disastro ambientale inquinando anche i terreni destinati all'agricoltura. In sostanza, si è verificata la lacerazione dei teli impermeabilizzanti e l'immissione del percolato nelle falde sottostanti, esponendo a pericolo «un numero indeterminato di persone». Le analisi tecniche hanno, infatti, evidenziato l'inquinamento non solo della falda acquifera superficiale, ma anche di quella profonda, tale da configurare i caratteri propri del disastro ambientale.

«PIRE» DI 14-15 METRI - La situazione, come spiega il procuratore Cafiero de Raho «si è ulteriormente aggravata con lo smaltimento nel sito di lavatrici, materassi, divani, fusti d'olio, rottami di vetture e pneumatici e, quindi, non solo di rifiuti solidi urbani per i quali la discarica doveva essere abilitata. Nelle piazzole si sono così venute a creare abbancamenti di rifiuti - continua il procuratore - anche di 14-15 metri il cui peso complessivo ha determinato il cedimento della struttura di contenimento causando la penetrazione del percolato nelle sottostanti falde acquifere». Per questo motivo, per la raccolta appunto di rifiuti industriali, è stata accertata la truffa ai danni dello Stato. Tre milioni di euro, erogati dall'allora Commissariato straordinario per l'emergenza rifiuti in Campania a favore della Simont Spa, che ha realizzato le opere.

LE REAZIONI DEL PRESIDENTE - Dalla Provincia arriva la precisazione che i fatti di cui si parla nell'indagine della Procura di Napoli, risalenti all'anno 2008, non riguardano in alcun modo l'Ente di corso Trieste. Si tratta, infatti, di accadimenti inerenti il periodo dell'emergenza rifiuti in Campania e relativi alla gestione commissariale. Intanto il numero uno della Provincia, Domenico Zinzi, si è detto «fiducioso nel lavoro che porterà avanti la magistratura, che di sicuro contribuirà a fare totale chiarezza sulla vicenda in tempi rapidi. Ribadisco, altresì, - ha aggiunto Zinzi - la piena fiducia nei confronti dell'ingegnere Madonna, persona seria e scrupolosa».

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