L`ambiente Via al processo di ricostruzione

Depuratori la scommessa del mare pulito

Commissariamento finito si aprono le gare d`appalto sul piatto 242 milioni
Gli impianti
Sono cinque e risalgono al 73: Cuma Acerra Marcianise Regi Lagni Napoli Nord
30 settembre 2012 - Franco Mancusi
Fonte: Il Mattino

Depuratori, dalle polemiche e dai ritardi ai progetti concreti. Domani chiude la gestione straordinaria che ha provocato tanti contrasti. Partono i bandi per l`assegnazione delle ambiziose opere di ristrutturazione (complessivamente 242 milioni di euro). La Regione volta pagina e s`impegna a far tornare azzurro il mare del golfo. Tredici anni di tensioni e di contrasti spesso strumentali per far funzionare i cinque mega impianti costruiti all`indomani dell`infezione colerica dell`estate del `73. Cuma, Acerra, Marcianise, Regi Lagni, Napoli Nord per bonificare un mare devastato dai veleni, inquinato da scarichi fognari e industriali di ogni tipo, avvilito persino nella naturale vocazione del turismo e dei bagni.
La Hydrogest, società istituita nel 2006 da una cordata di imprenditori campani, avrebbe dovuto finalmente risolvere l`antico problema. Tutti, considerando lo spessore professionale degli operatori prescelti giurarono sulla possibilità dirivedere, nel giro di pochi anni, il mare pulito.
Una cocente delusione. Devastata al suo intemo da polemiche, contrasti sulle scelte di fondo, pressioni occupazionali, l`obiettivo fu clamorosamente mancato. La Hydrogest che per uscire dalla paralisi aveva chiesto più finanziamenti, in un secondo momento l`estensione della licenza di gestione regionale dei cinque impianti andò progressivamente svuotandosi. Tanto da provocare, nell`aprile del 2010, la nomina di un custode giudiziario, dopo gli interventi della magistratura per il mancato completamento degli impianti. Cosa accadrà ora? Gli amministratori campani si dicono certi della svolta.
Disponibili i fondi per l`esecuzione delle opere, dal primo ottobre partiranno le procedure di appalto che dovrebbero concludersi entro la fine dell`anno. Se non interverranno altri ostacoli (ma il dubbio è sempre lecito in una materia tanto tormentata) si potrebbe cominciare a lavorare sin dal prossimo mese di gennaio. Entro la fine del 2015 i depuratori dovrebbero funzionare e l`odissea del mare malato napoletano potrebbe davvero concludersi. Anche se l`assessore Romano mette le mani avanti: allacciamenti abusivi e speculazioni rappresentano una rete intollerabile di veleni, dalGarigliano al Sele.
Poi bisognerà fare i conti con le amministrazioni locali, che non hanno dimostrato di avere alcuno scrupolo per la tutela ambientale. Il problema sarà anche quello di una nuova cultura della risorsa mare e del territorio. Questo, però, è un discorso dei prossimi anni.

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