Termovalorizzatori e zero discariche: referendum di FareAmbiente
«FareAmbiente Napoli da Amare» è il nome del triplice referendum consultivo che il movimento ecologista FareAmbiente promuove per risolvere il problema dei rifiuti. Oggi la presentazione nella conferenza stampa di oggi (ore 11 presso la sede dell`Assostampa). All`incontro con i rappresentanti degli organi di informazione parteciperanno i vertici di FareAmbiente (il presidente Vincenzo Pepe, il presidente onorario Paolo Russo,i coordinatori di Napoli e provincia Umberto Braschi, della Campania Francesco della Corte, della Macroarea flegrea Andrea Botta, dell`Area NapoliNord Assunana Riccio, i rappresentanti del Comitato promotore referendario e delle Guardie ecozoofile del Movimento). Al voto dei napoletani verranno sottoposti tré i quesiti. Il primo riguarda il potenziamento della raccolta diffe renziata porta a porta per raggiungere il 50 per cento previsto dal piano tramesso alla Commissione europea; il secondo quesito concerne la realizzazione di impianti di termovalorizzazione per il ciclo dei rifiuti, che «consentirebbe sostengono i promotori della consultazione-di abbattere i forassimi costi attualmente sostenuti dalla cittadinanza per lo smaltimento `fuori mura`, e contemporaneamente fornirebbe energia elettrica; il terzo e ultimo quesito riguarda la chiusura immediata delle discariche dei rifiuti presenti sul territorio comunale con bonifica dei siti contaminati. «Alla base dell` iniziativa referendaria - spiega Pepe - vi è la necessità improcrastinabile di porre un freno concreto alle cause di inquinamento ambientale da rifiuti, che ha raggiunto livelli di altissimo rischio per la salute pubblica; e, allo stesso tempo, debellare il dilagante fenomeno dei roghi di immondizia, causa di una allarmante incidenza tumorale nei cittadini residenti». Entrando nel merito della costruzione di impianti di trattamento industriale dell`immondizia, i promotori del referendum evidenziano la necessità di «risparmiare somme ingenti che attualmente vengono sperperate per smaltire altrove i rifiuti locali» con la possibilità di «recuperare energia dallo stesso smaltimento a vantaggio delle casse comunali con il conseguente abbattimento delle relative tasse».