«Tracce radioattive»: stop al carico di rifiuti
16 giugno 2008 - Fluvio Bufi
Fonte: Corriere della Sera
Tracce radioattive in un carico di rifiuti che stava per essere sversato nella discarica di Savignano Irpino. Non è la prima volta che accade: è la terza in due settimane. I precedenti non a Savignano, dove la discarica è stata aperta solo due giorni fa, ma sui treni carichi di immondizia destinata agli impianti di smaltimento in Germania.
E sempre lo stesso è il materiale rilevato dove non avrebbe dovuto esserci: iodio 131, una sostanza che gli esperti definiscono non particolarmente pericolosa e che viene usata nelle scintigrafie e nelle radioterapie. Ma comunque un rifiuto speciale, un rifiuto ospedaliero che dovrebbe essere smaltito seguendo uno specifico protocollo e non certo nel cassonetto sotto casa. E invece succede così, e anche piuttosto abitualmente vista la frequenza delle ultime scoperte.
Quella di ieri è avvenuta grazie ai controlli eseguiti dai militari che sono stati destinati ala sorveglianza dell'impianto appena aperto in Irpinia. Ogni camion viene sottoposto a una serie di controlli tra i quali anche quello per rintracciare eventuali sostanze che non possono essere smaltite insieme al «tal quale» (e cioè la spazzatura così come viene raccolta nelle strade, senza subire alcun trattamento) che con le nuove regole può finire in discarica.
Il camion che trasportava il carico contaminato è stato bloccato e rimandato lì da dove era partito, e cioè al sito di trasferenza di Acerra, dove i vigili del fuoco hanno avviato i controlli per cercare di risalire agli autori dello smaltimento illecito. Anche se si tratta di rifiuti definiti ospedalieri non è assolutamente detto che lo iodio 131 provenga da un ospedale. Molto più probabile, invece, che a liberarsi con troppa leggerezza della sostanza radioattiva possa essere stato un istituto di analisi. E dal momento che non sono una infinità quelli che svolgono esami scintigrafici e che si può ricostruire il percorso fatto dal camion che ha raccolto la spazzatura, non dovrebbe essere impossibile risalire a chi ha buttato lo iodio nel cassonetto dei rifiuti.
Non sarebbe un dettaglio di poco conto. Perché in una città che ancora soffoca sotto montagne di sacchetti puzzolenti, con una differenziata che non è mai decollata e che secondo i piani del governo, potrà partire solo con una mobilitazione di volontari che vengano a Napoli a consegnare i contenitori bussando a ogni casa, individuare e punire chi non rispetta le regole minime di sicurezza nello smaltimento di rifiuti speciali, sarebbe un segnale che le cose stanno cambiando.
Per il momento il generale Franco Giannini, ex vicecommissario straordinario al fianco del prefetto Gianni De Gennaro, e oggi responsabile del settore tecnico-operativo della struttura guidata dal sottosegretario Guido Bertolaso, raccoglie il ringraziamento del ministro della Difesa Ignazio La Russa («I militari impegnati a Napoli stanno svolgendo un ruolo prezioso di cui tutti gli siamo grati») e sottolinea come il rinvenimento di tracce radioattive avvenuto prima dello sversamento a Savignano dimostri «l'accuratezza dei nostri controlli ».
Ma c'è chi la vede diversamente. I comitati di cittadini che si battono contro la discarica di Chiaiano, per esempio. Che considerano il ritrovamento della tracce di iodio 131 un ulteriore segnale di pericolo per la loro salute se si deciderà l'apertura della discarica più contestata degli ultimi mesi, temendo che sostanze pericolose possano essere sversate anche nell'impianto previsto nel loro quartiere e sul quale la decisione definitiva potrebbe arrivare già tra domani e dopodomani.
Le eventuali nuove contestazioni saranno un'altra questione da affrontare, per Bertolaso. Ma per ora l'emergenza più pressante resta quella della situazione igienica in città. Ci sono ancora 1900 tonnellate di spazzatura nelle strade, e la provincia è allo stremo. L'apertura della discarica di Savignano finora non ha risolto granché.
Quella di ieri è avvenuta grazie ai controlli eseguiti dai militari che sono stati destinati ala sorveglianza dell'impianto appena aperto in Irpinia. Ogni camion viene sottoposto a una serie di controlli tra i quali anche quello per rintracciare eventuali sostanze che non possono essere smaltite insieme al «tal quale» (e cioè la spazzatura così come viene raccolta nelle strade, senza subire alcun trattamento) che con le nuove regole può finire in discarica.
Il camion che trasportava il carico contaminato è stato bloccato e rimandato lì da dove era partito, e cioè al sito di trasferenza di Acerra, dove i vigili del fuoco hanno avviato i controlli per cercare di risalire agli autori dello smaltimento illecito. Anche se si tratta di rifiuti definiti ospedalieri non è assolutamente detto che lo iodio 131 provenga da un ospedale. Molto più probabile, invece, che a liberarsi con troppa leggerezza della sostanza radioattiva possa essere stato un istituto di analisi. E dal momento che non sono una infinità quelli che svolgono esami scintigrafici e che si può ricostruire il percorso fatto dal camion che ha raccolto la spazzatura, non dovrebbe essere impossibile risalire a chi ha buttato lo iodio nel cassonetto dei rifiuti.
Non sarebbe un dettaglio di poco conto. Perché in una città che ancora soffoca sotto montagne di sacchetti puzzolenti, con una differenziata che non è mai decollata e che secondo i piani del governo, potrà partire solo con una mobilitazione di volontari che vengano a Napoli a consegnare i contenitori bussando a ogni casa, individuare e punire chi non rispetta le regole minime di sicurezza nello smaltimento di rifiuti speciali, sarebbe un segnale che le cose stanno cambiando.
Per il momento il generale Franco Giannini, ex vicecommissario straordinario al fianco del prefetto Gianni De Gennaro, e oggi responsabile del settore tecnico-operativo della struttura guidata dal sottosegretario Guido Bertolaso, raccoglie il ringraziamento del ministro della Difesa Ignazio La Russa («I militari impegnati a Napoli stanno svolgendo un ruolo prezioso di cui tutti gli siamo grati») e sottolinea come il rinvenimento di tracce radioattive avvenuto prima dello sversamento a Savignano dimostri «l'accuratezza dei nostri controlli ».
Ma c'è chi la vede diversamente. I comitati di cittadini che si battono contro la discarica di Chiaiano, per esempio. Che considerano il ritrovamento della tracce di iodio 131 un ulteriore segnale di pericolo per la loro salute se si deciderà l'apertura della discarica più contestata degli ultimi mesi, temendo che sostanze pericolose possano essere sversate anche nell'impianto previsto nel loro quartiere e sul quale la decisione definitiva potrebbe arrivare già tra domani e dopodomani.
Le eventuali nuove contestazioni saranno un'altra questione da affrontare, per Bertolaso. Ma per ora l'emergenza più pressante resta quella della situazione igienica in città. Ci sono ancora 1900 tonnellate di spazzatura nelle strade, e la provincia è allo stremo. L'apertura della discarica di Savignano finora non ha risolto granché.