L`inceneritore si ferma per lavori: allarme rifiuti
Stop al termovalorizzatore di Acerra: tra gennaio e febbraio l`impianto resterà fermo per diverse settimane a causa della revisione della turbina. Si tratta di interventi necessari, indifferibili e programmati da tempo. Per tentare di evitare una nuova emergenza Regione, Provincia e Comune stanno lavorando per intensificare i trasferimenti verso le altre Regioni e verso l`Olanda, ma difficilmente i viaggi dei rifiuti basteranno ad assorbire le duemila tonnellate bruciate finora dall`inceneritore. Ne l`assegnazione della gara per far viaggiare 50 mila tonnellate di rifiuti prevista entro la fine di questa settimana (importo a base d`asta cento milioni di euro)sembra idonea a risolvere il problema. Per il momento, però, non si intravede nessun` altra iniziativa.
Intanto la situazione si aggrava: già nei giorni scorsi è cominciata la manutenzione auna delle linee dell`impianto di Acerra e questo sta creando problemi agli stir di Caivano, Giugliano e Tufino che restano ingombri di frazione secca. I conferimenti, quindi, rallentano, le code dei camion si allungano e i Comuni incontrano difficoltà crescenti a mantenere un servizio efficiente anche perché scarseggiano i fondi per pagare gli straordinari.
Ma, almeno a guardare la nota della Regione inviata a Bruxelles dal capo dipartimento per le procedure d`infrazione Roberto Adam, non si annuncia no sostanziali novità. Anzi, alcuni paragrafi sono in evidente contraddizione con quanto più volte affermato sul «fronte intemo». A pagina 26 della relazione, infatti, si legge: «A tali volumi (cioè a quelli di Savignano e San Tammaro, ndr) nel 2013 andranno ad aggiungersi le 350 mila tonnelate ubicate a Chiaiano e a sant`Arcangelo Trimonté, potenzialmente disponibili, ma in attesa del dissequestro a opera delleAutorità giudiziarie. In caso contrario si valuteranno soluzioni alternative». Ma il 23 aprile scorso, subito dopo l`invio della precedente missiva, dove pure era prevista la riapertura di Chiaiano, gli amministratori si precipitarono a smentire. «Possiamo dire con certezza che la discarica di Chiaiano non riaprirà»: dichiarò ilvicesindaco di Napoli Tommaso Sodano. E L`assessore provinciale Giuseppe Caliendo ribadì: «L`attuale discarica di Chiaiano è fuori discussione». Mentre l`assessore regionale Giovanni Romano spiegò: «A Chiaiano bisognerà portare la frazione umida stabilizzata: un procedimento necessario per colmare l`invaso e procedere alla corretta chiusura definitiva». Nellalettera d`altra parte non si identificano altri siti oltre a quelli già aperti e a quello più volte annunciato e mai realizzato di Paenzano 2 mentre nell`ultima riunione in prefettura è stato rimesso in discussione il principio della provincializzazione.
Non solo: nella lettera alla Uè si annuncia l`apertura dei termovalorizzatori di Giugliano e di Napoli est entro il 2016. Mete evidentemente irrealizzabili. Per il primo impianto impianto non è stata nemmeno avviata la procedura di gara. Sul secondo il sindaco De Magistris ha più volte ribadito la sua netta contrarietà. Il commissario Carotenuto, dal canto suo, ha mantenuto aperta la procedura di gara che dovrebbe concludersi entro il 1 ottobre e ha più volte chiesto adA2A, l`unica azienda che ha presentato un` offerta, di aggiungere le garanzie bancarie. L`azienda a fine maggio ha spiegato:
«La programmazione e la realizzazione di un progetto complesso qual è un termovalorizzatore non possono prescindere dall`assenso degli enti istituzionali interessati all`iniziativa, nel caso specifico la Regione in quanto responsabile del piano regionale dei rifiuti e stazione appaltante, nonché del Comune di Napoli in quanto Comune ospitante l`impianto e preposto al rilascio di specifiche autorizzazioni». In sostanza: se Regione e Comune non si mettono d`accordo le banche si mostrano restìe a prestare i soldi. E, a distanza di quattro mesi non sembra che le posizioni degli enti locali si siano modificate: il Comune resta deciso a non far fare l`impianto a Napoli est e la Regione non sembra interessata a ingaggiare una contesa con De Magistris. Il termovalorizzatore, dunque, non si farà. Il problema è in mano a chi finirà il cerino se l`Europa deciderà di fare sul serio.