Processo Facchi un testimone piange in aula
14 giugno 2008 - Dario Del Porto
Fonte: Repubblica Napoli
«L´ufficio ragioneria del commissariato straordinario non aveva poteri per sindacare sull´operato di figure istituzionali che si spostavano sul territorio per il conferimento di rifiuti»: lo ha dichiarato al giudice Antonio Panico il dirigente dell´ufficio ragioneria, Ugo Stingo, sentito come testimone al processo che vede l´ex subcommissario Giulio Facchi imputato per truffa con riferimento a rimborsi ricevuti tra il novembre 2000 e il gennaio 2004.
Somme per circa trentamila euro pagate dal commissariato straordinario (all´epoca guidato da Bassolino) e riferite a viaggi che, secondo l´accusa, sarebbero stati fatti figurare falsamente come effettuati per esigenze di servizio.
A metà della sua deposizione, Stingo non ha trattenuto l´emozione e si è sfogato: «Se Facchi attestava di essere andato, faccio un esempio, a Dusseldorf per visitare i luoghi dove dovevano essere trasportati i rifiuti, io non potevo far altro che rimborsare la missione. E invece - ha detto il testimone non riuscendo per un istante a trattenere le lacrime - la Corte dei Conti ha chiamato me a risponderne, e non lo ritengo giusto, perché mi vengono addebitati fatti che rientravano nella esclusiva competenza della gestione commissariale». Il riferimento di Stingo è al procedimento avviato nei confronti suoi e di altri funzionari dell´ufficio ragioneria dalla Procura regionale della Corte dei Conti. All´udienza di ieri ha deposto anche Raffaele Vanoli, ex vicecommissario per l´emergenza rifiuti, il quale ha confermato di aver firmato i rimborsi finiti sotto inchiesta aggiungendo però che l´istruttoria non spettava a lui. Il processo riprenderà ad ottobre. Assistito dall´avvocato Riccardo Polidoro, Facchi ha sempre respinto le accuse.
Sul fronte dell´inchiesta più delicata del momento, quella su presunti illeciti nella gestione del ciclo dei rifiuti, si registra invece la decisione del Tribunale del Riesame che ha respinto il ricorso presentato dai difensori di Marta Di Gennaro, attualmente sottoposta solo a una misura interdittiva dopo la revoca degli arresti domiciliari decisa nei giorni scorsi dal giudice Rosanna Saraceno. L´avvocato Efisio Figus Diaz, che assiste la dirigente, ex subcommissario durante la prima gestione-Bertolaso, aveva chiesto ai giudici di valutare l´insussistenza delle esigenze cautelari sin dal momento della emissione dell´ordinanza disposta alla fine di maggio. Ieri il collegio presieduto da Nicola Quatrano ha depositato la decisione ma si è riservato sulle motivazioni. Il legale si dice pronto a rivolgersi alla Corte di Cassazione. Respinto anche il ricorso presentato dall´avvocato Luigi Cavalli nell´interesse di Angelo Pelliccia, dirigente di Fibe. La prossima settimana dovrebbero essere discussi i ricorsi presentati al Riesame dai difensori di altri indagati. Molti però potrebbero rinunciare alla luce del provvedimento del gip Saraceno che, accogliendo la richiesta avanzata dal procuratore capo Giandomenico Lepore e dai pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, del pool coordinato dal procuratore aggiunto Aldo De Chiara, ha sostituto in 16 casi gli arresti domiciliari con una misura interdittiva.
A metà della sua deposizione, Stingo non ha trattenuto l´emozione e si è sfogato: «Se Facchi attestava di essere andato, faccio un esempio, a Dusseldorf per visitare i luoghi dove dovevano essere trasportati i rifiuti, io non potevo far altro che rimborsare la missione. E invece - ha detto il testimone non riuscendo per un istante a trattenere le lacrime - la Corte dei Conti ha chiamato me a risponderne, e non lo ritengo giusto, perché mi vengono addebitati fatti che rientravano nella esclusiva competenza della gestione commissariale». Il riferimento di Stingo è al procedimento avviato nei confronti suoi e di altri funzionari dell´ufficio ragioneria dalla Procura regionale della Corte dei Conti. All´udienza di ieri ha deposto anche Raffaele Vanoli, ex vicecommissario per l´emergenza rifiuti, il quale ha confermato di aver firmato i rimborsi finiti sotto inchiesta aggiungendo però che l´istruttoria non spettava a lui. Il processo riprenderà ad ottobre. Assistito dall´avvocato Riccardo Polidoro, Facchi ha sempre respinto le accuse.
Sul fronte dell´inchiesta più delicata del momento, quella su presunti illeciti nella gestione del ciclo dei rifiuti, si registra invece la decisione del Tribunale del Riesame che ha respinto il ricorso presentato dai difensori di Marta Di Gennaro, attualmente sottoposta solo a una misura interdittiva dopo la revoca degli arresti domiciliari decisa nei giorni scorsi dal giudice Rosanna Saraceno. L´avvocato Efisio Figus Diaz, che assiste la dirigente, ex subcommissario durante la prima gestione-Bertolaso, aveva chiesto ai giudici di valutare l´insussistenza delle esigenze cautelari sin dal momento della emissione dell´ordinanza disposta alla fine di maggio. Ieri il collegio presieduto da Nicola Quatrano ha depositato la decisione ma si è riservato sulle motivazioni. Il legale si dice pronto a rivolgersi alla Corte di Cassazione. Respinto anche il ricorso presentato dall´avvocato Luigi Cavalli nell´interesse di Angelo Pelliccia, dirigente di Fibe. La prossima settimana dovrebbero essere discussi i ricorsi presentati al Riesame dai difensori di altri indagati. Molti però potrebbero rinunciare alla luce del provvedimento del gip Saraceno che, accogliendo la richiesta avanzata dal procuratore capo Giandomenico Lepore e dai pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, del pool coordinato dal procuratore aggiunto Aldo De Chiara, ha sostituto in 16 casi gli arresti domiciliari con una misura interdittiva.