Allarme Lettera al prefetto: situazione difficile, conseguenze pesanti sulla raccolta

Rifiuti, tagli su stipendi e turni «Ora è rischio emergenza»

Sapna blocca il contratto integrativo. Buco in cassa, servizio ridotto
3 settembre 2012 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

L`amministratore unico della Sapna, Enrico Angelone, disdice il patto integrativo e scrive alla prefettura preannunciando il disastro: secondo il responsabile della società provinciale si accumuleranno m media duecento tonnellate al giorno e mille la domenica. In tempi brevi, secondo la sua previsione, i cassonetti torneranno a traboccare.
Ma la scelta di rinunciare all`integrativo è stata per Angelone obbligata, visto che l`azienda ha un buco di quindici milioni e mezzo: il disavanzo ha costretto la Provincia a portare la tariffa di smaltimento fino a 147,9 euro a tonnellata dai 112 di due anni fa. Un rincaro che si riverbera ovviamente sulla Tarsu che a Napoli e dintorni è tra le più alte d`Italia.
Ai primi di giugno la magistratura contabile aveva sequestrato i conti correnti dei dirigenti dell`azienda contestando la spesa per le consulenze: più di un milione. Qualche giorno dopo la giunta Provinciale aveva preso atto del bilancio 2011 della Sapna muovendo contestualmente una serie di rilievi. La giunta aveva poi approvato la relazione istruttoria del capo di gabinetto Paolo Pisciotta (uno di quelli che aveva avuto il conto sequestrato) nella quale si sottolineava che il buco nei conti è stato provocato dagli 8 milioni spesi per portare la monnezza napoletana in giro per il mondo e dalle anticipazioni di 7 milioni e mezzo fatte nei confronti dei consorzi. Piscotta spiegava anche che il costo del personale era in «significativa crescita» sia per il trasferimento dei dipendenti degli stir di Giugliano e Tufino sia per la sottoscrizione di un contratto integrativo non approvato dall`ente, per la concessione di promozioni e di trattamenti aggiuntivi e sigificativi ricorsi agli straordinari. Nella relazione si sottolineava che la società non era mai stata autorizzata dal`assemblea dei soci, ma che al contrario era stata ammonita anón operare alcuna manovra sul personale senza espressa autorizzazione. Cionostante la Partecipata aveva firmato un contratto di secondo livello capace di far intascare fino a 596 euro in più al mese a ogni lavoratore degli stir con una spesa totale per l`azienda di 121 mila euro al mese, 1 milione e 400 mila euro ali` anno. Il patto prevedeva un premio di risultato che arrivava fino a 35 euro lordi mensili mentre il contratto nazionale ne prevede 12,50. Per à indennità di tumo il contratto nazionale prevede un incremento del 3,65 per cento, con l`integrativo si raggiungeva il 6 per cento. La maggiorazione per il lavoro notturno passava dal 33 per cento al 40 per cento. Quella per il lavoro domenicale dai 4,12 euro del contratto nazionale ai 10 previsti dalla Sapna. Per la sostituzione senza preavviso il contratto non prevede maggiorazioni, la società provinciale stanziava 10 euro per ogni singola gionata di ogni singolo lavoratore. Per la reperibilità si passava da 37 a 100 euro. Per il raggiungimento del posto di lavoro da 0,26 a 3 euro. Per i buoni pasto da 1 a 5 euro. Tutti incrementi necessari per far girare la macchina dei rifiuti. Spiega Angelone: «II patto integrativo ci assicurava la massima flessibilità, senza rischiamo di vedere una nuova emergenza rifiuti». La domenica in particolare sarebbe previsto un solo turno di sei ore al posto dei due attuali. E Angelone spiega che il ricorso agli straordinari è necessario anche perché à ente per legge non può assumere: un paradosso visto che la Provincia ha pagato per molti mesi gli 884 dipedentì del consorzio utilizzandone solo 190. Ma il patto integrativo per i sindacati è irrinunciabile. Sostiene Fabio Gigli, segretario settoriale della Uil: «II ricorso allo straordinario è necessario perché l`attività non è costante. Ora vogliamo confrontarci con la Provincia sulla situazione della Sapna». E il segretario provinciale dell`igiene ambientale Cgil, Emilio Castellano, rincara la dose: «Ora faremo solo quello che è previsto per contratto mentre l`integrativo assicurava grande flessibilità pure nelle mansioni. Io credo che gli sprechi vengano dai nuovi inquadramenti e non dal contratto di secondo livello».

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