Ecoballe in fiamme, caccia ai colpevoli

Acerra Il sindaco accusa la Provincia: sicurezza carente e nessuna sorveglianza
21 agosto 2012 - Fabrizio Geremicca
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

NAPOLI - L`ultimo focolaio è stato spento solo alle tré della notte tra domenica e lunedì, quindici ore dopo che le fiamme erano divampate. In cenere le ecoballe accumulate nella piazzola numero due, davanti al termovalorizzatore di Acerra. Erano Û da giugno 2011, quando il sito fu riaperto in base ad una contestatissima (dal comune acerrano) ordinanza del presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro.
Stoccaggio "provvisorio" in un`area, località Pantano, che aveva una vocazione agricola e che è stata massacrata dagli sversamenti abusivi prima, dall`inceneritore poi. namme dolose, ipotizzano i carabinieri che svolgono le indagini su delega della Procura. Chi e perché abbia avuto interesse ad appiccare il rogo, resta per il momento un mistero, così come non hanno ancora una identità gli ignoti che 5 mesi fa, a marzo, appiccarono le fiamme nello stesso posto. Si rincorrono ipotesi: un clamoroso gesto di protesta e di ricatto di alcuni dipendenti del consorzio unico senza stipendio damesi; procacciatori di affari per le imprese che trasportano rifiuti speciali; piromani. Corrado Clini, il ministro dell`Ambiente, è convinto ci sia la mano della camorra. Ha detto ieri a Sky:«la criminalità organizzata vuole impedire una strada razionale ed efficiente per la gestione del ciclo dei rifiuti». Certo è che il rogo tossico ha sprigionato per 15 ore fumi di diossina e di altre sostanze nocive. Potrebbero avere contaminato anche gli ortaggi che si coltivano nei paraggi. Il comune di Acerra ha chiesto all`Arpac ed alla Asl di effettuare prelievi. Qualora rivelassero la presenza di sostanze inquinanti in quantità superiori ai limiti di legge, scatterebbe il divieto di coltivazione.
L`incendio, intanto, accende anche le polemiche. Ð sindaco di Acerra, Raffaele Lettieri, non risparmia critiche alla Provincia, cui spetta la custodia dell`area: «E` impensabile che un sito, in fase di svuotamento, che contiene ecoballe, dal quale il Comune molte volte ha chiesto alla Provincia la rimozione del contenuto, possa essere oggetto, più volte durante l`anno, di incendi». Aggiunge:«E` anche impensabile che per velocizzare le operazioni di spegnimento non basti l`impianto anticendio autonomo, ma debbano essere utilizzate autocisterne dei vigili del fuoco, già tanto impegnati in questi giorni a spegnere altri roghi». Chiede, infine, una radicale rivisitazione del sistema di sorveglianza di quell`area: «Evidentemente, non è sufficiente l`attuale configurazione. Servono apparati e uomini che possano rilevare ogni minimo movimento nell`ambiente». La replica di Giovanni Perillo, il presidente di Sapna, la società provinciale per i rifiuti:«Ci sono telecamere e sorveglianti, il problema è che quell`area è vasta». Conferma che l`impianto antincendio del sito è stato insufficiente - «alle 7.30 di domenica è entrato in avaria il gruppo elettrogeno » - ma sostiene che poi i pompieri abbiano potuto attingere alle cisterne d`acqua del termovalorizzatore. Secondo Perillo, inoltre, inoltre, l`incendio ha mandato in fumo non 3000 ecoballe, come denuncia il sindaco, ma circa 400. «Le altre erano state già smaltite dal termovalorizzatore». Anche sui dispositivi di sicurezza adottati da Sapna sono in corso gli accertamenti degli inquirenti.

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